La Commissione antimafia vuole sequestrare elenchi massoneria

Carlomagno

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Rosy Bindi
Rosy Bindi

Tra botte e risposte, audizioni e interviste, convocazioni e rifiuti a presentarsi, lettere e minacce, si è consumata mercoledì 1 marzo l’ultima puntata dello scontro tra la Commissione parlamentare Antimafia e il Maestro del Grande Oriente d’Italia. Sono state fatte tutte le verifiche giudiziarie, sono stati adempiuti tutti gli obblighi riguardo al tema della privacy: dopo questi passaggi compiuti nelle ultime settimane è arrivato oggi – riferiscono fonti parlamentari – il via libera della Commissione, che ha la facoltà di procedere alle indagini ed agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria, affinchè si proceda al sequestro dell’elenco delle logge massoniche in Sicilia e Calabria.

La Guardia di Finanza starebbe procedendo su input della Commissione parlamentare antimafia al sequestro degli elenchi delle Massonerie. E’ l’atto estremo al termine di un lungo braccio di ferro. La presidente della Commissione Rosy Bindi ha più volte invitato i vertici delle logge massoniche a fornire gli elenchi per fare luce sul rischio di infiltrazioni di esponenti della criminalità organizzata.

Il gran maestro del Goi, Stefano Bisi, si è più volte opposto. Da mesi (la Commissione Antimafia si è anche recata più volte a Trapani) si punta a chiarire per esempio per quale motivo a Castelvetrano, luogo dove è nato e cresciuto Matteo Messina Denaro, ci sia un numero così consistente di logge massoniche.

Ora quindi il cerchio dell’Antimafia si stringe attorno alla massoneria. In Sicilia gli iscritti al Goi sono 2208 mentre in Calabria 2635. La Commissione parlamentare Antimafia nel corso delle indagini ha tra l’altro audito anche il Gran Maestro della Gran Loggia Regolare d’Italia, Fabio Venzi, il Gran Maestro della Serenissima Gran Loggia d’Italia Ordine Generale degli Antichi Liberi Accettati Muratori, Massimo Criscuoli Tortora e il Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori, Antonio Binni.

Ma è soprattutto il Goi ad avere il numero più alto di fratelli: gli iscritti sono circa 23 mila appartenenti a 850 logge, ognuno dei quali paga circa 400-500 euro l’anno al Goi che fanno una cifra pari a 11 milioni l’anno. La tensione tra il Goi e la Commissione Antimafia (ha ascoltato anche Di Bernardo, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia dal 1990 – entrato in massoneria a 22 anni – fino al 1993, quando rassegnò le dimissioni) è stata sempre alta: nei giorni scorsi il Grande Oriente d’Italia ha richiesto la restituzione delle carte che erano state sequestrate dall’allora procuratore di Palmi Agostino Cordova quando condusse l’inchiesta sulle logge massoniche.