Attentati a Carabinieri di Reggio Calabria negli anni ’90, arrestati i mandanti

Carlomagno

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blitz carabinieri rosREGGIO CALABRIA – E’ in corso una operazione della Polizia di Stato, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, per l’’esecuzione di due ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti elementi di vertice della ‘ndrangheta e di Cosa nostra, nel quadro di un’unica strategia mafiosa di attacco allo Stato negli anni ‘93 e ’94, sono ritenuti responsabili di essere tra i mandanti dei tre attentati compiuti in danno dei Carabinieri di Reggio Calabria: quello del 18 gennaio 1994, in cui vennero uccisi gli appuntati Antonino Fava, al tempo 37enne, e Giuseppe Garofalo (34); quello del 1 febbraio 1994, in cui rimasero feriti l’appuntato Bartolomeo Musicò e il brigadiere Salvatore Serra e infine quello del 1 dicembre 1994, in cui uscirono miracolosamente illesi, il carabiniere Vincenzo Pasqua e l’appuntato Silvio Ricciardo.

Si tratta del siciliano Giuseppe Graviano, capo del mandamento mafioso di Brancaccio, coordinatore delle cosiddette “stragi continentali” eseguite da Cosa Nostra, attualmente detenuto in regime di carcere duro. L’altro soggetto colpito dalla misura cautelare della custodia in carcere è il calabrese Rocco Santo Filippone, di 77 anni, di Melicucco (Reggio Calabria), capo del mandamento tirrenico della ‘Ndrangheta all’epoca degli attentati ai Carabinieri. Gli esecutori materiali sono stati riconosciuti Giuseppe Calabrò e Consolato Villani.

Sono in corso di esecuzione anche numerose perquisizioni in diverse regioni d’Italia. Alle operazioni eseguite dalla Squadra mobile di Reggio Calabria, dal Servizio centrale antiterrorismo e dal Sco della Polizia di Stato, partecipano anche i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria.

I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle ore 11.00 presso la Sala Convegni della Questura di Reggio Calabria, alla presenza del Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Franco Roberti, dei magistrati inquirenti e degli investigatori.

appuntato Vincenzo Garofalo di 34 anni e l'appuntato scelto Antonio Fava
Da sinistra l’appuntato Vincenzo Garofalo e l’appuntato Antonio Fava, i due militari uccisi dalla ‘ndrangheta a Reggio (Ansa)

Gli appuntati Garofalo e Fava vennero trucidati in un agguato avvenuto la notte del 18 gennaio 1994 sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria, tra gli svincoli di Bagnara e Scilla.

La Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria ha ricostruito – attraverso l’apporto di nuovi e fondamentali elementi raccordati e collegati fra loro – le causali del duplice omicidio del gennaio ’94 dei due militari e dei due tentati omicidi dei loro colleghi.

ANCHE LA ‘NDRANGHETA NELLA STRATEGIA STRAGISTA DEGLI ANNI ’90
Le vicende si inquadrano nel contesto della strategia stragista che ha insanguinato il Paese nei primi anni 90’ e in particolare nella stagione definita delle “stragi continentali”. Protagonista di quella stagione, secondo quanto emerso dalle indagini, non fu solo Cosa Nostra (che tuttavia ebbe il ruolo operativo fondamentale nei termini già ampiamente descritti dalle sentenze di altre autorità giudiziarie) ma anche la ‘Ndrangheta.

UN PIANO MAFIA-‘NDRANGHETA PER DESTABILIZZARE IL PAESE
Gli attentati contro i Carabinieri non vanno letti ciascuno in maniera singola ed isolata, ma vanno inseriti in un contesto di più ampio respiro e di carattere nazionale nell’ambito di un progetto criminale, la cui ideazione e realizzazione è maturata non all’interno delle cosche di ‘ndrangheta, ma si è sviluppata attraverso la sinergia, la collaborazione e l’intesa di organizzazioni criminali, che avevano come obiettivo l’attuazione di un piano di destabilizzazione del Paese anche con modalità terroristiche.