Maxi confisca da 324 milioni a eredi imprenditore oleario

Carlomagno

Ai Lettori

Secondo Piano News non riceve finanziamenti pubblici come i grandi e piccoli media mainstream sovvenzionati a pioggia dallo Stato. Pertanto chiediamo ai nostri lettori un contributo libero che può permetterci di continuare a offrire una informazione vera, libera e corretta.

SOSTIENI L'INFORMAZIONE INDIPENDENTE
 
SEGUICI SUI SOCIAL
Per ricevere gli aggiornamenti lascia un like sulla nuova pagina Fb. Iscriviti anche al Gruppo "Un Unico Copione Un'Unica Regia". Seguici pure su TELEGRAM 1 (La Verità Rende Liberi); e TELEGRAM 2  (Dino Granata), come su Twitter "X" SPN nonché su X (Dino Granata)

Dia antimafiaLa Dia di Reggio Calabria ha eseguito un decreto emesso dalla Corte d’appello di Reggio Calabria con cui è stata confermata la confisca dei beni per un valore di 324 milioni di euro nei confronti di un imprenditore oleario, Vincenzo Oliveri, morto il 14 gennaio scorso.

I beni, secondo quanto è emerso dalle indagini, sarebbero provento di una serie di truffe nella percezione di contributi dell’Unione europea ed erano riconducibili adesso, dopo la morte di Vincenzo Oliveri, agli eredi dell’imprenditore oleario, la moglie, Domenica Rosa Carnovale ed i figli Giovanni e Matteo Giuseppe.

La confisca riguarda 15 società dei settori agricolo-oleario e turistico-alberghiero ed 88 immobili in Calabria, Abruzzo e Toscana. Tra i beni confiscati un resort di lusso a Giulianova (Teramo) ed un’altra struttura alberghiera di pregio a Borgia (Catanzaro). La confisca dei beni, confermata dai giudici d’appello, era stata disposta in primo grado dal Tribunale di Reggio Calabria nel gennaio del 2016.