Pornografia minorile, arrestato giudice di Reggio Calabria

Carlomagno

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Pedopornografia. Arrestato giudice Gaetano Amato
Il centro CNCPO della Polizia postale contro la pedopornografia (Archivio)

Un giudice in servizio presso la Corte d’appello di Reggio Calabria, Gaetano Amato, è stato arrestato dalla Polizia a Messina, dove risiede, con la grave accusa di pornografia minorile.

Nei suoi confronti il Gip della città dello Stretto, su richiesta del procuratore della Repubblica Maurizio De Lucia e dell’aggiunto Giovannella Scaminaci, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Al momento gli inquirenti siciliani non fanno trapelare ulteriori dettagli per tutelare le presunte vittime.

Gaetano Amato presta servizio alla sezione penale della Corte d’appello di Reggio Calabria dal gennaio di quest’anno. In precedenza era stato alla sezione civile. Trascorsi i dieci anni previsti dalle norme del Csm, il giudice era passato al penale dove ha fatto parte anche dei collegi in Corte d’assise ed alla sezione misure di prevenzione. Nessun commento, sulla vicenda odierna, viene fatto negli ambienti della Corte d’appello reggina.

Nel 2009, quando era in servizio a Messina subì un procedimento del Consiglio superiore della magistratura per presunti ritardi nel deposito degli atti. Nella contestazione si rilevava come ci fossero troppe sentenze del magistrato depositate oltre i termini. Per questi ritardi il Csm lo aveva dichiarato colpevole e sanzionato con ammonizione.

Gaetano Amato, nel giugno dello scorso anno, quando era ancora al civile, partecipò ad una conferenza stampa, insieme a tutti i colleghi giudicanti della Corte, per spiegare e difendere l’operato di una collega finita al centro delle polemiche per non avere osservato i tempi per la redazione delle motivazioni della sentenza del processo “Cosa mia” sulle cosche di ‘ndrangheta di Rosarno, circostanza che avrebbe portato alla scarcerazione di tre presunti affiliati alle ‘ndrine.

Il magistrato rischia la sospensione dalla funzione e dallo stipendio, con la collocazione fuori dal ruolo organico della magistratura, da parte della sezione disciplinare del Csm. La sezione disciplinare del Csm dovrà valutare la richiesta dei titolari dell’azione disciplinare, ossia il Pg della Cassazione e il ministro della Giustizia, di applicazione delle misure cautelari nei confronti del magistrato. Solitamente nei casi di arresto, tale misura è obbligatoria, e dopo l’istanza, il Csm dovrebbe agire in tempi rapidi.