Terremoti, per Fabrizio Curcio la Calabria "è da incubo"

Carlomagno

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Il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio
Il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio

L’area intorno al Vesuvio e la Calabria erano e rimangono a elevato rischio sismico e idreogeologico. Ad affermarlo è stato il Capo del Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio in visita a Soverato, in Calabria dove stamattina ha inaugurato il Centro operativo misto (Com). “Con Gabrielli – ha spiegato – abbiamo condiviso la spesse insonnie ed è naturale, adesso, che io abbia le stesse preoccupazioni che aveva lui” e cioè gli “incubi notturni” siano il Vesuvio e la Calabria.

Curcio, ha aggiunto che “la Calabria ha il numero più elevato di comuni esposti a rischio sismico e presenta delle forti problematiche idrogeologiche, ma non è certamente l’unico problema che dobbiamo affrontare perché le questioni cui fare fronte sono tante”. Non solo dunque elevato rischio sismico per lo Stivale, ma anche il dissesto idrogeologico che sono vere emergenza naturali nella regione. Proprio a Soverato, dove si è recato il capo della Protezione civile, nel 2000 una frana causata da una forte alluvione causò la morte di 13 persone accampate nei pressi di un rigagnolo.

“Il Dipartimento di Protezione civile è presente oggi come in passato per stimolare la crescita di consapevolezza dei rischi e la capacità organizzativa a livello locale. L’inaugurazione di un “Com” come quello che diventa operativo oggi qui a Soverato è certamente un importante momento di aggregazione. Adesso dobbiamo continuare il percorso di crescita strutturale e di relazioni per il quale, comunque, ho potuto constatare che qui ci sono i presupposti e gli elementi fondamentali come la presenza del Prefetto, della Regione, dei sindaci e delle associazioni di volontariato”.

“Le forze e le risorse quando si parla di Protezione civile – ha detto ancora Curcio rispondendo alle domande dei giornalisti – non sono mai sufficienti, ma io più che della quantità mi preoccuperei della qualità e della capacità di lavorare insieme e di sapere collaborare. I tagli alle risorse che sono stati effettuati, tra l’altro, hanno fatto emergere la necessità di una maggiore cooperazione. Questa situazione sta obbligando soggetti che magari in passato avevano più certezze economiche ma che non cooperavano a compiere uno sforzo maggiore in questo senso. I tagli devono indurre anche a fare scelte e adesso è arrivato il momento di farle”.