Due tentati omicidi a Lamezia Terme, arrestati i presunti autori

Carlomagno

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Due tentati omicidi a Lamezia Terme, arrestati i presunti autori
Da sinistra Pasquale Carnovale e Angelo Paradiso

I Carabinieri di Catanzaro e della Compagnia di Lamezia Terme, hanno eseguito, presso le case circondariali di Catanzaro e Palmi due nuove misure cautelari in carcere nei confronti di Angelo Francesco Paradiso e Pasquale Carnovale, entrambi lametini di 30 anni, accusati di tentato omicidio aggravato in concorso tra loro, detenzione e porto illegale di arma comune da sparo e ricettazione aggravati dalle circostanze di aver agito con modalità e condotte tipiche dell’appartenenza ad un sodalizio di tipo mafioso.

Il Provvedimento cautelare, emesso dal gip presso il tribunale di Catanzaro, scaturisce dall’accoglimento delle risultanze investigative presentate dai militari dell’Arma, coordinati dalla Procura Distrettuale della Repubblica di Catanzaro, nell’ambito della più ampia attività d’indagine denominata “Chimera”, a seguito di attività di riscontri, raffronti e propalazioni di diversi collaboratori di giustizia nonché da accertamenti di tipo tecnico, effettuati dal Ris di Messina, e dalle intercettazioni poste in essere già nell’immediatezza dei fatti e che hanno permesso di appurare la presunta responsabilità degli arrestati, ritenuti appartenenti alla cosca di ‘ndrangheta Cerra-Torcasio-Gualtieri, nell’agguato avvenuto il 19 novembre del 2011 a Lamezia Terme, e nello specifico in via Foderaro, nei confronti di Giuseppe Morello.

La vittima dopo essere stato affiancato da una moto con a bordo due soggetti, fu raggiunto da tre dei 9 colpi sparati da un sicario. Paradiso nel provvedimento è ritenuto anche mandante nonché esecutore materiale del tentato omicidio, compiuto l’11 dicembre dello stesso anno, di Pasquale Saladino, avvenuto in via dei Bizantini, dinanzi il circolo Arcipesca “Jimmy”.

Nell’occasione oltre alla vittima, raggiunta da sei dei 9 colpi calibro 9×21 esplosi con il chiaro intento, considerato il numerico dei colpi, di causarne la morte, rimase ferito anche l’allora minore Pietro Cuda, colpito da un proiettile ad un piede.