Andromeda, 13 arresti. Sfuggito a blitz il Torcasio di “Onore e Dignità” su Facebook

Carlomagno

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polizia squadra mobile E’ un colpo durissimo quello assestato dalla Dda di Catanzaro ai clan che hanno insanguinato il Lametino in una lunga guerra di mafia tra clan contrapposti.

Uomini della Squadra mobile della Questura di Catanzaro e del Servizio Centrale Operativo di Roma, hanno dato esecuzione ad un provvedimento per l’applicazione di ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip distrettuale su richiesta della locale Procura della Repubblica a carico di presunti appartenenti alle cosche di ‘ndrangheta Iannazzo e Cannizzaro, operanti nell’area della città di Lamezia Terme.

Sfuggito al blitz, che ha portato a 13 arresti, Vincenzo Torcasio classe 1978, condannato a 30 anni, meglio conosciuto come “U Giappone”, ovvero quello del profilo Facebook “Onore e Dignità” che ha suscitato scalpore per i tanti like e le molte condivisioni.

I soggetti colpiti dalla misura restrittiva erano stati tutti arrestati nell’ambito dell’operazione “Andromeda” condotta dalla Squadra Mobile di Catanzaro il 14 maggio 2015 ed oggi sono stati colpiti da un nuovo provvedimento di carcerazione a seguito della sentenza di primo grado emessa nei giorni scorsi dal GIP di Catanzaro con la quale sono stati condannati alle a severissime pene.
Si tratta di Antonio Provenzano classe 1959, nel processo Andromeda condannato alla pena di 14 anni e 8 mesi di reclusione e alla multa di 10.000 euro;
Emanuele Iannazzo (1981), condannato alla pena di 4 anni di reclusione;
Alfredo Gagliardi (1978), condannato alla pena dell’ergastolo;
Francesco Costantino Mascaro (1974) condannato a 10 anni;
Antonino Cannizzaro detto “Antonello” (1979) condannato a 8 anni;
Domenico Cannizzaro detto “Ricciolino” (1975) condannato a 8 anni;
Francesco Salvatore Pontieri (1967), condannato a 8 anni;
Pasquale Lupia (1963), condannato a 8 anni;
Francesco Iannazzo detto “U Cafarone” (1955), condannato a 12 anni;
Gregorio Scalise (1992), condannato a 8 anni e 6.000 euro di multa;
Claudio Scardamaglia (1972) condannato a 11 anni e 4 mesi con 14.000 euro di multa.
S.D.M. (1946), condannato a 8 anni;

La condanna riportata dagli imputati in sede di giudizio abbreviato, ha determinato la Procura della Repubblica (procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri, sostituto procuratore Elio Romano, con la supervisione del procuratore capo, Nicola Gratteri ) a richiedere nei loro confronti l’applicazione del provvedimento cautelare stante la gravità dei reati e la conseguente necessità che fossero nuovamente posti in carcere.

Le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Catanzaro che avevano a suo tempo portato all’operazione “Andromeda”, ricostruivano l’organigramma della temibile consorteria criminale dei Iannazzo individuando i personaggi di vertice del sodalizio (Vincenzino Iannazzo detto “Il Moretto”, Pietro Iannazzo, Francesco Iannazzo detto “Cafarone”, Antonio Davoli) e le alleanze costituite nel corso degli anni con le cosche
Giampà e Cannizzaro-Daponte.

I destinatari del provvedimento sono stati arrestati per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso in quanto ritenuti appartenenti alla cosca Iannazzo ed a quella federata dei Cannizzaro-Daponte; taluni di essi rispondono inoltre dell’omicidio, avvenuto Lamezia Terme il 23 maggio 2003, di Antonio Torcasio classe 1971 (all’epoca reggente dell’omonima cosca), di quello di Vincenzo Torcasio classe 1984 e del contestuale tentato omicidio di Vincenzo Curcio cl. ‟80, avvenuti a Falerna, nel lametino, il 27 luglio 2003, (esponenti della cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri).

Questi omicidi si inquadravano in una strategia criminale delle cosche Iannazzo e Cannizzaro-Daponte volta a mantenere l’esclusivo controllo di gran parte del territorio di Lamezia Terme, anche attraverso l’eliminazione fisica degli esponenti di spicco della cosca avversa Cerra-Torcasio-Gualtieri attiva soprattutto nel campo delle estorsioni.

Le attività investigative svolte all‟epoca avevano permesso, altresì, l’accertamento e la contestazione di numerosi episodi estorsivi realizzati da esponenti delle cosche Iannazzo e Cannizzaro-Daponte a carico di commercianti ed imprenditori del comprensorio lamentino in un contesto di acquisizioni investigative derivanti dalle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia e da intercettazioni telefoniche ed ambientali, che delineava un accordo tra gli esponenti di vertice della cosca Giampà e quella degli Iannazzo nella gestione delle attività estorsive con relativa spartizione dei proventi.

Alcuni dei personaggi tratti in arresto vengono ritenuti responsabili anche di danneggiamenti e detenzione illegale di armi ed esplosivi.

Altre due persone destinatarie del provvedimento restrittivo sono ancora irreperibili; tra di esse Vincenzo Torcasio classe 1978 detto “U Giappone”, condannato alla pena di anni 30 di reclusione per omicidio, che nei giorni scorsi è balzato agli onori della cronaca in quanto alcuni organi di stampa hanno pubblicato articoli relativi ad un seguitissimo profilo Facebook denominato “Onore e Dignità”, apparentemente a lui riconducibile, attraverso il quale vengono lamentate presunte deviazioni e malfunzionamenti della Giustizia e del sistema carcerario nel Paese in particolare con vari post di sprezzante critica rispetto alla sentenza del processo “Andromeda” che, in un breve lasso di tempo, sono stati a più riprese condivisi.