Omicidio Giordanelli, Di Profio tradito da teste e video

Carlomagno

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Omicidio Giordanelli, Di Profio tradito da sangue e video
La conferenza stampa sul fermo del presunto autore dell’omicidio di Annalisa Giordanelli, Paolo Di Profio. Al centro, tra i militari dell’Arma, il procuratore di Paola Bruno Giordano

A incastrare Paolo Di Profio, presunto autore dell’omicidio di Annalisa Giordanelli – la donna medico trovata cadavere mercoledì sera a Cetraro con il cranio fracassato – sono state le macchie di sangue trovate nel lavandino del bagno di casa e sull’auto dell’uomo, nonché le immagini di una telecamera di videosorveglianza di un’abitazione. Altro elemento cruciale, è la spranga usata per compiere l’omicidio della donna poi gettata negli arbusti di una strada sterrata e rinvenuta dai carabinieri intrisa di sangue e ciocche di capelli che si presume siano della vittima.

E’ quanto è emerso dalla conferenza stampa tenuta dal procuratore capo di Paola, Bruno Giordano, all’indomani del fermo di Paolo Di Profio, 47 anni, cognato della vittima e infermiere presso l’ospedale di Cetraro, fermato dopo che gli inquirenti avrebbero appreso ammissioni (il legale avrebbe smentito confessioni) e a seguito degli elementi raccolti dopo il tremendo delitto.

Nelle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza si vede l’automobile Fiat Panda verde di proprietà di Paolo Di Profio che si allontana dal luogo dell’omicidio. Il piede di porco usato per l’omicidio, inoltre, è stato riconosciuto dall’ex moglie di Di Profio, Serena Giordanelli. Ci sarebbe anche la testimonianza di un uomo che ha riferito di averlo visto l’indagato a bordo della Panda verde che seguiva la vittima.

L’omicidio di Annalisa Giordanelli è stato commesso nel pomeriggio di mercoledì 27 gennaio, in una via periferica di Cetraro, centro dell’Alto Tirreno Cosentino. Il movente, è stato spiegato, sarebbe riconducibile ad un fortissimo astio dell’uomo verso la donna, responsabile a suo avviso, della separazione con la propria moglie. La donna, medico di base, benvoluta da tutti, era abitudinaria di lunghe passeggiate dopo il lavoro. L’uomo, che aveva probabilmente in mente di fargli pagare con la vita i torti subìti, l’avrebbe seguita con l’auto. Sceso dall’auto, con la pesante spranga in mano, l’indagato per presunto omicidio, l’avrebbe colpita in testa procurandole una morte istantanea.