Blitz antidroga a Castrovillari. La roba a domicilio. NOMI FOTO DETTAGLI

Carlomagno

Ai Lettori

Secondo Piano News non riceve finanziamenti pubblici come i grandi e piccoli media mainstream sovvenzionati a pioggia dallo Stato. Pertanto chiediamo ai nostri lettori un contributo libero che può permetterci di continuare a offrire una informazione vera, libera e corretta.

SOSTIENI L'INFORMAZIONE INDIPENDENTE
 
SEGUICI SUI SOCIAL
Per ricevere gli aggiornamenti lascia un like sulla nuova pagina Fb. Iscriviti anche al Gruppo "Un Unico Copione Un'Unica Regia". Seguici pure su TELEGRAM 1 (La Verità Rende Liberi); e TELEGRAM 2  (Dino Granata), come su Twitter "X" SPN nonché su X (Dino Granata)
arresti per droga a Castrovillari
Da sinistra in alto in senso orario: Caterina Pugliese, Luisa Bevilacqua, Catiuscia Arena, Monica Madio, Gianni Bevilacqua, Fabio Bevilacqua e Rocco Madia

“Stiamo cercando di infliggere un duro colpo al traffico di droga”. Lo ha detto il procuratore capo di Castrovillari, Eugenio Facciolla, illustrando i dettagli dell’operazione dei carabinieri del comando provinciale di Cosenza, denominata “Piramide” che ha portato all’esecuzione di dodici provvedimenti tra arresti, domiciliari e obblighi di firma nei confronti dei presunti appartenenti ad una banda dedita allo spaccio. Coinvolte anche quattro donne e due coppie imparentate tra loro.

In carcere sono finiti Gianni Bevilacqua (37 anni); Fabio Bevilacqua (25 anni); Rocco Madio (37 anni). Arresti domiciliari per Katiuscia Arena (31 anni); Monica Madio (35 anni); Luisa Bevilacqua (33 anni); Caterina Pugliese (41 anni). Altre cinque persone sono state sottoposte all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

FOTO ARRESTATI TRA CARCERE E DOMICILIARI

Sottoposti alla misura cautelare della presentazione alla Polizia giudiziaria: Antonio D’Amato, classe 1975; Francesco Madio, classe 1959; Francesco Madio, classe 1996; Francesco Vitale, classe 1973 e un altro uomo.

FOTO SOGGETTI CON OBBLIGO DI FIRMA

I provvedimenti sono stati emessi dal gip di Castrovillari Letizia Benigno su richiesta del pm Valentina Draetta e del procuratore Eugenio Facciolla. “Questa operazione va letta con le altre che abbiamo già condotto e stiamo conducendo”, ha detto Facciolla.

“Ci sono molte donne coinvolte che riescono a gestire gli affari. Sono ben inserite in questi traffico. Le donne sono diventate sempre più presenti sia perché gli uomini sono in carcere e sia perché non sono note alle forze dell’ordine e quindi riescono a sfuggire ai controlli. Le indagini sono partite da una serie di incendi di autovetture e poi da lì sono nate attività investigative e intercettazioni”.

Da sinistra il colonnello Fabio Ottaviani (Cc Cosenza), il procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla e il capitano Massimo Cipolla (Cc Castrovillari)
Da sinistra il colonnello Fabio Ottaviani (Cc Cosenza), il procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla e il capitano Massimo Cipolla (Cc Castrovillari)

“Le indagini sono durate poco tempo, c’è voluto di più per ottenere i provvedimenti del gip a causa della carenza di organico. Sono stati ricostruiti più di trenta episodi di vendita di sostanza stupefacente. I soggetti usavano un linguaggio criptico. Anche i cani hanno dato una mano per rinvenire la droga. In quindici giorni in tre diversi interventi siamo riusciti a bloccare un bel traffico. Per questo ringrazio sempre più il colonnello Ottaviani, tutti o carabinieri e il comandante della compagnia di Castrovillari. Il linguaggio criptico utilizzato è stato di interesse investigativo”.

Il procuratore Facciolla ha spiegato i rapporti con il clan degli Zingari di Cosenza: “Non siamo riusciti a individuare la droga da quale cosca proveniva. Abbiamo documentato che il canale di approvvigionamento era Cosenza ma non abbiamo avuto altri elementi altrimenti avremmo avvisato la Dda. Sappiamo che venivano a rifornirsi a Cosenza ma non possiamo documentare dove”.

Il colonnello Fabio Ottaviani, comandante provinciale dei carabinieri di Cosenza, ha illustrato i dettagli dell’operazione: “La droga si “celava” nelle telefonate con le solite frasette. L’aspetto più interessante è il legame familistico tra le persone coinvolte. La sostanza stupefacente principalmente smerciata era la cocaina”.

Il comandante della compagnia di Castrovillari, il tenente Massimo Cipolla ha spiegato nei dettagli il legame familiare: “Ci sono due coppie: una è scoppiata. Perché c’era una dinasty familiare in cui sono emerse anche tradimenti e rapporti più complessi. La droga veniva spacciata prevalentemente a Castrovillari. Erano persone per lo più disoccupate che traevano sostentamento da queste attività. Come sottolinea il gip queste persone non erano strutturate in una organizzazione ma in una “solidale collaborazione”, in cui capitava che si aiutavano a vicenda essendoci appunto dei rapporti familiari. Il canale di approvvigionamento era sicuramente Cosenza”. (Agenzia Il Velino)