Rapina a Cosenza, soluzione lampo dei CC: fermati 2 fratelli DETTAGLI

Carlomagno

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Senibaldo Vincenzo De Grandis
Senibaldo Vincenzo De Grandis in una foto di qualche anno fa

Soluzione lampo per la rapina di stamane alla gioielleria Stroili Oro a Cosenza. In meno di 3 ore i Carabinieri di Cosenza hanno chiuso il caso fermando due fratelli di Castrolibero, di 29 e 25 anni, già noti alle forze dell’ordine.

Si tratta di Senibaldo Vincenzo De Grandis, classe ’88, con precedenti specifici per rapina e Francesco De Grandis, classe ’92, con alle spalle piccoli precedenti. I due sono fortemente indiziati del colpo di martedì mattina in pieno centro cittadino.

LA RAPINA – Alle 10 di martedì mattina due giovani con il volto parzialmente coperto, di cui uno armato con un grosso coltello da cucina, hanno fatto irruzione all’interno della gioielleria Stroili Oro, sull’isola pedonale di Corso Mazzini.

Una volta all’interno dell’oreficeria, (non c’erano clienti) il più grande dei fratelli, individuato in Senibaldo Vincenzo De Grandis, ha bloccato la titolare strattonandola ad un braccio e puntandogli il coltello alla gola.

Il presunto rapinatore è riuscito a strappare dal collo della donna le chiavi delle vetrine che contengono i preziosi. Aperta la teca, i banditi sono riusciti ad arraffare i preziosi. Ma a fatica, perché la donna ha lottato con tutte le sue forze per difendere i sui gioielli. Ne è nata una colluttazione durante la quale sia la titolare che il bandito sono rimasti feriti ad una mano.

LA FUGA – Secondo quanto ricostruito, dopo il colpo i due rapinatori sono fuggiti a piedi per le traverse di Corso Mazzini, ma nella concitazione della fuga perdono parte della refurtiva che uno di loro stringeva nella mano insaguinata. Le tracce di sangue sui preziosi sono come aver lasciato sul posto la carta di identità.

Intanto, al 112 sono giunte chiamate di cittadini che hanno segnalato la rapina in gioielleria. Sul posto arrivano le pattuglie dei Carabinieri che hanno trovato la donna spaventatissima e sotto choc con la ferita sanguinante al polso. Immediate le indagini.

L’IDENTIKIT – Dalla visione delle telecamere, sia interne a Stroili Oro che degli edifici circostanti, è stato subito ricostruito e diffuso un identikit dei due, i quali sono stati rintracciati all’ora di pranzo, in via Popilia, da una “gazzella” di carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia di Cosenza diretto dal tenente Felice Bucalo.

LA CATTURA IN VIA POPILIA – I fratelli De Grandis erano a bordo di un’auto e alla vista dei militari – da quelle parti per un controllo, ma avevano sul cruscotto l’identikit dei possibili rapinatori – si sono dati subito alla fuga, insospettendoli. I carabinieri, dopo un breve inseguimento, li hanno bloccati nei pressi del Conad.

Non c’è voluto molto per comprendere che le persone a bordo dell’auto erano in realtà i sospettati della rapina di poche ore prima. La mano fasciata di uno dei due è l’indizio che ha fatto scattare la molla agli uomini in divisa per dare avvio a perquisizioni da manuale militare. Arrivano altre pattuglie. Li fanno scendere dall’auto e hanno iniziato perquisizioni che però non hanno dato esiti positivi. L’arma usata per la rapina non era in auto. Della refurtiva neanche l’ombra. E’ probabile se ne siano disfatti prima. Dove siano stati i sospetti nelle poche ore precedenti è un mistero che gli investigatori stanno cercando di ricostruire.

Unico dettaglio è che i De Grandis si sarebbero cambiati gli abiti che avrebbero utilizzato tre ore prima. Vestiti sono stati trovati infatti nel bagagliaio dell’auto. Terminata la perquisizione i due sono stati ammanettati e condotti in caserma.

Oltre ai filmati, determinante per la (possibile) soluzione del caso è stata appunto la ferita sulla mano destra del fratello più grande, Vincenzo De Grandis. Un elemento “chiave” che potrebbe chiudere il caso con l’ausilio della Scienza: è sufficiente che il DNA delle tracce di sangue lasciate sui gioielli combaci con il plasma del giovane ferito.

IL BOTTINO – Il bottino non è ancora stato quantificato ma, da quanto si apprende, sarebbe consistente. Nella teca della gioielleria, erano custoditi monili d’oro e preziosi di valore che in parte sono asportati dai banditi. Parte della refurtiva, come detto, è stata recuperata poco distante dalla gioielleria.

I due fratelli sono ora trattenuti presso le camere di sicurezza della Compagnia di Cosenza in attesa della convalida del fermo che avverrà nei prossimi giorni. I De Grandis, non hanno ammesso alcuna responsabilità sui reati contestati e si mostrerebbero poco collaborativi.