Far west a Cosenza, bandito spara e ferisce un medico per rapina

Carlomagno

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Piazza Cappello CosenzaSparatoria in centro a Cosenza per un tentativo di rapina andato male. E’ successo intorno alle 19 nei pressi di via Misasi. Un medico cardiologo, Domenico Guzzo, che stava uscendo dal suo studio privato in piazza Cappello, nella penombra dei colonnati, è stato avvicinato da uno sconosciuto armato di pistola e col volto coperto con l’intenzione di rapinarlo.

Alla vista del rapinatore, il medico si è messo paura e ha girato le spalle nel tentativo allontanarsi e raggiungere in fretta la sua auto. E’ stato a quel punto che il bandito, indispettito dall’atteggiamento della sua “preda”, per fargli capire che faceva sul serio e che doveva consegnargli borsa professionale, orologio e portafogli, ha sparato alcuni colpi di pistola, ferendolo.

La vittima è stata colpita di striscio a una gamba. Ancora più terrorizzato, il professionista, sanguinante e zoppicante, è riuscito a rifugiarsi in un portone per mettersi in salvo e a far desistere il bandito che gli stava alle calcagne, arma fumante in pugno.

Gli spari e le urla dei residenti hanno attirato l’attenzione e il criminale, persa ormai ogni speranza di compiere il colpo è poi scappato a gambe levate tra le vie poco illuminate che circondano piazza Cappello. Il dottor Domenico Guzzo è stato soccorso dal 118. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri della Compagnia di Cosenza che stanno cercando di risalire al bandito.

L’ultimo episodio di violenza in centro, fa emergere uno spaccato inquietante in una città che tutto è tranne che un’isola felice, anzi con troppe ombre e poche luci. E’ allarme microcriminalità. Si fa strada quella non organizzata che domina la città costringendola a vivere nel terrore.

Siamo tornati agli anni bui delle “guerre” di mafia, ma senza boss perché in galera o pentiti. Quelle di oggi sono teste calde che agiscono come cani sciolti. Il primo che si alza la mattina detta legge e decide se e come guadagnarsi da vivere: scippando, truffando, rapinando, sparando. intimorendo eccetera.

Il tutto, purtroppo, nell’impunità più assoluta e senza uno straccio di giustizia degna di questo nome. Nel senso che le forze dell’ordine profondono ogni sforzo possibile, ma poi qualcosa s’inceppa tra le carte bollate che alimentano la “burocrazia” elefantiaca di tribunali e procure.

L’ultimo episodio di violenza criminale risale al 3 gennaio scorso, quando due banditi fanno irruzione in una gioielleria di corso Mazzini e feriscono con una coltellata al polso la titolare, dopodichè razziano gioielli a volontà e scappano anche sanguinanti.

Poche ore dopo i Carabinieri riescono a bloccare due fratelli ritenuti gli autori del colpo, ma sono stati subito rilasciati perché, ad avviso del magistrato, non c’era il pericolo di fuga, nonostante gli indizi raccolti apparivano granitici.