Paola, appalti truccati per tabelloni 6×3: 12 indagati, tra cui politici

Carlomagno

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Paola, appalti truccati per tabelloni 6x3: 12 indagati, tra cui politiciPAOLA (COSENZA) – I militari della stazione Carabinieri di Guardia Piemontese e della Compagnia di Paola hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo d’urgenza, emesso dal Pubblico Ministero, di tutti gli impianti pubblicitari che si trovano nel territorio di Acquappesa e Guardia Piemontese, e più specificamente di 17 impianti pubblicitari di grosse dimensioni, più conosciuti come 6 X 3.

A seguito dell’attività d’indagine condotta dai Carabinieri di Guardia Piemontese e coordinate dal sostituto procuratore presso il Tribunale di Paola, Anna Chiara Fasano, risultano iscritti nel registro degli indagati 12 persone tra i quali anche amministratori comunali, tecnici e funzionari comunali.

Indagati i sindaci di Acquappesa, Giorgio Maritano, e di Guardia Piemontese, Vincenzo Rocchetti, assessori e funzionari dei 2 comuni.

I reati contestati sono: turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, depistaggio, concorso di abuso d’ufficio, rifiuto di atti d’ufficio, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico.

L’articolata e complessa attività d’indagine, sviluppata ed approfondita nel settore degli appalti pubblici, ha permesso di accertare che la gestione del servizio pubblicitario dei due comuni veniva affidata dai competenti enti comunali in palese violazione del Codice degli appalti pubblici.

In particolare, sono stati favorite società di servizi pubblicitari, risultate mancanti dei necessari requisiti morali, professionali e di regolarità contributiva e, a seguito delle indagini dei Carabinieri, riconducibili a soggetti vicini al clan Muto di Cetraro ovvero a pluripregiudicati per mafia, sorvegliati speciale di pubblica sicurezza e, dunque, controindicati nei rapporti con qualsiasi pubblica amministrazione.

I citati appalti di beni e servizi venivano realizzati dai comuni di Guardia Piemontese e di Acquappesa in violazione della normativa prevista poiché, anziché procedere con la dovuta trasparenza con le previste modalità appaltati, operavano in dispregio delle norme vigenti attraverso affidamenti diretti al singolo ente societario, sempre riconducibile agli stessi soggetti indagati.

Predette società, inoltre, sono state nominate dai due Comuni affidatarie di servizi pubblici senza possedere i presupposti per una legittima partecipazione o addirittura versando in situazioni di confisca e/o cessazione dell’attività oltre che essere utilizzati dagli indagati attraverso una sorta di “passaggio di consegne” dei servizi pubblicitari da una società a un’altra.

Le indagini hanno potuto disvelare che le amministrazioni comunali coinvolte negli illeciti affidamenti non percepiscono alcun canone o introito dalla gestione affidata del servizio pubblicitario, nonostante il regolamento per la disciplina pubblicitaria comunale preveda un guadagno attraverso affidamenti onerosi; ciò ha determinato un grave nocumento per le casse interne comunali a fronte, invece, di un ingiusto profitto per i titolari delle società pubblicitarie, che invece vengono regolarmente pagate dalle attività commerciali che fruiscono da tempo dei pannelli pubblicitari. I carabinieri della Compagnia di Paola hanno anche accertato che la redditizia attività di lecita gestione del servizio pubblicitario è tutt’ora in corso su ben più ampio territorio.

Per tutta la durata della gestione, accertata dal settembre 2011 e sino a data odierna, entrambe le amministrazioni comunali omettevano anche di avviare iter amministrativo per la demolizione/rimozione degli impianti, peraltro non a norma, nonostante un provvedimento dell’Anas del febbraio 2012 gli intimasse il ripristino dello stato dei luoghi.

Per tre indagati è stato anche contestato il reato di depistaggio: in particolare dei tre, in qualità di pubblici ufficiali, al fine di ostacolare, sviare e comunque impedire attività d’indagine dei carabinieri, uno di essi ha negato di conoscere l’attività d’installazione e gestione delle pubbliche affissioni, mentre altri due soggetti producevano alcune autorizzazioni ed atti ambigui dai quali non emergevano gli introiti del loro comune al fine di ostacolare la reale conoscenza del servizio di installazione e gestione economica dei pannelli pubblicitari.