Acqua a Cosenza, Occhiuto rilancia sul risarcimento da Sorical

Carlomagno

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Mario Occhiuto durante la conferenza stampa sulla gestione idrica a Cosenza
Mario Occhiuto durante la conferenza stampa sulla gestione idrica a Cosenza

Il Comune di Cosenza chiederà un risarcimento alla Sorical per gli interventi “pagati in più e per l’acqua pagata a vuoto mentre si disperdeva”.

E’ quanto emerso dalla conferenza stampa indetta dal sindaco di Cosenza Mario Occhiuto per chiarire gli aspetti sulla gestione idrica in città che è al centro di un nuovo e velenoso scontro politico con Sorical, la società regionale guidata da Luigi Incarnato.

La Calabria, è attraversata dal grave problema della siccità e dunque della carenza idrica, ma “occorre fotografare bene la situazione a monte, non mistificarla – ha affermato Occhiuto – perché la gestione dell’acqua non può essere una gestione politica e non si può decidere per ragioni di appartenenza se dare o non dare l’acqua a questo o a quel Comune”.

Il primo cittadino del capoluogo bruzio è tornato a parlare della gestione dell’acqua a Cosenza prendendo spunto dal recente provvedimento del Tribunale Superiore delle Acque a Roma, che, spiega una nota, “ha di fatto legittimato l’ordinanza contingibile e urgente dello scorso 16 gennaio che Occhiuto aveva emanato vietando alla Sorical la riduzione di fornitura e disponendo la requisizione dei punti di consegna dell’acqua al fine di installare dei contatori omologati e verificare così, attraverso i tecnici municipali, l’effettiva portata della fornitura idrica”.

“Si tratta di un atto che non ha precedenti nel nostro Paese. Nell’ordinanza – ha detto Mario Occhiuto questa mattina a palazzo dei Bruzi – avevo indicato una quantità di acqua minima (311 litri al secondo) e la consegna delle chiavi dei serbatoi che erano di gestione Sorical. Allo stato attuale, nonostante l’ordinanza che la Sorical deve obbligatoriamente rispettare, oggi risulta che riceviamo circa 240 litri al secondo e quindi di meno rispetto a quanto ne dovremmo ricevere, considerando tra l’altro la fornitura di acqua fondamentale in primis per gli ospedali e le scuole”.

L’ordinanza del Tribunale delle Acque è stata notificata sia alla Sorical che al relativo dipartimento della Regione Calabria “ma non c’è stato ancora alcun riscontro. Per cui, da qui a breve, se la Sorical non rispetterà il provvedimento potrebbero scattare conseguenze penali”.

“Già nel 2012 – ha sottolineato Occhiuto – avevo emanato un’altra ordinanza sull’obbligo dei servizi indispensabili, che in seguito il Consiglio di Stato ha esteso poi a tutti i cittadini e non solo agli ospedali. Quell’ordinanza è tuttora valida”.

“Già il Consiglio di Stato, in sintesi, aveva legittimato che l’acqua deve essere un diritto di tutti i cittadini”. “Adesso – ha aggiunto il sindaco Occhiuto – sta accadendo che in ogni regione d’Italia si registrino problematiche legate alla siccità estiva e che vanno inevitabilmente a sommarsi ai problemi strutturali esistenti. Ma mentre altrove le istituzioni regionali si sono assunte le loro responsabilità, in Calabria anziché ammettere che abbiamo un’azienda come la Sorical che negli anni non ha ottemperato all’efficientamento delle reti idriche per come avrebbe dovuto, cioè attraverso l’uso corretto delle risorse dello Stato, si tenta di gettare ulteriori pesi sui Comuni”.

“Le somme – prosegue la nota del comune – a cui ha fatto riferimento Mario Occhiuto avrebbero dovuto riguardare anche le reti di distribuzione del Comune (quelle di adduzione sono gestite dalla Regione e dunque dalla Sorical)”.

“Le reti, oggi, non soltanto non sono sufficienti a evitare dispersioni – ha evidenziato il Sindaco – ma qualcuno dovrebbe pure spiegarci quali investimenti sono stati fatti, visto che nel ciclo integrato delle acque sono comprese anche le reti di adduzione a cui noi, come Comune, abbiamo dovuto mettere mano. La rete idrica di Cosenza nel 2008 registrava una dispersione del 67% mentre adesso siamo arrivati sotto il 37%, secondo i dati Istat. Occorreva che questa dispersione – ha proseguito – venisse ridotta attraverso i fondi specifici, invece la Regione non ha assolutamente investito bensì ha addirittura gravato sui Comuni che si sono trovati costretti a ricorrere, come nel nostro caso, a fondi di bilancio. In più, i Comuni hanno dovuto persino pagare la Sorical senza che gli utenti utilizzassero l’acqua che, appunto, veniva dispersa”.

“Proprio in virtù di tale spreco, idrico ed economico, l’Amministrazione comunale di Cosenza procederà con una richiesta risarcitoria: Abbiamo pagato i servizi gestionali della Sorical senza che però i cittadini avessero l’acqua, e come se non bastasse il Comune, ripeto, ha indebitamente pagato negli ultimi dieci anni interventi con propri fondi di bilancio. Tutto questo per quanto riguarda la dispersione. Per quanto riguarda invece la nuova legge regionale N. 18 del 18 maggio 2017 (‘Disposizioni per l’organizzazione del servizio idrico integrato’) si andrebbe ad addossare ai Comuni un onere finanziario ulteriore lasciando però la Sorical come soggetto gestore. Questa mi sembra una cosa difficile da realizzare”.