Confiscati beni per 2 milioni a imprenditore vicino al clan Muto

Carlomagno

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controlli poliziaBeni per un valore stimato di circa 2 milioni di euro sono stati confiscati ad Agostino Briguori, imprenditore 49enne di Bonifati (Cosenza), ritenuto presunto prestanome del clan Muto di Cetraro. La confisca riguarda anche beni intestati a familiari dell’uomo.

Il provvedimento, emesso dalla Corte di Appello di Catanzaro ed eseguito dal personale della divisione anticrimine della questura di Cosenza, scaturisce da un decreto di rigetto dell’appello e conseguente conferma della confisca.

La misura di prevenzione che prevede il sequestro finalizzato alla confisca dei beni, riconducibili a Briguori e familiari, costituisce la naturale prosecuzione dell’operazione denominata “Cartesio”, della Dda di Catanzaro, nella quale Agostino Briguori era stato destinatario di ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip distrettuale di Catanzaro, unitamente ad altri soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di essere presunti appartenenti alla consorteria mafiosa capeggiata da Franco Muto, operante sulla costa tirrenica cosentina.

Il provvedimento di oggi giunge al termine di un articolato procedimento giudiziario, all’esito del quale Briguori non sarebbe riuscito a dimostrare la legittima provenienza dei beni oggetto di sequestro.

Il sequestro ha riguardato società, aziende esercenti la gestione di stabilimenti balneari, di costruzione e vendita di beni immobili, affitto e gestione di servizi turistici, alberghi, residence, ristoranti, pizzerie aventi sede nella provincia di Cosenza e a Rimini, con attività presso i due centri commerciali di Cosenza e Rende, immobili a Bonifati, Bellaria e Igea Marina (Rimini), ad Arcavacata di Rende, tra le quali una villa su due livelli con affaccio su rupe marina, terreni siti nel comune di Bonifati e autovetture. Il valore dei beni sottoposti a confisca in precedenza e quelli di oggi ammonta a circa 2 milioni di euro.