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Nuovi guai per il calciatore Francesco Modesto, attuale allenatore del settore giovanile del Rende, dopo una carriera da centrocampista tra serie A e serie B. Arrestato con l’accusa di aver partecipato alle attività usurarie del clan Lanzino e poi scarcerato per decisione del Tribunale delle Libertà, il calciatore è stato destinatario di un nuovo avviso di garanzia, firmato dal procuratore capo Nicola Gratteri, dall’aggiunto Giovanni Bombardieri e dal pm Camillo Falvo.
Contro Modesto, ci sono nuove dichiarazioni del pentito Roberto Calabrese Violetta, supportate dai riscontri cercati e trovati dagli investigatori, che hanno sostanzialmente confermato – e blindato – il quadro emerso a carico del calciatore al momento dell’arresto. Secondo quanto emerso grazie ai nuovi approfondimenti investigativi, Modesto avrebbe preteso che uno degli imprenditori strozzati dal cognato Luisiano Castiglia e dal pentito Violetta, gli ristrutturasse casa a titolo di parziale estinzione del prestito contratto. Un’accusa aggravata dall’aver favorito il clan Lanzino – Ruà e con l’impiego del metodo mafioso – si legge nel provvedimento – «che ha determinato soggezione e omertà nella persona offesa, indotta a ritenere che i capitali ricevuti in esecuzione del mutuo usurario provenissero dalla ’ndrangheta del cosentino».
Ma un nuovo avviso di garanzia è stato recapitato anche ad Ermanna Costanzo e Domenico Fusinato, accusati di aver preteso lavori edili in cambio della restituzione di un prestito usurario, e Gianfranco Bevilacqua, che al titolare della ditta sotto strozzo avrebbe imposto la sua assunzione come guardiano notturno, assicurandogli che così si sarebbe messo al riparo da richieste estorsive. Anche per loro il Riesame aveva disposto l’annullamento della misura cautelare. (Fonte: Corriere della Calabria)