Rimborsi ai gruppi, Gdf in Calabria. Indagini dal 2010, ma non si esclude la gestione Loiero Bova.

Carlomagno

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A chi pensava che la questione della distrazione dei fondi dei gruppi regionali fosse solo laziale dovrà ricredersi. Anche in Calabria, come del resto in tutte le regioni d’Italia, vi sono tanti Fiorito e Maruccio.

La Guardia di finanza ha fatto un “blitz” oggi nel Consiglio regionale della Calabria, dopo che ieri è stata in Liguria. I militari, su disposizione del procuratore facente funzioni di Reggio Calabria Ottavio Sferlazza e del sostituto Matteo Centini, stanno acquisendo documenti relativi alla gestione dei bilanci di tutti i gruppi consiliari.

L’iniziativa si collega ad un’indagine sull’organizzazione e i finanziamenti alla campagna di un consigliere in carica alla Provincia di Reggio Calabria, che sarebbe stato eletto nella lista “Raffa presidente”, collegata a quella del Pdl. Le perquisizioni si stanno concentrando anche nel palazzo della Provincia. Il periodo preso in esame è dal 2010 in poi.

Ma nessuno si sente di escludere che gli inquirenti possano andare indietro ai cinque anni della gestione Loiero-Bova (e oltre, alla gestione Chiaravalloti), dove pullulavano i cosiddetti monogruppi. Cioè ogni consigliere poteva fare un suo gruppo con conseguente disponibilità finanziaria, autisti, auto blu, viaggi vacanza all’estero camuffate da missioni istituzionali e spese che ritenere “folli” è un eufemismo.

Rendicontazione, ovviamente, discrezionali. Annualmente si presentava un foglietto scritto a mano: “Spese varie” o “Spese eventuali varie”. Tutto a carico dei contribuenti che non avevavo modo né titolo per “entrare nel merito”. Spese pazze, carte di credito cedute alle mogli e agli amici, viaggi, ristoranti, alberghi, auto con pezze giustificative fallaci o inesistenti a fronte di onerosi rimborsi. Ostriche e champagne?

Si ipotizza molto ma molto di più. Maruccio è d’oro rispetto a quello fatto coi monogruppi. Lo stesso Loiero è oggi a capo del monogruppo Autonomia e diritti, con una cassa di oltre 300 mila euro tutti per lui, oltre all’indennità di carica. Gli inquirenti seppure in modo conoscitivo stanno cercando adesso di ricostruire le partite di giro di denaro pubblico elargito ai gruppi di provincia e regione per un arco di tempo breve.

Ancora non si hanno notizie certe sul consigliere provinciale ma si starebbe cercando di capire qualcosa in più su un vecchio stratagemma che usano i politici eletti alla provincia e alla regione per gonfiare i rimborsi: quello di trasferire il domicilio nel paese più lontano dalla sede del palazzo per intascare i soldi che in verità non spende. Alla provincia di Cosenza vi sono stati in passato (e forse ancora oggi) consiglieri che avevano la residenza a Praia a Mare piuttosto che a Roseto Capo Spulico, 120 chilometri di distanza dal capoluogo.
Intanto il presidente del Consiglio regionale Francesco Talarico, non ha commentato l’incursione delle Fiamme Gialle. Si è limitato a ricordare, come da programma, la strage degli otto ciclisti uccisi a Lamezia da un pirata della strada.