'Ndrangheta, blitz contro i Commiso, Pesce e Ursino

Carlomagno

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'Ndrangheta, blitz contro i Commiso, Pesce e UrsinoLa Polizia di Stato ha eseguito una serie di arresti e perquisizioni nei confronti di soggetti legati a cosche della ‘ndrangheta operanti tra Gioiosa Ionica, Rosarno e Siderno. Sono in tutto 14 le ordinanze di custodia cautelare emesse dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria: otto in carcere e sei ai domiciliari. Per tutti gli indagati l’accusa è di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di droga.

Tra i destinatari dei provvedimenti scaturiti dalle indagini degli uomini del Servizio centrale operativo e dalla Squadra mobile di Reggio Calabria, figurano il boss Giuseppe Commisso – detto “U mastru”, considerato il capo dell’omonima famiglia e già detenuto per una condanna a 14 anni di reclusione per associazione mafiosa – i suoi broker di riferimento e personaggi legati ai Pesce di Rosarno e agli Ursino di Gioiosa Ionica.

Nel dettaglio sono 8 ordinanze in carcere e 6 ai domiciliari.

In carcere:

Commisso Giuseppe, aliasU mastro”, nato a Siderno (Rc) il 02.02.1947; Pezzano Cosimo, nato a Siderno (Rc) l’08.10.1972; Spataro Claudio, nato a Messina il 19.6.1980; Fazari Luigi, nato a Taurianova (RC) il 3.8.1976; Correale Michele, alias “U Zorro”, nato a Siderno (Rc) il 2 novembre 1959; Galluzzo Giovanni, nato a San Giovanni di Gerace (Rc) il 29.11.1957; Arena  Domenico, nato a Rosarno il 15.04.1954; Genise Vincenzo, nato a Siderno (Rc) il 05.08.1987.

Ai domiciliari:

Demasi Rocco, nato a Gioiosa Jonica (Rc) il 15.03.1954; Demasi Giuseppe, nato a Locri (Rc) il 09.10.1986; Macrì Marco, nato a Locri (Rc) il 03.05.1972; Buttiglieri Salvatore, nato a Gioiosa Jonica (Rc) il 16.03.1948; Futia Antonio, alias “u Ngilla” nato a Siderno (Rc) il 21.09.1958; Castagna Gian Luca, nato a Locri (Rc) il 13.4.1975.

VIDEO OPERAZIONI

L’operazione scaturisce dell’analisi delle conversazioni ambientali intercettate all’interno della lavanderia Apegreen di Siderno (Reggio Calabria), gestita da Giuseppe Commisso e ritenuta dagli investigatori la base operativa dell’organizzazione. Le microspie furono piazzate nel 2010: ore e ore di conversazioni fra gli esponenti della ‘ndrangheta ionico-reggina consentirono di ricostruire le attività dei Commisso e, soprattutto, di scoprire l’esistenza di “locali” di ‘ndrangheta sia in Italia che all’estero. Indagini che portarono all’operazione “Crimine”, conclusa con oltre 300 arresti.

La rilettura e l’analisi di quelle e di altre conversazioni, rimaste fuori dal procedimento principale, ha consentito di individuare il ruolo dei Commisso nel narcotraffico internazionale e ha portato all’operazione di oggi. In sostanza, l’inchiesta rappresenta l’epilogo delle indagini che hanno coinvolto la cosca dal 2009 a oggi e ha dimostrato, secondo gli investigatori, come l’organizzazione fosse operativa in Belgio, Costa d’Avorio e Venezuela.

I dettagli dell’operazione sono stati resi noti in una conferenza stampa in procura a Reggio Calabria alla presenza del procuratore antimafia e antiterrorismo Franco Roberti, del procuratore di Reggio Federico Cafiero de Raho, del procuratore aggiunto Nicola Gratteri, del questore di Reggio Raffaele Grassi, del capo della prima sezione dello Sco Andrea Grassi e del capo della Squadra mobile Francesco Rattà.