Rosy Bindi e Marco Minniti per un patto anti ‘ndrangheta

Carlomagno

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Rosy Bindi e Marco Minniti per un patto anti 'ndrangheta
La presidente della Commissione nazionale Antimafia Rosy Bindi

REGGIO CALABRIA – “I voti della ‘ndrangheta “puzzano”. Nessun cedimento è ammesso. Dico questo soprattutto alla politica. A tutti noi che abbiamo ed esercitiamo delle responsabilità”. Lo ha detto la presidente della Commissione antimafia Rosy Bindi, intervenendo a Reggio Calabria al convegno di Cgil, Cisl e Uil sul tema “Legalità e lavoro. Il futuro per i giovani. Reagiamo uniti contro l’offensiva della ‘ndrangheta”.

“Non possiamo – ha aggiunto Rosy Bindi – chiedere al cittadino di resistere alla ‘ndrangheta, se i primi a cedere sono coloro che hanno il potere. Il potere delle istituzioni va usato per combattere la mafia, non per riconoscerle il ruolo di interlocutore. Quando succede vincono loro”.

Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla Sicurezza, Marco Minniti, ha detto che “il rapporto tra politica e ‘ndrangheta è faustiano. Nel momento in cui la politica scende a patti con la ‘ndrangheta ha perso la sua libertà. Ma nello stesso tempo è stata cancellata la dignità della politica”.

“Non poteva non esserci un largo fronte d’impegno che non vedesse in prima linea le grandi organizzazioni dei lavoratori – ha aggiunto Minniti – perché la ‘ndrangheta non è solo un problema della Calabria. C’è ormai un quadro molto chiaro emerso dalle tante indagini che sono state fatte dalla Procura e dalle forze dell’ordine di questa città e di questa provincia”.

“È una grande questione nazionale, ma attenzione – dice ancora Minniti – a considerare la situazione uguale a quella di 30 anni fa. Essa non è una semplice associazione a delinquere. La ‘ndrangheta ha nel suo Dna la capacità di infiltrarsi nelle istituzioni per condizionarne il funzionamento, di infiltrarsi nella politica per condizionarne le scelte. È dunque necessario recedere questi rapporti. È troppo semplice per la politica prendere atto solo dell’attività della Magistratura. Noi dobbiamo fare molto di più. Occorre una forte iniziativa nazionale di contrasto alla ‘ndrangheta”.

Minniti ha sostenuto, infine, che la corruzione è “altrettanto pericolosa, perché è l’elemento in cui la ‘ndrangheta entra come una lama nel burro”. Da qui l’appello per “un grande patto per la Calabria, vera e propria sfida della classi dirigenti calabresi, una sfida nostra, una sfida per me stesso”, ha concluso Minniti, definendo l’obiettivo finale “non quello di contenere la ‘ndrangheta, ma di cancellarla definitivamente”.