‘Ndrangheta, due confische per 1,5 milioni a cosca

Carlomagno

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'Ndrangheta, due confische per 1,5 milioni a cosca MaioDue confische ed un sequestro di beni, per un valore complessivo di circa 1 milione e mezzo di euro, sono state eseguite dai carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria. I provvedimenti sono stati emessi dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Reggio Calabria che ha accolto la richiesta della Dda.

Beni per 700 mila euro sono stati confiscati a Michele Maio, 62 anni, di Taurianova, condannato in primo grado a 14 anni e 6 mesi per associazione mafiosa nell’inchiesta “Tutto in Famiglia” contro le cosche della ‘ndrangheta. Sono stati confiscati una impresa, una abitazione e numerosi conti correnti. Altro provvedimento di confisca ha riguardato Pasquale Hanoman, 51 anni, di Taurianova, condannato a 18 anni per associazione mafiosa. Confiscati una impresa, 10 immobili.

Sono stati sequestrati ad Antonio Strangio, 63 anni, di San Luca, beni per 90 mila euro. L’uomo deve scontare una condanna a 30 anni di reclusione per associazione mafiosa, armi, tentato omicidio.

IL PROVVEDIMENTO
L’attività, spiega la Dda, costituisce la prosecuzione dell’operazione convenzionalmente denominata “Tutto in famiglia”, nell’ambito della quale Michele Maio viene indagato e successivamente condannato in primo grado a 14 anni e 6 mesi di reclusione in ordine al reato di associazione di tipo mafioso.

L’operazione “Tutto in famiglia”, prosegue la Dda, ha consentito di delineare gli aspetti strutturali e quelli operativi della cosca operante in San Martino di Taurianova, dimostrando che in quel territorio esiste una Locale di ‘ndrangheta, costituita in Società, attesa la documentata esistenza di una “Società Maggiore” e di una “Società Minore”, qualificando il ruolo del Michele Maio appunto in “Capo Società”.

Il quadro emerso dalla complessa attività investigativa ha evidenziato come la cosca Maio sia un’organizzazione criminale che, avvalendosi della forza di intimidazione e della conseguente condizione di assoggettamento, si dedichi principalmente all’attività di usura e alla commissione di reati (estorsioni, danneggiamenti, atti intimidatori in genere) per conseguire illeciti profitti.

L’attività di indagine ha consentito infatti di accertare che la cosca di San Martino di Taurianova traesse i suoi illeciti guadagni, oltre che dall’attività di usura, anche dalle estorsioni, conseguendo denaro ed altre utilità economiche con minaccia e violenza, imponendo versamento di somme o la consegna di parte del materiale prodotto a commercianti, imprenditori e proprietari terrieri.
Numerose sono infatti le conversazioni intercettate in cui si parla di “percentuali” sulle attività economiche svolte dai privati ed esplicitamente di riscossione di somme non dovute, con l’utilizzo di termini quali “busta”.

Le emergenze investigative hanno permesso di disvelare un vero e proprio sistema estorsivo legato ad un forte clima di intimidazione gravante sui cittadini dimoranti o che si trovino, per qualunque motivo, ad operare nel territorio di San Martino di Taurianova, consentendo di documentare lo svolgimento da parte della cosca dell’attività estorsiva nei confronti di imprese aggiudicatarie di lavori pubblici, per un importo pari al 2 – 3 % del valore complessivo dell’appalto, produttori di arance e proprietari di terreni agricoli.

L’odierno provvedimento, scaturito dalle risultanze investigative patrimoniali del Reparto Operativo dei Carabinieri reggini, che hanno consentito di accertare illecite accumulazioni patrimoniali, riguarda beni consistenti in: 1 impresa individuale operante nel commercio al dettaglio di carni ; 1 abitazione ubicata in Taurianova; svariati rapporti bancari, titoli obbligazionari, polizze assicurative riconducibili ai destinatari del provvedimento.

Analogo provvedimento di confisca preventiva di beni mobili ed immobili, anche in questo caso per un valore di circa € 700.000, è stato eseguito nei confronti di Pasquale Hanoman, 51enne da Taurianova (RC), e del suo nucleo familiare.

Anche Hanoman è ritenuto appartenente alla ‘ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata “cosca Maio” operante nella frazione San Martino del comune di Taurianova, a seguito della citata operazione convenzionalmente denominata “Tutto in famiglia” condannato in primo grado a 18 anni di reclusione per il reato di associazione di tipo mafioso.

Il provvedimento di sequestro scaturito dalle risultanze investigative patrimoniali del Reparto Operativo di Reggio Calabria riguarda beni consistenti in: 1 impresa individuale operante nella somministrazioni di alimenti e bevande; 10 tra fabbricati e terreni ubicati in Taurianova e Varapodio; svariati rapporti bancari, titoli obbligazionari, polizze assicurative riconducibili ai destinatari del provvedimento.

In particolare, i Carabinieri hanno apposto i sigilli al Bar “Vecchio Lume” di Taurianova, ove le attività investigative avevano consentito di accertare lo svolgimento di due riunioni di ‘ndrangheta, nel maggio ed aprile del 2011.

Contestualmente, in Sant’Ilario dello Jonio (Reggio Calabria), è stata data esecuzione ad ordinanza di sequestro e confisca nei confronti di Antonio Strangio, 63enne di San Luca, detenuto, le cui consistenze patrimoniali hanno costituito oggetto d’indagine da parte dei Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria a seguito di condanna definitiva emessa dalla citata Corte il 28 ottobre 2004 e di successiva emissione, il 22 giugno 2009, di Ordine di esecuzione di pene concorrenti rideterminate in anni 30 (trenta) di reclusione per i reati di associazione di tipo mafioso, armi, tentato omicidio ed altri.

Lo Strangio è appartenente alla famiglia degli Strangio alias “Jancu” di San Luca e ritenuto soggetto di elevato profilo criminale nell’ambito del predetto contesto familiare dedito, negli anni Ottanta, ai sequestri di persona.
Il provvedimento di sequestro eseguito dai Carabinieri riguarda un fabbricato, sito nel comune di Sant’Ilario dello Jonio (RC), del valore stimato in € 90.000 circa.