Cupola: l’invisibile e potente Alberto Sarra ai tempi di Peppe

Carlomagno

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Sarra e Scopelliti
Alberto Sarra e Giuseppe Scopelliti

E’ ritenuto uno degli elementi di vertice della cosiddetta cupola segreta, Alberto Sarra, 50 anni, già in passato destinatario di guai giudiziari. Esponente politico di spicco nel centrodestra reggino e calabrese, Sarra è amico di vecchia data di Peppe Scopelliti, ex leader del centrodestra calabrese con cui ha condiviso passioni politiche e sportive. Schivo di carattere, non ha mai amato le sue apparizioni mediatiche. L’ex An preferiva le “quinte” al “palcoscenico” della politica.

In una intercettazione tra lui e Scopelliti si sente Sarra “strigliare” l’ex sindaco e governatore con parole dal tenore amichevole ma un po’ perentorio: “Io sono stato sempre così, per te prendo sempre le bastonate… mi sono buttato in mezzo alla gente per te” e poi “come al solito le cicatrici restano a me…”. Peppe Scopelliti vorrebbe replicare ma non ne ha il tempo, tanta appare la foga dell’amico: “Va be’, va be’”, si limita a dire l’ex governatore della Calabria che terminerebbe, secondo il sonoro delle intercettazioni presenti nel video, con una frase impercettibile: “Dammi il gra…”.

Dopo le parentesi al centro dell’inchiesta della Dda reggina, Sarra è stato promotore (e capolista) in Calabria della lista con Berlusconi “Grande Sud – Mpa” che a livello nazionale faceva capo in primis all’ex sottosegretario al Cipe del governo Berlusconi, Gianfranco Micciché.

Alberto Sarra è stato sotto la lente dei media nazionali nel caso dei vitalizi d’oro legati alla sua invalidità per cui avrebbe percepito assegni mensili da circa 7mila euro (fu beccato dal Corsera a giocare a Basket quando le sue condizioni di invalido non lo avrebbero permesso), Sarra è stato, nel bene e nel male, uno dei protagonisti dell’ascesa al “potere” di Giuseppe Scopelliti prima, per due volte, al comune di Reggio Calabria, poi a Palazzo Alemanni.

Nell’inchiesta “Mamma Santissima” Sarra viene definito dagli inquirenti come colui che nel corso del tempo “si è avvalso, per sé ed in favore di altri candidati, del sostegno elettorale delle cosche Pesce, Condello, De Stefano, Tegano, Logiudice, Alvaro, Libri/Caridi, Vadalà, Lampada, Pangallo e Crucitti”, operando “direttamente in sinergia con Paolo Romeo al fine di elaborare ed attuare il progetto politico di cui lui stesso era parte integrante e che attribuiva un ruolo di centralità in primo luogo a Scopelliti.

In particolare, Sarra – “una volta acquisite le funzioni pubbliche a seguito di consultazioni elettorali viziate dalle pressanti ingerenze mafiose – ha agevolato e rafforzato il predetto sistema criminale di tipo mafioso” in primo luogo “gestendo un enorme bacino di voti della ‘ndrangheta da orientare al fine di perfezionare, in proiezione, l’articolato programma criminoso descritto”, in secondo luogo “interferendo, mediante l’uso deviato del proprio ruolo pubblico, sull’esercizio delle funzioni degli organi regionali di cui era divenuto componente”. Infine “favorendo le componenti politiche – in costanza di campagna elettorale – ed imprenditoriali delle varie articolazioni territoriali della ‘ndrangheta al fine di garantirgli rilevanti vantaggi patrimoniali”.