Cupola, Romeo e De Stefano artefici elezione di Fuda e Scopelliti

Carlomagno

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Cupola, Romeo e De Stefano artefici elezione di Fuda e ScopellitiIl deus ex machina della presunta “cupola” ‘ndranghetistica, Paolo Romeo, insieme a Giorgio De Stefano, avrebbe avuto un ruolo determinate per l’elezione di Giuseppe Scopelliti a sindaco di Reggio Calabria nel 2002 e di Pietro Fuda a presidente della provincia. E’ quanto si legge nell’ordinanza dell’inchiesta “Mamma Santissima” della Dda di Reggio culminata con gli arresti di Paolo Romeo, Alberto Sarra, Giorgio De Stefano e Francesco  Chirico e una richiesta di autorizzazione all’arresto a palazzo Madama per il senatore di Forza Italia, Antonio Caridi.

Secondo quanto ricostruito, a partire dal 2002, gli avvocati Romeo e De Stefano sarebbero stati non solo gli artefici dell’elezione dei due esponenti politici a Palazzo San Giorgio e alla Provincia, ma anche nella formazione degli organi di governo locale secondo un programma che, oltre a garantire loro – secondo un modello replicato nel tempo- il potere di interferire sul regolare funzionamento dei due enti attraverso più soggetti politici, in proiezione prevedeva l’infiltrazione degli Organi di governo regionale sino al Parlamento nazionale ed europeo.

Il risultato prioritario che mirava a conseguire Paolo Romeo, secondo la Dda, era quello della sinergica operatività Comune-Provincia e successivamente con gli altri organi di governo. Progetto questo che doveva essere realizzato in tre distinti momenti che la Dda riassume così:

Il primo momento, nel 2002, coincide con l’elezione di Scopelliti a sindaco del Comune di Reggio Calabria che, dimettendosi dall’incarico di assessore regionale alla Formazione della giunta Chiaravalloti, consentì a Sarra – primo dei non eletti nella tornata del 2000 – di approdare in Consiglio Regionale. Il secondo, si concretizza nel 2004, per effetto dell’elezione al Parlamento Europeo dell’ex assessore al Personale della Regione Calabria Umberto Pirilli, cosa realmente avvenuta e che consentì ad Alberto Sarra di subentrargli in un incarico assessorile. Il terzo avrebbe trovato compimento nel 2005, con la candidatura di Pietro Fuda alla Presidenza della Regione Calabria, intento vanificato da vicende giudiziarie che coinvolsero l’interessato oltre che lo stesso Romeo.

LE INTERCETTAZIONI

Particolarmente significative sono le emergenze relative alle elezioni, comunali e provinciali, del 2002 in relazione alle quali affiora che l’affermazione elettorale di Giuseppe Scopelliti sull’altro candidato (Demetrio) Naccari Carlizzi va ricondotta, oltre che alla maggiore controllabilità del primo, agli specifici interessi della presunta criminalità mafiosa anche nei settori dei lavori pubblici in generale, nella gestione dei fondi del Decreto Reggio e nella creazione delle società di servizi a capitale misto pubblico privato, progetto, questo, avviato a partire dal 2001.

Oltre a queste, secondo gli inquirenti, sarebbero stati alterati i risultati delle elezione delle rappresentanze “Provinciali e Grande Città” del partito “Popolo della Libertà” tenutesi a Reggio Calabria nel febbraio 2012 sia attraverso la premeditata compilazione di schede elettorali a favore dei candidati prescelti sia alterando i verbali di elezione.

Relativamente alle posizioni dei soggetti destinatari del provvedimento cautelare dell’inchiesta Mamma Santissima, si deve dire che nel contesto sopra illustrato – in cui gli avvocati Giorgio De Stefano e Paolo Romeo hanno svolto funzioni di direzione e coordinamento del presunto sistema criminale di tipo mafioso, vanno calate le figure dei politici Antonio Caridi, senatore eletto nel 2013 con Ncd poi approdato in Forza Italia, ed Alberto Sarra ovvero soggetti nuovi, che avrebbero operato nella direzione strategica individuata dai due legali affinché gli interessi di promanazione ‘ndranghetistica venissero comunque realizzati e tutelati, interferendo così sul funzionamento di enti di rango costituzionale, tanto locali che nazionali.