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I carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro hanno arrestato tre persone con l’accusa di avere messo in atto un tentativo di estorsione di danni di un farmacista di Rosarno, destinatario di numerose telefonate di minaccia.
Secondo quanto è emerso dalle indagini, l’autore materiale delle richieste estorsive sarebbe stato un uomo originario di Locri ma residente a Crema (Cremona), mentre i medici sarebbero stati i mandanti.
All’origine del tentativo di estorsione non ci sarebbe stato solo uno scopo di carattere economico, ma anche una vendetta di carattere personale legata alla separazione in corso tra uno dei due arrestati e la moglie, figlia del titolare della farmacia.
L’attività di indagine veniva avviata, dal dicembre dei 2015, a seguito della ricezione di telefonate minatorie a carattere estorsivo su utenze in uso al farmacista proprietario dell’omonima farmacia sita a Rosarno già in passato bersaglio di azioni predatorie da parte della locale criminalità organizzata al punto da essere costantemente presidiata da un servizio di vigilanza fissa, in orario di chiusura, da parte delle forze dell’Ordine e agli aitri componenti della famiglia.
Sotto il costante coordinamento della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, sono state condotte una serie di attività tecniche che hanno consentito di ricostruire in maniera puntuale quanto accaduto. Dai primi accertamenti espletati dall’analisi dei tabulati telefonici sulle utenze utilizzate dagli odierni indagati, formalmente intestate a cittadini stranieri che, contrariamente a ciò i cui interlocutori appalesavano un marcato accento calabrese, consentivano di accertare il luogo di provenienza delle chiamate minatorie, circoscrivibile alla città di Milano e province lombarde tra cui Cremona e Bergamo.