La ‘ndrangheta all’Expo 2015, sequestrati beni per 15 milioni

Carlomagno

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Il padiglione della Cina all'Expo 2015
Il padiglione della Cina all’Expo 2015

La Guardia di Finanza ha eseguito in Calabria, Emilia Romagna e Lombardia un decreto di sequestro di beni mobili, immobili e societari per un valore di circa 15 milioni riconducibili ad alcuni imprenditori operanti nel nord Italia e ritenuti contigui alle cosche di ‘ndrangheta Aquino-Coluccio e Piromalli-Bellocco.

L’indagine, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, scaturisce dall’attività volta a disarticolare un’organizzazione criminale calabrese che, attraverso dei prestanome, controllava diverse attività economiche e si era aggiudicata diversi appalti e sub appalti per la realizzazione di importanti opere, tra cui alcuni padiglioni di Expo 2015.

Tra queste, anche la realizzazione del padiglione della Cina e di quello dell’Ecuador ad Expo 2015 tra gli affari gestiti dalle imprese del nord Italia controllate dalle cosche della ‘ndrangheta. Le stesse imprese destinatarie del sequestro di beni si sarebbero anche occupate, secondo l’accusa, delle opere di urbanizzazione e delle infrastrutture di base di Expò 2015, del subappalto per la società Ferrovie del Nord, dell’ipermercato di Arese e del consorzio di Bereguardo.

Nei confronti delle persone coinvolte nell’operazione di sequestro di beni vengono ipotizzati, a vario titolo, i reati di associazione di tipo mafioso, riciclaggio, estorsione, induzione alla prostituzione, detenzione illecita di armi da fuoco.

L’indagine ha preso le mosse da un’intensa attività investigativa volta a disarticolare un sodalizio criminale calabrese, dedito al controllo di diverse attività economiche fittiziamente intestate a soggetti compiacenti aggiudicandosi, anche con il ricorso di metodi mafiosi, appalti e sub-appalti per la realizzazione di opere importanti.

L’operazione, denominata “Rent”, per la specificità dell’ organizzazione indagata, ha interessato sia l’ambito nazionale che quello internazionale. Proprio in ordine a tale ultimo aspetto, nel corso dell’attività investigativa sono stati monitorati ulteriori lavori per la realizzazione in Romania di un complesso turistico-sportivo, in località Arges Pitesti, e del resort Molivişu, per un valore complessivo di 80 milioni di euro di cui 27 a carico dell’Unione europea, nonché di un immobile in Marocco.

Molte delle persone destinatarie del provvedimento di sequestro di beni sono state già coinvolte nell’operazione “Underground” eseguita il 3 ottobre scorso dalla Guardia di Finanza di Milano. I beni sequestrati consistono in appartamenti e locali, autoveicoli di lusso, motoveicoli e autocarri, società, polizze assicurative e conti correnti bancari e postali.