Nasce "Il Garantista", nuovo quotidiano diretto da Sansonetti. Esce in tutta Italia con sedi a Roma, Campania e Calabria

Carlomagno

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La prima pagina de “Il Garantista” del 18 giugno 2014

Intervistato da Tempi, Piero Sansonetti spiega i perché della nuova avventura editoriale. Il quotidiano avrà una sede a Roma, una in Campania e tre in Calabria, regione dove aveva diretto l’Ora della Calabria, il giornale chiuso dopo il caso “Oragate” e che aveva lasciato per strada decine di giornalisti, parte dei quali riassorbiti ora da Sansonetti nel nuovo quotidiano. Editore sarà una cooperativa di giornalisti (nuova formula per affrancarsi da editori-padroni e speculatori di ogni specie) finanziata da una cordata di imprenditori tra cui Andrea Cuzzocrea, presidente di Confindustria Reggio Calabria. Auguri da secondopianonews.com

Chiara Rizzo per Tempi

Oggi al centro dell’attenzione dei media ci sono due casi di cronaca nera. L’arresto del presunto assassino di Yara Gambirasio e la vicenda dell’uomo che ha ucciso moglie e figli a Motta Visconti (Mi). Che titolo darebbe Il Garantista se foste in edicola oggi, o quale darete domani?

Rivelo il titolo della prima pagina di domani. Grosso modo sarà: “Dagli al mostro”. Sottotitolo: “Giornali e politici scatenati. La procura frena”. Trovo che sia gravissimo quello che ha fatto Angelino Alfano ieri. La convocazione di una conferenza stampa per dire che è stato fermato il già sicuro assassino lo considero da parte sua un non rispetto della Costituzione. Anzi la considero una non conoscenza della Costituzione, poveretto, perché posso solo supporre a questo punto che non conosca il principio di presunzione di innocenza, anche se è stato ministro della Giustizia. Penso che anche di fronte al delitto più efferato la Costituzione vale, e un indagato è un presunto innocente fino all’ultimo grado di giudizio.

Perché avete scelto proprio questo nome, Il Garantista?
La risposta è evidente fin dal nostro primo giorno di vita. Pensiamo sia necessario un rispetto della Costituzione e che essa valga per tutti i delitti. Ci consideriamo essenziali in questo momento storico, con inchieste che sconvolgono il dibattito pubblico quasi ogni giorno.

A chi vi rivolgerete? Quale sarà il vostro pubblico di riferimento?
Ci rivolgiamo a tutti, il giornale sarà popolare e anche pieno di notizie divertenti, ma vogliamo solo far riflettere un po’. Speriamo di mettere dei semi di pensiero nell’opinione pubblica dopo questi ultimi vent’anni di forcaiolismo dominante. Questi ultimi vent’anni sembrano aver abolito i semi di pensiero e di riflessione sulle cose. Ecco, noi vorremo abolire quanto meno questo divieto di pensare.

Chi è il vostro editore?
Una cooperativa di giornalisti, cioè saremo noi stessi. Al nostro fianco c’è una cordata di imprenditori, il capofila Andrea Cuzzocrea, che è presidente di Confindustria Reggio Calabria, e altri per lo più legati al settore edile: ci sostengono, e si occuperanno della raccolta pubblicitaria.

È vero che, dopo la direzione di un quotidiano calabrese (Calabria ora/L’ora della Calabria), adesso torna in quella regione con una redazione del Garantista?
Sì. Il Garantista avrà una redazione a Roma, e tre redazioni in Calabria, perché ci sarà un supplemento locale di 20 pagine. Più un’altra redazione in Campania (dove il quotidiano sarà abbinato ad un supplemento locale di 16 pagine).

Piero Sansonetti
Piero Sansonetti (foto
Leone/LaPresse)

Scusi, ma in un momento di gravissima crisi dell’editoria, chi glielo fa fare di aprire una nuova testata e nuove redazioni? Dopo una lunga carriera, potrebbe godersi un po’ di riposo anziché rischiare capitale economico e umano.
Lo ribadisco, mi muove la convinzione che sia necessario fare questo giornale, che sia necessaria una testata di sincero spirito garantista, e non nel senso che difende gli amici propri. La seconda pagina sarà dedicata, ad esempio, alle carceri. Fare un giornale su carta è una scommessa, significa navigare controvento. Ma serviva.

Lei ha una lunga militanza a sinistra. Pensa che nella sinistra attuale, dove i deputati che hanno votato per la responsabilità civile dei magistrati sono considerati dei “franchi tiratori” contro la linea del partito, ci sia ancora uno spazio per il garantismo?
Da almeno vent’anni, penso anche trent’anni, non c’è più una sinistra garantista in Italia, quanto meno non è maggioritaria. Anzi, oggi questa parola ha subìto uno strano contrappasso, spesso in certi ambienti assume il significato erroneo di “amici dei mafiosi”. Per garantismo invece si intende la civiltà non parliamo di chissà che la migliore tradizione dell’illuminismo o del cristianesimo. Ecco noi vogliamo costringere anche la sinistra a ragionare, a tornare a personaggi che sono stati pilastri portanti del diritto per l’Italia. C’è stato un tempo in cui la sinistra italiana è stata garantista e vorrei spingere quella attuale a ricordare persone come Umberto Terracini, o Piero Calamandrei.