25 Aprile 2024

Giornalista italiano trattenuto in Turchia, diplomazie al lavoro

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giornalista Gabriele Del Grande
Il giornalista Gabriele Del Grande

Un documentarista e giornalista italiano, Gabriele Del Grande, 35 anni, è ancora trattenuto in Turchia dopo essere stato fermato a seguito di un controllo una decina di giorni fa al confine con la Siria. Mobilitati tutti i dispositivi diplomatici per giungere alla sua liberazione. Apprensione dei familiari in costante contatto con le autorità italiane.

Da quanto scrive l’Ansa, citando fonti diplomatiche, una delegazione del consolato italiano di Smirne si è recata nel centro di detenzione amministrativa di Mugla, sulla costa egea meridionale della Turchia, dove l’uomo si trova in stato di fermo.

L’invio di una rappresentanza consolare era stato disposto dal ministro degli Esteri, Angelino Alfano, mentre l’ambasciatore d’Italia ad Ankara, Luigi Mattiolo, ha trasmesso alle autorità turche la richiesta di visita consolare, come previsto dalla Convenzione di Vienna del 1963.

“Ho in fase di lavorazione un contatto mio personale e diretto con il Governo turco, per fargli capire chiaramente qual è il livello di attenzione del nostro Paese su questa vicenda”, ha detto Alfano. La Farnesina aveva chiesto che il giornalista “sia rimesso in libertà, nel pieno rispetto della legge”.

Martedì, in una breve telefonata ai familiari in Italia, il 35enne reporter toscano aveva raccontato di essere stato trasferito a Mugla dopo essere stato inizialmente trattenuto in un altro centro di detenzione nella provincia di Hatay, al confine turco-siriano.

“Sto bene, non mi è stato torto un capello ma non posso telefonare, hanno sequestrato il mio cellulare e le mie cose, sebbene non mi venga contestato nessun reato”, ha detto al telefono Gabriele Del Grande, il giornalista italiano fermato in Turchia durante un controllo dalle autorità al confine con la Siria e trattenuto da alcuni giorni in un centro di detenzione amministrativa, riuscendo a chiamare in Italia dal telefono del Centro dove è detenuto. Mentre telefonava ha raccontato di essere circondato da quattro poliziotti.

“Inizio lo sciopero della fame e invito tutti a mobilitarsi per chiedere che vengano rispettati i miei diritti”, ha annunciato chiamando la sua compagna e alcuni amici. “I miei documenti sono in regola, ma non mi è permesso di nominare un avvocato, né mi è dato sapere quando finirà questo fermo – ha aggiunto nella telefonata – La ragione del fermo è legata al contenuto del mio lavoro. Ho subito interrogatori al riguardo. Ho potuto telefonare solo dopo giorni di protesta”.

Chi è Gabriele Del Grande
Gabriele Del Grande è reporter e documentarista. Come giornalista ha collaborato con L’Unità, Redattore Sociale, Peace Reporter. Ha scritto i libri “Mamadou va a morire”, “Il mare di mezzo” e “Roma senza fissa dimora”. Nel 2013 ha realizzato un reportage sulla guerra civile siriana, pubblicato da Internazionale.

Nel 2014, insieme ad Antonio Augugliaro e Khaled Soliman Al Nassiry, ha realizzato il documentario “Io sto con la sposa” che racconta la vera storia di cinque profughi palestinesi e siriani, sbarcati a Lampedusa, che per arrivare in Svezia mettono in scena un finto matrimonio. Finanziato con il crowdfunding, il film è stato presentato alla 71/ma edizione della Mostra del Cinema di Venezia, sezione Orizzonti.

Sabato erano arrivate rassicurazioni anche dalla Farnesina. “Sta bene. E’ stato fermato perché si trovava in una zona del Paese in cui non è consentito l’accesso”. Il ministero degli Esteri, in stretto raccordo con l’Ambasciata d’Italia ad Ankara e il Consolato a Smirne, continua a seguire il caso con la massima attenzione per favorire una rapida soluzione della vicenda.

La Farnesina sta prestando ogni possibile assistenza alla famiglia del reporter con la quale è in costante contatto. Ad auspicare che “al più presto siano noti i tempi e le modalità di rimpatrio” sono stati oggi il legale della famiglia di Del Grande, Alessandra Ballerini, e Luigi Manconi, presidente della commissione per la Tutela dei Diritti Umani del Senato.

“Nella serata di ieri – scrivono Ballerini e Manconi – abbiamo ricevuto la conferma che la Farnesina mantiene la massima attenzione sulla sorte di Del Grande, trattenuto in un centro di detenzione amministrativa in Turchia, dove si trovava per scrivere il suo nuovo libro. Sempre ieri – proseguono – l’Ambasciatore italiano ad Ankara ha avuto incontri con il ministro degli Esteri e il Direttore generale del ministero dell’Interno della Turchia, che hanno confermato lo stato di buona salute di Del Grande e la sua imminente espulsione dal Paese. Lo stesso ministro degli Esteri si è impegnato a inviare una nota all’ambasciatore italiano sui tempi e le modalità del rimpatrio. Auspichiamo – concludono – che accada al più presto”.

Tuttavia, considerato lo svolgimento del referendum sulla riforma della Costituzione in Turchia, il rimpatrio potrebbe aver preso del tempo. I controlli nei confronti dei reporter, anche stranieri, si sono ulteriormente irrigiditi in Turchia con l’introduzione dello stato d’emergenza, decretato dopo il fallito golpe della scorsa estate e ancora in vigore.


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