29 Marzo 2024

Omicidio Loris, la ricostruzione giorno per giorno fino al fermo della mamma

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Veronica Panarello con il figlio Andrea Loris Stival
Veronica Panarello con il figlio Andrea Loris Stival. La procura ipotizza sia stata proprio la madre a uccidere il bimbo (foto web)

Dopo nove giorni d’indagini serrate arriva la svolta sul caso Loris Stival. Omicidio volontario, aggravato dal legame di parentela, e occultamento di cadavere: dopo 6 ore di interrogatorio la procura di Ragusa emette un provvedimento di fermo nei confronti di Veronica Stival, la mamma del piccolo. Sarebbe stata dunque lei, secondo magistrati e investigatori di polizia e carabinieri, ad uccidere con una fascetta da elettricista stretta attorno al collo il figlio di 8 anni la mattina di sabato 29 novembre. E sarebbe stata sempre lei a gettare il corpicino nel canalone in contrada Mulino Vecchio, a meno di due chilometri di distanza dal centro di Santa Croce Camerina. Veronica avrebbe fatto quindi tutto da sola: nessun complice, nessun aiuto.

LE TAPPE DELLA VICENDA

29 novembre 2014. La scomparsa di Loris e il ritrovamento del cadavere – La mattina del 29 novembre Veronica Panarello dà l’allarme per la scomparsa di suo figlio, Loris Stival, nel paesino di Santa Croce Camerina in provincia di Ragusa. Dice di averlo portato a scuola, ma le maestre rispondono che Loris in classe non è mai arrivato. Forze dell’ordine e cittadini sono impegnati nella ricerca. Poi il tragico ritrovamento del cadavere del piccolo, in un mulino abbandonato, a 3-4 chilometri dal paese. A scoprire il corpo è Orazio Fidone, cacciatore. Alla notizia la madre è in stato confusionale e sotto choc. Le prime indagini si concentrano sul ‘buco’ di quattro ore, dalle 08.30 alle 12.30, della mattina. È giallo.

30 novembre 2014. La Procura apre fascicolo omicidio volontario – Omicidio volontario. La Procura di Ragusa rompe gli indugi e indica la strada privilegiata nell’inchiesta sulla morte di Loris. Il fascicolo è aperto a scopo cautelare e senza indagati, anche se la polizia sequestra l’auto del cacciatore Orazio Fidone perché “tutta l’area del ritrovamento è sotto sequestro”. Fidone viene anche sentito come persona informata sui fatti: “Sono sereno, ho chiarito tutto e non sono indagato”. Gli investigatori cominciano a passare al setaccio i video di negozi, scuola e banche, per cercare di vedere se in qualche immagine si veda Loris. La famiglia è chiusa nel dolore, la madre trascorre la notte dopo il ritrovamento nell’obitorio dell’ospedale di Ragusa piangendo e urlando. Il paese scende in piazza con una fiaccolata e una veglia di preghiera.

1 dicembre 2014. Le prime risposte dall’autopsia: Loris strangolato – Sequestro di persona e omicidio volontario, ma senza indagati; assenza di segni di violenza a scopo sessuale. Sono i punti fermi della Procura di Ragusa sull’uccisione di Loris. Prime risposte arrivano dall’autopsia: il bambino è morto per asfissia da strangolamento, poi è stato gettato nel canale in cui è stato trovato privo di vita. Nessuna prova di violenza sessuale subita, ma comunque si segue anche la pista del pedofilo. Loris viene descritto come un bambino introverso e i sospetti virano su chi lo conosceva.

2 dicembre 2014. Cacciatore indagato, primi dubbi sulla versione della madre– L’inchiesta apre nuovi scenari. Non c’è traccia di Loris nelle immagini delle telecamere di Santa Croce Camerina che la mattina del 29 novembre hanno ripreso l’auto con cui la mamma lo stava portando a scuola. Ci sono ancora altri video da visionare, ma intanto la mamma di Loris viene sentita nuovamente come persona informata sui fatti per chiarire alcuni aspetti relativi a quella mattina e al suo racconto. Davanti alla scuola del piccolo viene ritrovato un paio di slip blu: si crede siano quelli del bambino che quando è stato trovato non li indossava. Iscritto nel registro degli indagati il cacciatore Orazio Fidone, per sequestro e omicidio: atto dovuto per consentire di fare gli accertamenti irripetibili sulla sua auto e sui suoi vestiti. Per indagare arrivano anche i Ros del caso Yara.

3 dicembre 2014. Video smentisce madre Loris – C’è un video che smentisce il racconto di Veronica Panarello, la mamma del piccolo Loris: la mattina di sabato 29 novembre il bambino non è mai arrivato a scuola, come ha sostenuto la donna, ma è rientrato a casa. Le immagini, registrate da una telecamere ad una cinquantina di metri dall’abitazione della famiglia, confermano dunque i dubbi di investigatori ed inquirenti che ora vogliono capire perché Veronica ha raccontato loro una versione diversa da quella immortalata nei frame video. Nel pomeriggio poliziotti e carabinieri effettuano rilievi nell’abitazione di Loris fino a tarda sera.

4 dicembre 2014. Loris strangolato con fascette, madre ripercorre percorso con Polizia – Nuovi dettagli emergono dall’autopsia su Loris. Il bambino è stato strangolato con un laccio di plastica, una fascetta di quelle utilizzate dagli elettricisti. Dove è stato ucciso è ancora un mistero. Gli esami evidenziano anche graffi sul viso e sul collo del bambino. Gli investigatori scavano nel racconto della madre di Loris. Almeno 3 le contraddizioni nei due verbali firmati finora: la distanza dalla scuola alla quale è stato lasciato Loris: 500 metri nella prima versione, una decina nella seconda. C’è poi il discorso relativo al corso di cucina, dove in un caso la donna dice di esserci andata subito dopo aver lasciato il figlio piccolo alla ludoteca e in un altro di esser passata prima da casa per delle “faccende domestiche”. Infine il sacchetto della spazzatura gettato in strada lungo un percorso che non ha nulla a che fare con la scuola di Loris ma è invece più compatibile con la strada per il Mulino Vecchio. Veronica sale a bordo di una delle due auto della polizia e ha rifatto la strada tra la casa di via Garibaldi e la scuola Falcone e Borsellino frequentata dal bimbo.

5 dicembre. Il giallo delle fascette consegnate da Veronica alle maestre – Il ‘grande fratello’ di Santa Croce Camerina, una quarantina di telecamere di sorveglianza sparse per il paese, svela dettagli agli atti dell’inchiesta sulla morte di Loris: la Polo nera della mamma il giorno della scomparsa del figlio non ha mai raggiunto la scuola del bambino, ma è ripresa mentre passa a 50 metri dalla strada che porta al Mulino Vecchio, dove lo stesso giorno, il 29 novembre, viene trovato il cadavere del piccolo. Questa la ricostruzione degli investigatori: la mattina del 29 novembre il bambino non arriva a scuola, ma torna a casa alle 8.32. Trascorsi 17 minuti, alle 8.49, rientra anche la madre, che esce nuovamente 36 minuti dopo, alle 9.25. C’è poi il giallo delle fascette: gli esperti lavorano sulle fascette di plastica che Veronica Panarello due giorni dopo la morte del bambino consegna alle due maestre che la vanno a trovare per farle le condoglianze: sarebbero compatibili con quella utilizzata per strangolare Loris.

6 dicembre. Sei minuti di Veronica vicno alla strada del Mulino – Sono 6 minuti quelli che potrebbero cambiare il destino di Veronica Panarello: i 360 secondi che, senza un’apparente spiegazione plausibile, la donna passa, la mattina della scomparsa del piccolo Loris, a poche decine di metri dal punto in cui troveranno ore dopo suo figlio morto. Perché è lì? Perché impiega 9 minuti per percorrere un tratto di strada che gli investigatori, rifacendolo in auto con lei, hanno percorso in 3 minuti? Domande che il marito e papà di Loris sembra non volersi porre, difendendo a spada tratta la moglie. “E’ una mamma speciale – dice Davide Stival – non voglio che si infanghi il suo nome”. Intanto elicotteri di polizia e carabinieri sorvolano le campagne attorno a Santa Croce Camerina nella speranza di individuare dall’alto il punto dove potrebbe essere stato gettato lo zainetto di Loris.

7 dicembre. La telefonata di Veronica al Marito – In quei 36 minuti tra le 8.49 e le 9.25 di sabato 29 novembre in cui secondo gli investigatori e gli inquirenti Veronica Panarello rimane sola in casa con il figlio Loris, che non è mai andato a scuola a differenza di quanto afferma la madre, la donna riceve una sola telefonata, dal marito, due minuti prima di uscire. Ignoto il contenuto della conversazione. La donna continua a non essere indagata. Ancora nessuna traccia dello zaino.

8 dicembre. Madre sotto torchio in Procura – Nove giorni dopo il ritrovamento del piccolo Loris nel fosso di contrada Mulino Vecchio a Santa Croce Camerina arriva il momento della verità per Veronica Panarello. La Procura di Ragusa rompe gli indugi e in serata convoca la madre del bambino per interrogarla e chiarire una volta per tutte cosa accadde la mattina di sabato 29 novembre. Veronica viene sentita per ore. Il marito:  “Se è stata davvero lei mi cade il mondo addosso”.

9 dicembre. Veronica fermata per omicidio – è da poco passata la mezzanotte quando arriva la notizia del fermo per Veronica. Omicidio aggravato e occultamento di cadavere sono i reati che la Procura di Ragusa ha contestato nel provvedimento di fermo alla madre di Loris.


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