19 Aprile 2024

‘Ndrangheta al Nord, 163 arresti in tutta Italia

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Un fermo immagine dell'operazione contro la 'Ndrangheta (Ansa)
Un fermo immagine dell’operazione contro la ‘Ndrangheta (Ansa)

BOLOGNA – Maxi operazione congiunta dei carabinieri contro la ‘ndrangheta in Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto, Calabria e Sicilia. 117 gli arresti disposti dalla magistratura di Bologna. Altri 46 provvedimenti sono stati emessi dalle procure di Catanzaro e Brescia, per un totale di oltre 163 arresti.

Risate sul terremoto in Emilia, come all’Aquila. Sono in un dialogo citato nell’ordinanza del Gip tra due indagati, Gaetano Blasco e Antonio Valerio: “E’ caduto un capannone a Mirandola”, dice il primo. “Valerio ridendo risponde: eh, allora lavoriamo là.. Blasco: ‘ah sì, cominciamo facciamo il giro…'”, si legge.

La conversazione intercettata è del 29 maggio 2012, il secondo giorno del sisma emiliano. La telefonata è delle 13.29, la scossa devastante, annota l’ordinanza era stata alle 9.03. Blasco e Valerio sono due indagati ritenuti tra gli organizzatori dell’associazione a delinquere di stampo mafioso, contestata nell’inchiesta sulla ‘ndrangheta Aemilia. I due avevano “contatti e rapporti d’affari” con la Bianchini Costruzioni, azienda coinvolta nell’indagine. La conversazione è citata quasi come simbolica in apertura di un capitolo dedicato proprio alle infiltrazioni nell’attività di ricostruzione post-terremoto.

PROCESSO AEMILIA INIZIA IL 23 MARZO 2016. LEGGI

Il procuratore Roberti: azione storica contro mafia nord “Un intervento che non esito a definire storico, senza precedenti. Imponente e decisivo per il contrasto giudiziario alla mafia al nord”. Così sull’indagine di Bologna il procuratore Franco Roberti. “Non ricordo a memoria un intervento di questo tipo per il contrasto a un’organizzazione criminale forte e monolitica e profondamente infiltrata”.

Dall’indagine “Aemilia” emergono riscontri di attività di supporto e tentativi di influenzare elezioni amministrative da parte degli affiliati al gruppo criminale in vari comuni dell’Emilia. Lo ha spiegato il procuratore Roberto Alfonso, nella conferenza stampa a Bologna, citando i casi di Parma nel 2002, Salsomaggiore nel 2005, Sala Baganza nel 2011, Brescello nel 2009.

Nell’indagine figura pure una cronista sottoposta a pressioni per non pubblicare notizie. Si tratta di Sabrina Pignedoli, corrispondente Ansa da Reggio Emilia e cronista del Resto del Carlino. “Il tentativo di compressione della libertà di stampa è stato respinto e io credo che la vostra collega per questo meriti un plauso” ha spiegato il procuratore di Bologna Roberto Alfonso.

Sequestri per 100 milioni, anche un intero quartiere. In particolare sono stati raggiunti dal provvedimento diverse società di Alessandro e Augusto Bianchini, imprenditori edili impegnati anche nella ricostruzione post-sisma 2012. L’esecuzione è ancora in corso da parte dei carabinieri del Ros, dalla Dia e dalla Guardia di finanza di Cremona. E’ stato inoltre sequestrato un intero quartiere, composto da circa 200 appartamenti a Sorbolo, comune del Parmense. La richiesta di sequestro, approvata dal Gip, è firmata dai Pm Marco Mescolini e Beatrice Ronchi.

A coordinare l’inchiesta, denominata “Aemilia”, la procura distrettuale antimafia di Bologna, che ha ottenuto dal gip un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 117 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, usura, porto e detenzione illegali di armi, intestazione fittizia di beni, reimpiego di capitali di illecita provenienza, emissione di fatture per operazioni inesistenti ed altro.

Tutti reati commessi con l’aggravante di aver favorito l’attività dell’associazione mafiosa. Contestualmente, le procure di Catanzaro e Brescia – in inchieste collegate – hanno emesso altri 46 provvedimenti di fermo per gli stessi reati. Imponente lo schieramento dei carabinieri impiegati, anche con l’ausilio di elicotteri, in arresti e perquisizioni. In Emilia, sottolineano gli investigatori, la ‘ndrangheta ha assunto una nuova veste, colloquiando con gli imprenditori locali.

C’è anche il consigliere comunale di Reggio Emilia Giuseppe Pagliani (Forza Italia) tra gli arrestati nella maxi operazione “Aemilia” contro la ‘ndrangheta, coordinata dalla Dda di Bologna ed eseguita dai carabinieri di Reggio Emilia, Parma, Modena e Piacenza. I carabinieri lo hanno prelevato dalla sua abitazione a Scandiano (Reggio Emilia).

Arrestato anche il padre di Iaquinta – Ci sono anche importanti imprenditori del settore edile coinvolti nell’indagine Aemilia fra cui Giuseppe Iaquinta, padre del calciatore Vincenzo campione del mondo, arrestato nel reggiano e Augusto Bianchini che ha partecipato agli appalti per la ricostruzione post terremoto in Emilia residente nel Modenese.

Coinvolti anche fratelli del boss Aracri – Ci sono anche i fratelli del boss già detenuto Nicolino Grande Aracri, Domenico ed Ernesto, tra le persone coinvolte nell’operazione contro la ‘ndrangheta condotta dai carabinieri e coordinata dalle Dda di Bologna e Catanzaro.

Domenico Grande Aracri, che è un avvocato penalista, è stato arrestato in esecuzione di una delle 117 ordinanze di custodia cautelare emesse su richiesta della Dda di Bologna, mentre Ernesto Grande Aracri è uno dei destinatari dei 37 provvedimenti di fermo emessi dalla Dda di Catanzaro. Dall’inchiesta sarebbe emersa la diffusione capillare in Emilia Romagna, ed in parte della Lombardia e del Veneto, delle attività della cosca di ‘ndrangheta dei Grande Aracri, sotto il diretto controllo e la guida di Nicolino Grande Aracri, con infiltrazioni in molteplici settori economici ed imprenditoriali.

Tra le persone coinvolte nell’inchiesta della Dda di Bologna ci sono imprenditori, professionisti, amministratori pubblici, rappresentanti delle forze dell’ordine e un giornalista. Lo ha spiegato il procuratore di Bologna, Roberto Alfonso. Il giornalista è Marco Gibertini, raggiunto da misura di custodia cautelare per concorso esterno in associazione mafiosa, il quale “metteva a disposizione del sodalizio i suoi rapporti con i politici – ha spiegato Alfonso – con l’imprenditoria e con il mondo della stampa”, con interviste in tv e su un quotidiano.

Fra gli altri nomi fatti, sempre per concorso esterno, oltre quello di Pagliani, c’è il politico di Parma, Giovanni Paolo Bernini. Figura inoltre il nome di Augusto Bianchini, che ha lavorato con la sua azienda nello smaltimento delle macerie del terremoto e nelle opere di ricostruzione per il sisma del 2012.


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