18 Aprile 2024

Giovanni Lo Porto, vittima dei “danni collaterali” made in Usa

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Warren Weinstein e Giovanni Lo Porto i due cooperanti uccisi in Afghanistan dalla Cia
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In gergo militare li chiamano “danni collaterali”. In una operazione militare segreta l’obiettivo è chiaro sin dall’inizio, ma poi può sempre esserci “l’imprevisto”. Si va per distruggere un bersaglio ma accanto ad esso vengono annientate cose o persone che col bersaglio c’entrano nulla. Le rigide regole dell’intelligence Usa e Regno Unito vengono riprodotte anche nelle pellicole di Hollywood: Se l’obiettivo è potenzialmente pericoloso, meglio annientarlo con qualche innocente che tirarla per le lunghe. Le chiamano anche “operazioni chirurgiche”, condotte evidentemente con la mano (e il cervello) tremante, visti i risultati.

All’americana, nel senso che se c’è un terrorista barricato in una scuola con dei bambini, loro preferiscono fare “reset”, bruciando il topo con tutta la casa, come si usa dire. Cosi avrà pensato la Cia quando ha diretto l’operazione militare contro terroristi nati negli Usa ma che facevano i foreign fighters in Afghanistan. L’intelligence ha comandato dei droni (aerei senza piloti e pilotati a distanza) e bombardato “chirurgicamente” un edificio ritenuto di al-Qaeda al confine tra Afghanistan e Pakistan, uccidendo due ostaggi occidentali rapiti tra il 2011 e 2012: il missionario Warren Weinstein e il cooperante italiano Giovanni Lo Porto, 39enne di Palermo.

Un’operazione eseguita dalla Cia su ordine della Casa Bianca. Ed è lo stesso Barack Obama ad ammettere tardivamente “il “grave errore” di quella missione antiterrorismo, autorizzata per far fuori uomini legati ad al-Qaeda. Nel blitz è morto infatti Ahmed Farouq, uomo con passaporto Usa ma legato al doppio filo con gli eredi di Osama bin Laden. Un altro americano, Adam Gadahn, portavoce dell’organizzazione terroristica, sarebbe stato ucciso in un altro raid.

“Ho parlato – ha detto Obama in Tv – con il primo ministro italiano Matteo Renzi dell’uccisione dell’ostaggio Giovanni Lo Porto”. “I nostri pensieri vanno alle famiglie di Warren Weinstein, americano prigioniero di Al Qaeda dal 2011, e Giovanni Lo Porto, un cittadino italiano ostaggio di al Qaeda dal 2012”. Per il presidente Usa “nessuna parola può esprimere appieno il nostro rammarico per questa tragedia”. “Come marito e come padre posso solo immaginare il dolore e l’angoscia che stanno provando le due famiglie per la perdita dei loro cari. Il loro esempio sarà una luce per chi è rimasto”.

Il presidente degli Stati Uniti ha poi aggiunto che si assumerà “tutte le responsabilità di tutte le operazioni antiterrorismo, compresa questa”, in cui sono stati uccisi per errore Lo Porto e Weinstein, persone che sono, ha sottolineato Obama, “un esempio per tutti noi”.

“Quelle persone che vedono la sofferenza e rispondono con la compassione, vedono guerre e rispondono con la pace”. Perché questa era in fondo la missione umanitaria di Lo Porto. “I servizi di Giovanni riflettevano gli impegni degli italiani, nostri alleati e amici nel garantire la sicurezza di tutti nel mondo”. ha detto ancora il presidente Obama che attraverso il portavoce ha assicurato di modificare i protocolli che prevedono bombardamenti con i droni.

“L’Italia porge le più sentite condoglianze alla famiglia di Giovanni Lo Porto”, ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi che esprime “profondo dolore per la morte di un italiano, che ha dedicato la sua vita al servizio degli altri”. Per le famiglie dei due cooperanti uccisi dalla Cia, ha fatto sapere il capo della Casa Bianca “ci attiveremo per i risarcimenti”.

Da Palermo, dove abita la famiglia di Giovanni Lo Porto, nell’appartamento nel quartiere Brancaccio, la mamma Giusi fa sapere che non vuole parlare con nessuno: “lasciatemi con il mio dolore”, è la comprensibile reazione. Nessuna ammissione e nessun risarcimento potrà mai restituirle il figlio e la serenità.


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