28 Marzo 2024

Terrorismo, arrestati 18 fondamentalisti. Tra le accuse "traffico di migranti"

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operazione antiterrorismoLa cellula terroristica sgominata oggi progettava anche attentati in Vaticano. Un’azione criminosa studiata per essere messa in atto nel 2010 con un kamikaze. Sono intanto a dieci su 18 le ordinanze di custodia contro presunti affiliati ad al-Qaeda eseguite all’alba dalla polizia di Stato in altre regioni italiane, nell’ambito di un’operazione antiterrorismo coordinata dalla Procura distrettuale di Cagliari.

Nei propositi della rete fondamentalista sgominata dalla Polizia c’erano anche progetti di insurrezione contro l’attuale governo in Pakistan: la strategia era quella di intimidire la popolazione locale e costringere il governo pakistano a rinunciare al contrasto alle milizie talebane e al sostegno delle forze militari americane in Afghanistan.

I destinatari del provvedimento sono appartenenti ad una organizzazione terroristica con sede operativa in Sardegna dedita ad attività criminali transnazionali, che si ispirava ad Al Qaeda e alle altre formazioni di matrice radicale sposando la lotta armata contro l’Occidente e il progetto di insurrezione contro l’attuale governo in Pakistan.

operazione antiterrorismo - arresto Imam
L’arresto dell’Imam

Dall’indagine, diretta dalla Procura distrettuale di Cagliari e coordinata dal Servizio Centrale antiterrorismo della Direzione centrale della Polizia di prevenzione, sono emerse intercettazioni dalle quali risulta che due membri dell’organizzazione hanno fatto parte della rete di fiancheggiatori che in Pakistan proteggevano Osama Bin Laden.

Gli investigatori del Servizio Centrale Antiterrorismo hanno riscontrato che alcuni degli indagati sono responsabili di diversi attentati e sabotaggi in Pakistan, compresa la strage nel mercato di Meena Bazar di Peshawar del 28 ottobre 2009, quando un’esplosione uccise più di 100 persone. Arrestato anche un imam che operava tra Brescia e Bergamo presunto addetto alla raccolta dei fondi da destinare per attentati terroristici in Pakistan, dove la cellula aveva a disposizione armi in abbondanza e numerosi fedeli che erano disposti a compiere atti di terrorismo in quelle regioni, per poi rientrare in Italia.

operazione antiterrorismoIn particolare, l’attività investigativa della Polizia ha permesso di riscontrare che l’organizzazione alimentava la rete criminale con il traffico di migranti, introducendo illegalmente sul territorio cittadini pakistani o afghani che in alcuni casi venivano anche destinati verso alcuni Paesi del nord Europa.

Per eludere la normativa che disciplina l’ingresso o la permanenza in Italia di cittadini extracomunitari, gli indagati utilizzavano sistemi semplici e collaudati: in alcuni casi facevano ricorso a contratti di lavoro con imprenditori compiacenti in modo da poter ottenere i visti di ingresso. In altri casi percorrevano la via dell’asilo politico facendo passare gli interessati, attraverso documenti falsi e attestazioni fraudolente, per vittime di persecuzioni etniche o religiose.


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