29 Marzo 2024

Arretrati pensioni, da oggi il "tesoretto" di agosto. Uil critica

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Inps, da oggi i rimborsi arretrati pensioni di agosto 2015Arretrati pensioni al via. Da oggi, sabato primo agosto, si possono già riscuotere gli arretrati delle pensioni stabiliti da una sentenza della Corte Costituzionale che aveva bocciato il blocco dell’adeguamento al costo della vita dalla riforma Fornero nel biennio 2012-2013.

Hanno diritto ala riscossione i pensionati con un reddito basso. La rata, una tantum, è calcolata da tre a sei volte il minimo. Secondo i calcoli della Uil, l’assegno può oscillare dalle 400 ai 1.000 euro, a seconda dei trattamenti. Ma non potranno mancare le sorprese, nel senso che qualcuno potrebbe ritrovarsi con meno.

Se vi fosse stata l’intera restituzione del mancato adeguamento al costo della vita, le somme da restituire erano ben più consistenti. Ma il governo, a fronte di un impatto di circa 20 miliardi ha dovuto fare una selezione abbastanza rigida per giungere a una spesa complessiva massima di oltre 3/3,5 miliardi di euro anziché venti miliardi.

Il Governo, critica il sindacato, così non ha attuato la sentenza dell’Alta Corte e “il rimborso che arriverà ad agosto nelle tasche dei pensionati italiani è solo una minima parte del dovuto”. La UIL Pensionati calcola infatti tra il 10,82% ed il 32,27% la percentuale di rimborsi che arriverà seconda dell’ammontare delle pensioni. “Una grandissima ingiustizia contro la quale la UIL e la UILP si sono battute e – si sottolinea – continueranno a battersi”.

Gli assegni che riceveranno la percentuale più alta di rimborso sono quelli che stanno tra 1.500 e 1.800 euro al mese, che il primo agosto avranno un ‘bonus’ tra i 796 e i 955 euro (rispettivamente 796,25 e 955,50, 849,34 a chi arriva a 1.600 euro).

Ben diversa la cifra del “maltolto” se il rimborso fosse stato pieno, tra 2.467 e oltre 2.960 euro. E va peggio ai pensionati più “ricchi” che si vedranno corrispondere appena il 10,82% del rimborso (471 euro per chi ha un assegno da 2.800 contro i 4.360 dovuti).

Le riduzioni previste per l’indicizzazione per il biennio 2012 – 2013, sottolinea ancora la Uil nel suo studio, fanno sì che l’adeguamento sarà “irrisorio e fortemente penalizzato” rispetto a quanto sarebbe spettato ai pensionati con una piena indicizzazione e una piena applicazione degli effetti su 2014 e 2015.

A partire da agosto 2015, si spiega, un trattamento da 1.800 euro lorde nel 2011 dovrebbe avere – con la sola applicazione delle riduzioni introdotte dal Governo Letta ed un pieno recupero dell’indicizzazione per il 2012-2013 – 92 euro lorde mensili in più di adesso (1.823 euro lorde), mentre da agosto l’adeguamento previsto dal decreto porterà il trattamento a 1.832,32 euro. Un misero aumento di 8,33 euro lordi mensili (circa il 9% del recupero pieno).

Sulla base dell’ipotesi Inps di un’indicizzazione per il 2016 pari allo 0,4%, sono stati analizzati gli effetti del provvedimento anche sui trattamenti a decorre dal gennaio 2016. Un assegno che nel 2011 era di 1.800 euro lordi diverrà di 1.850,10 euro lordi nel 2016, con un incremento di soli 26,11 euro lordi mensili, il 26,05% di quanto spetterebbe con un pieno recupero del 2012 e del 2013 ed applicando solo le riduzioni introdotte dal Governo Letta, ovvero circa 100 euro lorde mensili.  Insomma, non mancheranno anche qui polemiche da parte di chi rimane escluso o penalizzato.

Il premier Matteo Renzi, all’indomani della sentenza è rimasto “spiazzato” perché la Suprema Corte ha reso retroattivo il provvedimento. Una doccia gelata proprio quando dai conti del ministero del Tesoro, era emerso un “tesoretto” di 1,6 miliardi di euro che il premier e i suoi ministri avevano intenzione di destinare al Welfare. Ci fu anche una polemica tra il ministro dell’economia Pier Pier Carlo Padoan e il presidente della Consulta sull’impatto nei conti dello Stato.

In seguito, un’altra sentenza della Corte, questa volta sul Pubblico impiego, ha “salvato” l’esecutivo rendendo il provvedimento “non retroattivo”. L’impatto previsto sui conti pubblici era di 36 miliardi di euro. Una vera bomba che avrebbe di certo messo in seria crisi il governo Renzi.


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