20 Aprile 2024

Nicolosi, omicidio Giordana Di Stefano. Confessa l'ex: "Sono stato io" VIDEO/FOTO

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Luca Priolo e la vittima Giordana Di Stefano
Luca Priolo e la vittima Giordana Di Stefano

“Si, sono stato io a ucciderla”. Ha confessato davanti agli investigatori milanesi Luca Priolo, l’ex compagno di Giordana Di Stefano, la ragazza madre poco più che ventenne assassinata brutalmente con diversi colpi di coltello nella sua auto a Nicolosi, in provincia di Catania. L’ex convivente, era stato fermato a Milano da dove stava scappando all’estero. Secondo quanto appreso, il giovane era “terrorizzato” che la ragazza potesse metterlo nei guai con il lavoro, ma più di tutto che la giovane potesse strappargli la figlia con il contenzioso aperto sull’affido.

La caccia all’uomo è durata poco dopo l’orrendo omicidio di stamattina a danno della ragazza siciliana.  Il giovane è accusato di omicidio volontario aggravato. Proprio oggi c’era la prima udienza del processo che lo vedeva imputato per stalking, accusa che gli aveva rivolto la ragazza ammazzata senza pietà oggi. Nel 2013 la giovane lo aveva infatti denunciato per episodi di stalking.

Oggi il procedimento è stato regolarmente incardinato ugualmente dalla Procura di Catania che ha chiesto il rinvio a giudizio dell’imputato. La prima udienza si sarebbe dovuta tenere stamattina ma è stata rinviata perché il legale dell’imputato ha chiesto il ricorso a riti alternativi ipotizzando anche una bonaria risoluzione.

Combo di Giordana Di Stefano la 21enne uccisa a Nicolosi, Catania. (foto profilo Facebook della povera vittima)
Combo di Giordana Di Stefano la 21enne uccisa a Nicolosi, Catania. (foto profilo Facebook della povera vittima)

Pare che il giovane sia fuggito a Milano con l’auto della madre, una Fiat Punto, la cui targa è stata rilevata in alcuni passaggi autostradali.

Arrivato a Milano si è recato alla stazione ferroviaria per tentare, secondo gli investigatori, di andare all’estero in treno. Il giovane è stato sentito da magistrati della Procura di Milano su rogatoria attivata dai loro colleghi di Catania. E davanti ai pm milanesi Priolo ha confessato il crimine: “Si, sono stato io a uccidere Giordana Di Stefano”. Il movente sarebbe riconducibile all’affido della figlia. “Voleva portarmela via”, avrebbe detto ai magistrati.

Da sinistra Luca Priolo. A destra una foto di Facebook del 27 agosto scorso tra Priolo, Giordana Di Stefano e la loro bambina
Da sinistra Luca Priolo. A destra una foto di Facebook del 27 agosto scorso tra Priolo, Giordana Di Stefano durante il compleanno della loro bimba

L’auto, un’Audi A2, con a bordo il cadavere della sfortunata ragazza, è stata rinvenuta stamattina in una strada isolata con poche case, alla periferia del paese, nei pressi di via Alfredo Maria Mazzei.

Giordana Di Stefano amava la danza, aveva una figlia piccola di 4 anni con l’ex convivente Luca Priolo, di 24 anni che lei, dopo la fine della loro storia, aveva appunto denunciato per stalking.

Nicolosi (Catania), uccisa 21enne Giordana Di Stefano. Denunciò ex per stalking
Il luogo dove è avvenuto l’omicidio

I Carabineri  hanno subito avviato indagini per accertare eventuali collegamenti tra l’omicidio e le denunce di stalking di Giordana Di Stefano. E infatti dopo qualche il cerchio si è chiuso. Sul posto dell’omicidio sono giunti i carabinieri della compagnia di Paternò e del comando provinciale di Catania che hanno effettuato i rilievi.

Il grave fatto di sangue ha sconvolto tutto il Catanese. Un omicidio passionale che è maturato in un contesto fatto di denunce e ricorsi legali. Giordana Di Stefano  e il suo ex convivente, Luca Priolo, avevano infatti un contenzioso aperto in sede civile per l’affido esclusivo della figlia di quattro anni.

VIDEO DELL’ARRESTO IN DIRETTA

La giovane aveva presentato la richiesta e il ventiquattrenne si era detto pronto ad accettare l’accordo se lei avesse ritirato la denuncia per stalking presentata nel 2013. Secondo fonti legali, lui avrebbe voluto lavorare come guardia giurata e aveva bisogno di chiudere il fascicolo penale per potere ottenere il porto d’armi. Il procedimento per stalking era stato avviato dopo che il giovane era entrato da una finestra a casa di Giordana, nel 2013. Lui si era difeso sostenendo di essere entrato perché aveva visto un auto sospetta fuori e voleva garantire la loro sicurezza.


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