19 Aprile 2024

Banca Etruria, la Finanza spulcia in 15 società. Ecco i filoni d'inchiesta

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Banca Etruria, perquisizioni della Finanza in 15 società
La Guardia di Finanza ha eseguito una serie di perquisizioni in una quindicina di società che avevano ricevuto finanziamenti da Banca Etruria. Le società perquisite dagli uomini della Guardia di finanza hanno sede in Toscana, Emilia Romagna e Lombardia.

Il blitz delle Fiamme gialle di Arezzo è scattato nei confronti di società riconducibili all’ex presidente di Banca Etruria, Lorenzo Rosi, e all’ex consigliere Luciano Nataloni. La perquisizione è finalizzata all’acquisizione di documenti e materiale utile a ricostruire i collegamenti tra le società e la banca.

La perquisizione nei confronti delle società è stata disposta in relazione all’ipotesi di reato contestata all’ex presidente e all’ex consigliere e cioè omessa comunicazione del conflitto di interessi. In sostanza, è l’ipotesi della Guardia di finanza, i due avrebbero concesso finanziamenti di Banca Etruria a società in qualche modo a loro riconducibili senza fare la necessaria comunicazione agli organi dell’istituto.

L’Agi ricostruisce i filoni di inchiesta aperti dalla Procura di Arezzo sul dissesto finanziario di Banca Etruria. I pm coordinati dal procuratore capo, Roberto Rossi, indagano sul reato di ostacolo alla vigilanza da parte degli ex vertici (fascicolo aperto nel marzo 2014 dopo la relazione degli ispettori di Bankitalia), su presunte false fatturazioni e sull'”omessa comunicazione” al Cda del conflitto di interessi in relazione ai fidi concessi dall’istituto di credito a società riconducibili ad alcuni amministratori.

Il blitz scattato stamattina con le perquisizioni, riguarda proprio quest’ultima tranche e vede i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria del capoluogo toscano impegnati nell’acquisire documenti contabili in una serie di aziende riconducibili all’ex presidente Lorenzo Rosi e all’ex consigliere Luciano Nataloni: obiettivo degli inquirenti è appunto capire se la banca aveva convenienza ad eseguire certe operazioni (i finanziamenti avrebbero generato perdite per 18 milioni di euro), se sono state rispettate le condizioni di mercato e se esistono relazioni tra le società in questione.

Sulle scrivanie dei magistrati ci sono anche i ricorsi di diverse associazioni di consumatori per la vendita di obbligazioni secondarie a risparmiatori che non sarebbero stati messi a conoscenza dei rischi connessi a questi strumenti finanziari: la Procura di Civitavecchia, in relazione alla morte del pensionato Luigino D’Angelo – toltosi la vita il 28 novembre scorso dopo aver scoperto che i risparmi di una vita erano finiti in polvere – indaga a sua volta sulle ipotesi di istigazione al suicidio, da un lato, e su quella di truffa (ai danni di D’Angelo ed, eventualmente, di altri risparmiatori), dall’altro.

La vicenda di Banca Etruria nelle scorse settimane ha arroventato anche il dibattito politico con una mozione di sfiducia del M5S al ministro per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, il cui padre e’ stato per nove mesi vicepresidente di Banca Etruria: mozione respinta a larga maggioranza dalla Camera, qualche giorno prima che anche l’Antitrust ribadisse l’inesistenza di un conflitto di interessi del ministro nella vicenda del salvataggio dell’istituto di credito.

Oggetto di polemiche pure l’eventuale “incompatibilità” tra il coordinamento delle indagini sul crac svolto dal procuratore di Arezzo e la consulenza dello stesso magistrato con il dipartimento affari giuridici e legislativi della presidenza del Consiglio: ma dopo l’audizione dello stesso Rossi, fissata d’urgenza tra Natale e Capodanno, il presidente della prima commissione del Csm, Renato Balduzzi, ha smentito l’esistenza di un “caso”: “abbiamo iniziato a farci l’opinione che non ci siano margini per aprire una pratica per incompatibilità ambientale o funzionale”. In ogni caso, la commissione ha deciso di acquisire le relazioni di Bankitalia su Banca Etruria per procedere a una “verifica finale” sulla ricostruzione dei fatti e tirerà le fila del proprio lavoro lunedì 11 gennaio.


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