25 Aprile 2024

Cocaina pura tra le banane. Sequestro a Gioia tauro. VIDEO

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GIOIA TAURO (REGGIO CALABRIA) – Il porto di Gioia Tauro ancora quale crocevia dei traffici internazionali di droga. Come altre volte, i narcos sudamericani hanno scelto un carico di frutti tropicali e banane. La Guardia di Finanza di Reggio Calabria ha però individuato un container sospetto proveniente dall’Equador formalmente destinato nei Balcani, con 168 chili di cocaina purissima che se immessa sul mercato avrebbe fruttato, con la vendita al dettaglio, circa 31 milioni di euro.

Grazie alle indagini dei finanzieri reggini, e al fiuto dei cani dell’unità cinofila è stato possibile scoprire l’escamotage dei narcotrafficanti. La droga, suddivisa nei tradizionali panetti, era nascosta in un sottofondo creato ad hoc nel container, celata da schiuma isolante che ne ha reso difficoltoso il recupero.

L’operazione di sequestro è stata effettuata dai finanzieri di Reggio Calabria insieme a funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli – Ufficio Antifrode di Gioia Tauro. Se tagliata in dosi, spiegano le Fiamme gialle, con lo stupefacente si sarebbe potuto realizzare una striscia continua lunga ben 25 chilometri.

VIDEO DEL SEQUESTRO DI COCAINA

Il blitz è stato eseguito attraverso una serie di incroci documentali e controlli di container sospetti, anche con sofisticate apparecchiature scanner ed unità cinofile della Guardia di finanza. Il 2 dicembre scorso altri 350 chili di cocaina, in due diversi carichi provenienti dal Brasile, erano stati sequestrati nel porto di Gioia Tauro. La droga era nascosta tra alluminio e caffè. Mentre un altro mega sequestro di cocaina purissima è avvenuto il 28 aprile 2014, quando i finanzieri scoprirono, sempre tra le banane, un carico di 235 chilogrammi di cocaina purissima proveniente dall’Equador.

Negli ultimi anni sono stati scoperti nel porto di Gioia Tauro, meta della criminalità organizzata e dei grandi cartelli sudamericani, ingentissimi quantitativi di droga (senza contare l’altrettanto ingente traffico di armi) che se venduta al dettaglio avrebbe potuto produrre introiti ai narcotrafficanti per centinaia e centinaia di milioni di euro.


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