16 Aprile 2024

Intrecci con la mafia, sequestro beni per 15 milioni a Catania

Correlati

a Alfio Maria Aiello ed Pasquale OlivaCATANIA – I Carabinieri del Ros e del Comando Provinciale di Catania, su richiesta della locale Dda, hanno dato esecuzione a un provvedimento di sequestro di beni mobili ed immobili nonché rapporti bancari direttamente e indirettamente riconducibili ad Alfio Maria Aiello ed Pasquale Oliva. Il valore stimato dei beni posti a sequestro preventivo è di 15 milioni di euro.

Il provvedimento – spiega la Dda che ha coordinato le indagini – trova il suo fondamento nelle risultanze emerse negli ambiti delle investigazioni denominate “Iblis” e “Caronte”, le quali hanno consentito, negli ultimi anni, di disarticolare importanti componenti di cosa nostra operanti a Catania e provincia e riconducibili alla famiglia Santapaola – Ercolano, tra i quali emergono gli stessi Alfio Maria Aiello ed Pasquale Oliva.

Alfio Maria Aiello, condannato in primo grado dal Tribunale di Catania nell’ambito del processo Iblis alla pena di 12 anni e 4 mesi di reclusione per i reati di partecipazione ad associazione mafiosa e per intestazione fittizia di quote societarie e di immobili, condanna poi confermata in appello, è da ultimo stato tratto in arresto nell’ambito dell’indagine Caronte perché accusato di essersi adoperato, al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali, unitamente al fratello Vincenzo Maria Aiello e ad Vincenzo Enrico Augusto Ercolano, anch’essi destinatari del medesimo provvedimento cautelare, ad intestare fittiziamente le quote della “Società Servizi Autostrade del Mare” a soggetti terzi.

Il medesimo contesto investigativo Iblis è inoltre alla base del provvedimento eseguito oggi nei confronti di Pasquale Oliva, le cui risultanze, corroborate dalle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia (Ignazio Barbagallo, Santo La Causa, Umberto Di Fazio, Giuseppe Mirabile e Paolo Mirabile), hanno consentito di delinearne il suo ruolo apicale nell’organizzazione mafiosa cosa nostra etnea e, specificatamente, nell’articolazione territoriale di Ramacca.

In considerazione di tali risultanze egli veniva condannato dal Tribunale di Catania – Quarta Sezione Penale – alla pena di anni 18 di reclusione per i reati di partecipazione ad associazione mafiosa ed estorsione aggravata.


Ai Lettori

Secondo Piano News non riceve finanziamenti pubblici come i grandi e piccoli media mainstream sovvenzionati a pioggia dallo Stato. Pertanto chiediamo ai nostri lettori un contributo libero che può permetterci di continuare a offrire una informazione vera, libera e corretta


SOSTIENI L'INFORMAZIONE INDIPENDENTE


SEGUICI SUI SOCIAL

Per ricevere gli aggiornamenti lascia un like sulla nuova pagina Fb. Iscriviti anche al Gruppo "Un Unico Copione Un'Unica Regia". Seguici pure su TELEGRAM 1 (La Verità Rende Liberi); e TELEGRAM 2  (Dino Granata), come su Twitter "X" SPN nonché su X (Dino Granata)

Potrebbero interessarti

Mons. Viganò, il Pastore di Cristo contro i tiranni

Altre news

Incidente nel Salernitano, conducente Suv positiva a droga e alcool

E' risultata positiva all'alcoltest ed anche alla cocaina, ma quest'ultima positività deve essere confermata da un controesame, la 31enne...

DALLA CALABRIA

Trovato morto uomo scomparso nel Cosentino

E' stato ritrovato cadavere, in una zona impervia del comune di Aiello Calabro, in provincia di Cosenza, l'uomo di...

Ai Lettori

Secondo Piano News non riceve finanziamenti pubblici come i grandi e piccoli media mainstream sovvenzionati a pioggia dallo Stato. Pertanto chiediamo ai nostri lettori un contributo libero che può permetterci di continuare a offrire una informazione vera, libera e corretta


SOSTIENI L'INFORMAZIONE INDIPENDENTE


SEGUICI SUI SOCIAL

Per ricevere gli aggiornamenti lascia un like sulla nuova pagina Fb. Iscriviti anche al Gruppo "Un Unico Copione Un'Unica Regia". Seguici pure su TELEGRAM 1 (La Verità Rende Liberi); e TELEGRAM 2  (Dino Granata), come su Twitter "X" SPN nonché su X (Dino Granata)