19 Marzo 2024

Nebrodi, in migliaia al corteo di soliderietà a Giuseppe Antoci

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Nebrodi, in migliaia al corteo di soliderietà a Giuseppe Antoci
La testa del corteo antimafia in sostegno di Giuseppe Antoci, presidente del parco dei Nebrodi (Ansa)

Tutti attorno al presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, pochi giorni fa vittima di un brutale agguato di mafia. Una lunga marcia antimafia organizzata dai sindaci dei Nebrodi e Federazione antiracket italiana, è cominciata sabato con migliaia di persone a Sant’Agata di Militello (Me). Presenti al corteo il governatore della Sicilia Rosario Crocetta, il presidente antiracket Tano Grasso.

Alla manifestazione partecipano oltre 50 sindaci provenienti da tutta la Sicilia, associazioni anti pizzo, sindacati, scuole, società civile e cittadini del comprensorio dei Nebrodi.

“Questo e il più bel segnale che la Sicilia possa ricevere – ha commentato Giuseppe Antoci – i cittadini devono fare ogni giorno il proprio dovere. Non mi sento solo, sono felice per tutta questa manifestazione d’affetto”.

“Questa terra non ha bisogno di eroi ma di tanta gente perbene”. Per il presidente onorario della Fai, Tano Grasso, “la forza della nostra esperienza è quella di non considerare mai le partite chiuse: se ne è riaperta un’altra, ma come 24 anni fa chiuderemo anche questa”.

Giuseppe Antoci è stato vittima nella notte tra il 17 e il 18 maggio di una imboscata mafiosa. Sconosciuti sbucati dal bosco hanno cominciato a crivellare a colpi di arma da fuoco la macchina blindata su cui viaggiava Antoci con la sua scorta.

Il miracoloso intervento di alcuni agenti della scorta che sono arrivati in tempo e hanno sventato l’assassinio di Antoci e degli uomi della scorta. La vettura di Antoci è stata bloccata con dei sassi sulla strada tra Cesarò e San Fratello. Poi è iniziata la sparatoria e anche un tentativo di incendiare l’auto con delle molotov per costringere il presidente del parco a uscire dal veicolo e ucciderlo.

L’azione sarebbe riconducibile alla mafia dei pascoli: migliaia di ettari di terreno dove le cosche traggono profitti milionari. Il presidente Antoci aveva di recente spezzato la catena di contributi che andavano a gonfiare la “bacinella” della mafia.


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