‘Ndrangheta, 40 in manette. Gip nega arresto per Galati e Caridi

La Dda di Reggio Calabria aveva chiesto l'arresto del deputato Ala per corruzione aggravata dalle modalità mafiose. Il Gip: "Quadro indizi non grave". Si aggrava posizione di Caridi

Carlomagno

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Ndrangheta, 40 in manette. Gip nega arresto per Galati e Caridi
Giuseppe Galati, parlamentare di Ala

La Polizia e la Dia hanno eseguito una quarantina di arresti tra Calabria, Lazio, Liguria, Piemonte e altre regioni del Nord nei confronti di presunti appartenenti alle cosche reggine Raso-Gullace-Albanese e Parrello-Gagliostro.

Nell’inchiesta, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, sono coinvolti anche politici e funzionari dell’Agenzia delle Entrate, tra cui i parlamentari di Ala, Giuseppe Galati e nuovamente Antonio Caridi di Fi, su cui già pende una richiesta di arresto nell’ambito nell’inchiesta “Mamma Santissima”.

Alcuni degli indagati sarebbero stati in contatto con “politici locali, regionali e nazionali di Reggio” e con “funzionari dell’Agenzia delle Entrate e della Commissione Tributaria” sempre di Reggio Calabria.

Accertati anche “stabili collegamenti” con le famiglie di origine di affiliati da tempo in Liguria, attivi nell’edilizia e nel movimento terra, che avrebbero acquisito sub appalti per la realizzazione del “Terzo valico”. Un primo filone di indagine, coordinato dallo Sco, è stato condotto dalle Squadre mobili di Reggio, Genova e Savona; un secondo dal centro Dia di Genova, con la collaborazione degli uffici di Reggio Calabria e Roma.

La Dda di Reggio Calabria aveva chiesto l’arresto del deputato Giuseppe Galati, di Alleanza Liberalpopolare-Autonomie per corruzione aggravata dalle modalità mafiose, ma il gip non l’ha accolta perché non ha ritenuto sussistesse un quadro indiziario grave. Nuova richiesta d’arresto anche per il senatore Antonio Caridi, di Forza Italia.

Il gip ha ritenuto in questo caso che le accuse fossero assorbite dall’ordinanza emessa nell’operazione “Mammasantissima”, indagine che ha portato alla luce la presunta cupola segreta delle ‘ndrine i cui vertici sarebbero, tra gli altri, secondo l’accusa, Paolo Romeo, Antonio Caridi e Alberto Sarra.

E mentre la posizione di Caridi complessivamente si aggrava, nei guai finisce anche il vice presidente del Consiglio regionale della Calabria Francesco D’Agostino (eletto nel 2014 con la lista “Oliverio presidente”). L’esponente politico è una delle persone indagate in stato di libertà nell’inchiesta Alchemia della Dda di Reggio Calabria.

Nei confronti di D’Agostino viene ipotizzato il reato di intestazione fittizia di beni, aggravata dall’avere agevolato la ‘ndrangheta. D’Agostino, che stamani ha avuto perquisiti casa e ufficio, non sarebbe indagato, secondo quanto si è appreso, in qualità di politico.

GALATI DI DIFENDE – Intanto, Pino Galati ha fatto sapere di aver fiducia nella magistratura e che riuscirà a dimostrare la sua “totale estraneità a questa vicenda”. “Pur avendo sempre lodato e apprezzato il lavoro della magistratura, fondamentale per il rispetto della legalità in una regione difficile come la Calabria – spiega il parlamentare di Ala -, ho la sensazione di trovarmi in mezzo a una forzatura mediatico-giudiziaria, già verificatasi altre volte in passato, utile soltanto ad alimentare populismo, giustizialismo e processi sulla stampa”.