24 Aprile 2024

Bullismo: botte, minacce e sfottò a minori, due 15enni in comunità

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Due due minori di 15 anni sono stati raggiunti da due misure cautelari del collocamento in comunità per bullismo scolastico. Il provvedimento, emesso dal Gip presso il tribunale di Catania, è stato eseguito dai Carabinieri della Stazione di Santa Maria di Licodia (Catania), supportati dai militari della Compagnia di Paternò.

Ai minori sono stati contestati i reati di atti persecutori consumati ai danni di altri tre minori, di cui una con disabilità, nell’anno scolastico 2015/2016.

Secondo quanto emerge dalle indagini, i due coetanei avrebbero rivolto ad una minore epiteti offensivi anche attraverso l’utilizzo del telefono che causavano alla vittima un perdurante stato di ansia e di paura, costringendo l’adolescente a cambiare abitudini di vita, persino a cambiare numero di telefono.

La minore riferiva che aveva timore ad andare persino al bagno della scuola da sola. La fattispecie in questo caso è aggravata per aver commesso il fatto ai danni di una minore con difficoltà psichiche e all’interno dell’istituto scolastico.

I due coetanei sono accusati anche di aver rivolto ad un minore straniero espressioni xenofobe che causavano nel ragazzo un grave stato d’ansia, costringendolo a cambiare le abitudini di vita; nonché minacciato e molestato una minore aggredendola con botte e calci, sia all’interno della scuola che fuori. Rivolgendo epiteti offensivi e facendole gesti volgari a sfondo sessuale.

Gravissimo il quadro indiziario, la minore era costretta addirittura a trasferire la propria residenza per evitare di incontrare gli indagati in paese e i genitori si sacrificavano per accompagnarla tutte le mattine a scuola per evitare conseguenze più gravi.

Ad uno dei due indagati viene altresì contestato di aver percosso, insultato e ingenerato un perdurante stato di ansia e di paura nei confronti di un coetaneo, con le aggravanti di aver commesso il fatto su un ragazzo con disturbo del linguaggio e deficit della motricità.

Nel corso delle indagini, anche gli insegnati confermavano di conoscere i due destinatari dell’ordinanza “per via dei loro comportamenti antisociali e prevaricatori” e di “essere a conoscenza di vari episodi di bullismo posti in essere dai ragazzi” descrivendoli come ragazzi ingestibili.

Nel corso dell’anno scolastico 2016 i ragazzi avevano minacciato gli insegnati e i collaboratori e in una occasione avevano chiuso a chiave la porta di un’aula lasciandovi all’interno un insegnante. I due giovani persecutori, dopo le formalità di rito, sono stati accompagnati in due distinte strutture, una nella provincia di Ragusa e l’altra nella provincia di Messina.


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