28 Marzo 2024

Terrorismo, arrestati a Torino 7 anarchici della Fai. DETTAGLI, NOMI, FOTO, VIDEO

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Le persone coinvolte nell'operazione Scripta Manent Fai
Persone coinvolte nell’operazione Scripta Manent

Dalle prime ore dell’alba è in corso una vasta operazione della Polizia di Stato contro la Fai – Federazione anarchica informale.

La Digos di Torino, coordinata dal Servizio centrale antiterrorismo della Direzione centrale della Polizia di prevenzione, su disposizione della Procura della Repubblica del capoluogo piemontese, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di sette persone; altre otto sono indagate ed oltre 30 sono state perquisite in diverse regioni.

Agli arrestati è contestato il reato di associazione con finalità di terrorismo e viene attribuita l’esplosione di tre ordigni. Uno presso il quartiere Crocetta di Torino del 5 marzo 2007 e due ordigni presso la Caserma allievi carabinieri di Fossano del 2 giugno 2006.

Gli ordigni, in entrambi i casi, erano programmati per esplodere a breve distanza l’uno dall’altro al chiaro scopo di arrecare grave danno all’incolumità delle forze dell’ordine intervenute sul posto.

I nomi degli arrestati sono Anna Beniamino, nata a Sanremo (IM) il 07.12.1970; Alfredo Cospito, nato a Pescara il 14.07.1967, già detenuto; Nicola Gai, nata a Torino il 18.04.1977, già detenuto; Marco Bisesti, nato a Napoli il 20.10.1983; Alessandro Mercogliano, nato a Nola (NA) il 13.05.1973; Danilo Emiliano Cremonese, nato a Manoppello (PE) il 22.10.1976; Valentina Speziale, nata a Pescara il 30.09.1977.

L’esecuzione della misura cautelare prevede anche le perquisizioni personali e locali nei confronti degli arrestati e di altri 8 anarchici indagati a vario titolo per l’appartenenza alla stessa associazione, che sono: Stefano Gabriele Fosco, nato a Mar della Plata (Argentina) il 28.12.1962; Elisa Di Berardo, nata a Brescia il 10.03.1976; Gabriel Pombo Da Silva, nato a Vigo (Spagna) il 11.06.1967; Giuseppe Lo Turco, nato a Catania 09.03.1989; Patrizia Marino, nata a Torino il 21.09.1967; Carlo Tesseri, nato ad Aprilia (LT) il 28.01.1965; Stefano Del Moro, nato a Roma il 05.11.1977; Claudia Cospito, nata a Ortona (CH) il 19.07.1969.

L’INCHIESTA SULLA FAI CHE HA PORTATO ALL’OPERAZIONE SCRIPTA MANENT

Le contestazioni ascritte agli affiliati, spiegano gli inquirenti, concernono non solo il reato associativo di cui all’art. 270 bis c.p. (associazione eversiva e terroristica), ma anche alcuni reati scopo tra i quali, come si vedrà in dettaglio nel prosieguo, l’esplosione di tre ordigni esplosivi presso il quartiere Crocetta in data 5.3.2007 e l’esplosione di due ordigni esplosivi presso la caserma allievi carabinieri di Fossano in data 2.6.2006.

Si tratta di due vicende particolarmente insidiose poiché gli ordigni -in entrambi i casi- erano programmati per esplodere uno a breve distanza temporale dall’altro e ciò al chiaro scopo di arrecare pregiudizio all’incolumità delle forze dell’ordine intervenute e di eventuali passanti o curiosi.

Le persone coinvolte nell'operazione Scripta Manent Fai
Le persone coinvolte nell’operazione Scripta Manent

Il GIP nell’applicare la misura cautelare in relazione agli indicati reati scopo ha qualificato i fatti nel disposto dell’art. 280 c.p. (attentato per finalità terroristiche o di eversione rivolto contro le persone).

Il provvedimento giudiziario restrittivo è stato emesso all’esito di una lunga ed articolata attività di indagine condotta dalla DIGOS di Torino con il contributo degli omologhi Uffici di Pescara, Roma e Viterbo ed il coordinamento operativo del Servizio Centrale Antiterrorismo della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione di Roma.

Il procedimento penale nel cui ambito sono state emesse le misure cautelari predette, è stato instaurato presso la Procura della Repubblica di Torino a seguito del ferimento dell’ingegner Roberto ADINOLFI, Amministratore Delegato dell’Ansaldo Nucleare (7 maggio 2012), per mano di appartenenti al cd. “Nucleo Olga” espressione appunto del cartello eversivo “FAI-Federazione Anarchica Informale”.

Le persone coinvolte nell'operazione Scripta Manent sulla Fai
Un fermo immagine tratto da un video della Polizia di Stato su operazione Scripta Manent

L’attività investigativa della Procura di Torino ha preso spunto dalle risultanze contenute in un precedente fascicolo aperto in occasione dell’episodio dell’esplosione di tre ordigni all’interno della zona pedonale del locale quartiere della Crocetta verificatasi nel marzo 2007 e che aveva visto indagati, tra gli altri, proprio i materiali esecutori dell’attentato nei confronti del manager genovese.

Un fermo immagine tratto da un video della Polizia di Stato mostra un momento dell'operazione antiterrorismo Fai
Un fermo immagine tratto da un video della Polizia di Stato mostra un momento dell’operazione antiterrorismo contro la Fai, Federazione anarchica informale, a Torino, 6 settembre 2016.
ANSA/POLIZIA – EDITORIAL USE ONLY

La complessa attività di polizia giudiziaria che, oggi, ha portato all’arresto di 7 e al deferimento di altri 8 anarchici componenti la Federazione Anarchica Informale, si è sviluppata anche attraverso un’analitica ricostruzione storica dell’ambiente eversivo da cui trae origine la FAI.

La ricostruzione storica della genesi della FAI è stata effettuata anche attraverso l’analisi di copioso materiale documentale.

Tale compagine ha, infatti, trovato espressione attraverso la produzione e diffusione di alcune riviste clandestine, che, nel corso degli anni, hanno dato voce ai principi cardine dell’associazione eversiva: in questo senso, è stato dimostrato che le principali riviste clandestine nelle quali la FAI si è espressa – “PAGINE in RIVOLTA” e “KNO3” nonché l’attuale edizione della rivista “CROCE NERA ANARCHICA” – sono state edite proprio a Torino ed hanno visto tra i principali promotori e/o autori molti degli odierni arrestati.

Le persone coinvolte nell'operazione Scripta Manent su Fai
Arrestai nell’operazione Scripta Manent

La complessa quanto articolata attività di analisi documentale ha permesso, inoltre, di individuare alcuni degli estensori degli articoli pubblicati nelle suddette riviste che sono stati comparati con gli scritti di rivendicazione degli attentati a marchio FAI nonché con i documenti teorico-programmatici del sodalizio (ci si riferisce, in particolare, ai testi intitolati “CHI SIAMO – LETTERA APERTA AL MOVIMENTO ANARCHICO ED ANTIAUTORITARIO” del dicembre 2003, “QUATTRO ANNI…….. DICEMBRE 2006” diffuso nei primi mesi del 2007 e “NON DITE CHE SIAMO POCHI” dell’agosto 2011): tale analisi svolta dalla DIGOS di Torino, corroborata dalle risultanze emerse da specifiche consulenze di esperti in grafologia e linguistica nominati dall’AG, ha fatto emergere chiare similitudini di carattere testuale, lessicale e contenutistico con testi certamente riconducibili ad alcuni degli indagati.

Inoltre, sono state intercettate conversazioni che hanno ulteriormente dimostrato il coinvolgimento di alcuni degli indagati nella preparazione di un testo riconducibile ad una delle cellule espressione della FAI, ovvero la compagine “RAT (Rivolta anonima e Tremenda)/FAI”, che, tra l’altro, ha compiuto il grave attentato, con triplice ordigno, avvenuto a Torino, nel quartiere Crocetta nel marzo del 2007.

Anna Beniamino
Anna Beniamino in una foto degli anni scorsi (Fonte Repubblica)

I numerosi elementi indiziari e di prova raccolti hanno consentito di acclarare che la compagine eversiva denominata “FAI – Federazione Anarchica Informale” trova le proprie origini in epoca anteriore all’aprile 1997, ovvero ai tempi dell’attentato di Milano a Palazzo Marino e della conseguente diffusione di un comunicato di rivendicazione a firma “Azione Rivoluzionaria Anarchica”; poi, nel dicembre 2003, ha assunto le sembianze di un vero e proprio cartello eversivo: infatti, dopo una serie quasi contemporanea di attentati contro personalità ed Istituzioni dell’Unione Europea (p.e. l’esplosione di due ordigni collocati in due cassonetti della nettezza urbana posizionati vicino l’abitazione dell’allora Presidente della Commissione Europea, Romano PRODI e l’esplosione, avvenuta pochi giorni dopo, di un pacco bomba recapitato presso l’abitazione del predetto), è stato diffuso il documento intitolato “CHI SIAMO – LETTERA APERTA AL MOVIMENTO ANARCHICO ED ANTIAUTORITARIO”.

Con tale scritto, oltre a rivendicare gli attentati predetti, si “formalizzava” la costituzione della “FAI – Federazione Anarchica Informale”, associazione dotata di una struttura unitaria, ma operante, sulla base di un “patto di mutuo appoggio” attraverso una pluralità di sigle.

Le cellule fondatrici venivano indicate in FAI/Solidarietà Internazionale, FAI/Cooperativa Artigiana Fuoco e Affini – occasionalmente spettacolare, FAI/Brigata 20 Luglio, FAI/Cellula contro il Capitale il Carcere i suoi Carcerieri e le sue Celle, alle quali si sono aggiunte, dal 2007, la FAI/Cellule Armate per la Solidarietà Internazionale, FAI/Cellule Metropolitane, FAI/Nucleo Rivoluzionario Horst Fantazzini, FAI/Narodnaja Volja, FAI/Rivolta Anonima e Tremenda e FAI/Rivolta Animale e la compagine FAI/Sorelle in Armi – Nucleo Mauricio Morales.

VIDEO DELL’OPERAZIONE SCRIPTA MANENT CONTRO LA FAI

Infine, dalla seconda metà del 2011, si è assistito allo sviluppo “internazionale” della FAI e alla conseguente nascita, per iniziativa congiunta con l’organizzazione greca della Cospirazione delle Cellule di Fuoco, dell’organismo noto come “FAI/Fronte Rivoluzionario Internazionale”. In tale contesto, sono stati individuati alcuni soggetti, non sottoposti all’odierna misura cautelare in quanto già oggetto di analoga misura cautelare, che risultano aver favorito o promosso la costituzione e lo sviluppo della “FAI/FRI”.

Con questa sigla di respiro internazionale, a dimostrazione dell’attuale operatività del cartello FAI in Italia, sono stati rivendicati, oltre all’attentato ai danni dell’ingegner Roberto ADINOLFI del 2012 (“Nucleo Olga – FAI/FRI”) anche i più recenti episodi dell’invio dei plichi esplosivi dell’aprile 2013 (pervenuti alla redazione torinese del quotidiano “La Stampa” ed alla sede bresciana dell’agenzia di investigazioni “Europol”) rivendicati dalla sigla eversiva “Cellula Damiano Bolano – FAI/FRI” e l’attentato esplosivo nei pressi del Tribunale di Civitavecchia (RM) del gennaio 2016, rivendicato dalla sigla “Comitato Pirotecnico per un anno straordinario – FAI/FRI”) e pubblicato anche sul sito internet della rivista “Croce Nera Anarchica”.

L’associazione eversiva ipotizzata è connotata da una complessa organizzazione, priva di una stabile struttura di tipo tradizionale, votata alla lotta armata contro le cd. “strutture del dominio”, le cui azioni violente ed aggressive degli altrui interessi personali e patrimoniali devono essere “firmate” e “rivendicate”.

La già complessa attività investigativa dovuta alle caratteristiche intrinseche di una struttura associativa di questo tipo, è stata ulteriormente accentuata dalla condotta tenuta dai singoli appartenenti alla stessa: la DIGOS ha potuto riscontrare in anni di monitoraggio, intercettazioni e pedinamenti che gli odierni indagati si muovono costantemente in maniera estremamente accorta, prendendo, in qualunque momento della giornata, ogni tipo di precauzione volta ad eludere eventuali controlli da parte delle forze dell’ordine (p.e. colloquiando in ambienti esterni e sempre in movimento, lasciando a casa il telefono cellulare ed effettuando percorsi del tutto privi di logica, con repentini cambiamenti di direzione o tragitti; se, in luoghi chiusi, parlando a voce molto bassa ed accendendo la TV/radio per creare un rumore che renda impossibile la comprensione dei loro dialoghi) e facendo continue bonifiche di abitazioni e automezzi alla ricerca di microspie.

L’enorme quantità di materiale raccolto nell’ambito del procedimento in carico alla Procura di Torino, in cui sono confluiti, per competenza, anche i fascicoli di indagine delle Procure di Genova, Milano, Perugia, Bologna e Lecce, ha consentito di dimostrare che la FAI è stata costituita per iniziativa di anarchici residenti a Torino, unitamente ad altri dimoranti in varie località del territorio nazionale (Viterbo, Pescara e Roma), che hanno promosso, organizzato e compiuto attentati alla vita ed all’incolumità delle persone attraverso l’utilizzo di armi, l’invio di plichi esplosivi ed incendiari nonché la collocazione di ordigni esplosivi temporizzati, su diverse province del nostro Paese.

L’associazione, come espressamente affermato nel programma criminoso stilato dai “soci fondatori”, ovvero da coloro che l’hanno costituita, si è resa responsabile di quasi 50 azioni di natura terroristico/eversiva in 13 anni di attività, finalizzati a realizzare la “distruzione dello Stato e del capitale” portando l’attacco alle strutture del “dominio” (nel documento “QUATTRO ANNI…….. DICEMBRE 2006” si legge “abbiamo portato avanti 7 campagne rivoluzionarie” e “abbiamo portato a termine almeno 30 attacchi tra esplosivi ed incendiari a cose e/o persone”).
Gli obiettivi privilegiati sono di tipo istituzionale (caserme dei Carabinieri, della Polizia di Stato e del Corpo della Polizia Municipale, istituzioni politiche ed amministrative, giornalisti, strutture aziendali, Università) non disdegnando, però, luoghi pubblici e/o zone residenziali (come nel caso dell’attentato al quartiere Crocetta di Torino).

La complessa ricostruzione indiziaria e probatoria effettuata anche attraverso numerose consulenze di esperti linguistici, di grafica e di balistica, ha consentito di raccogliere idonei elementi indiziari e di prova nei confronti di 15 soggetti ritenuti appartenenti, a vario titolo (promotori, costitutori, organizzatori, partecipi), alla formazione eversiva FAI, anche nella sua evoluzione internazionale”, e del compimento, tra l’altro dei seguenti attentati:

• Attentato del 24 ottobre 2005 effettuato mediante un ordigno esplosivo ad alto potenziale (contenente dinamite e dadi metallici), dotato di sistema di attivazione temporizzato, posizionato presso il Parco Ducale di Parma e poi rivendicato dalla compagine denominata “Cooperativa Artigiana Fuoco e Affini (occasionalmente spettacolare)/FAI”;

• Attentato del 2 novembre 2005 effettuato mediante invio di un ordigno esplosivo/incendiario al Sindaco pro-tempore di Bologna, Sergio COFFERATI, poi rivendicato dalla compagine denominata “FAI/Coop Artigiana Fuoco e Affini (occasionalmente spettacolare)”;

• Attentato effettuato mediante l’invio di plichi esplosivi, recapitati ad inizio luglio 2006, presso la sede torinese della ditta “Coema Edilità”, al Sindaco di Torino, Sergio CHIAMPARINO e al direttore del quotidiano “Torino Cronaca”, Giuseppe FOSSATI, poi rivendicati dalla compagine denominata “RAT (Rivolta anonima e Tremenda)/ FAI”;

• Attentato del 24 maggio 2005 effettuato mediante invio di ordigni esplosivo/incendiari al Presidente dell’ente gestore del Centro di Permanenza Temporanea di Modena (Daniele GIOVANARDI), al Questore pro-tempore di Lecce (Giorgio MANARI) ed al Comando della Polizia Municipale di Torino sito in via Saluzzo 26, rivendicati dalla “cellula” denominata “Narodnaja Volja – FAI”;

• Attentato del 7 maggio 2012, commesso, a Genova, con l’utilizzo di un’arma da sparo ai danni dell’ing. ADINOLFI Roberto, amministratore delegato della Ansaldo Nucleare, rivendicati dalla “cellula” denominata “Nucleo Olga/ FAI -FRI”;

• Attentato del 2 giugno 2006 effettuato mediante due ordigni esplosivi ad alto potenziale dotati di sistemi di attivazione temporizzati posizionati nei pressi della Scuola Allievi Carabinieri di Fossano (CN) e poi rivendicati dalla compagine denominata “RAT (Rivolta anonima e Tremenda)/ FAI”;

• Attentato del 5 marzo 2007 effettuato mediante tre ordigni esplosivi ad alto potenziale dotati di sistemi di attivazione temporizzati collocati presso la zona pedonale del quartiere “Crocetta” di Torino e poi rivendicati dalla compagine denominata “RAT (Rivolta anonima e Tremenda)/ FAI”;

Gli ultimi due episodi citati, per i quali sono stati individuati anche i diretti responsabili, le modalità operative – esplosione a distanza di alcuni minuti di diversi ordigni (duplice nel primo caso e addirittura triplice nel secondo) – evidenziavano il chiaro intento di recare pregiudizio all’incolumità pubblica con il preciso obiettivo di uccidere le Forze dell’Ordine, il personale sanitario, i vigili del fuoco e i cittadini eventualmente intervenuti sul posto a seguito della prima deflagrazione, che, nell’occasione, solo per puro caso non sono rimasti coinvolti.


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