24 Aprile 2024

Omicidio per insulti su Facebook, Picci ucciso per errore. Arrestati padre e figlio

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Da sinistra Massimiliano Aru, Martin Aru e la vittima Alessandro Picci (fonte: Polizia di Stato)

E’ stato arrestato, insieme al padre, il presunto autore dell’omicidio a Cagliari dove è stato ucciso Alessandro Picci il pomeriggio del 9 ottobre scorso. Si tratta di Martin Aru, 24 anni, accusato di omicidio volontario, e il padre Massimiliano, di 48, che lo avrebbe accompagnato durante la spedizione punitiva.

Da quanto ricostruito, pare non fosse Picci il bersaglio del killer, ma un altro. La vittima era lì perché avrebbe avuto appuntamento con colui che scrisse  il messaggio offensivo sui social e poi, esagitati gli animi Picci avrebbe cercato di calmarli. Ma è stato ammazzato, per errore.

Gli investigatori della Squadra mobile, coordinati dal primo dirigente Alfredo Fabbrocini, e i carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale, guidati dal capitano Michele Cappa, sono riusciti a ricostruire l’intricata vicenda che ha portato al delitto.

A scatenare la rabbia di Martin Aru – scrive Manuel Scordo sull’Ansa – è un post pubblicato su Facebook alle 14.45 circa di ieri: “Potete avere macchine e soldi, ma la mia opinione rimarrà sempre la stessa”. Il 24enne – pare che recentemente avesse vinto 100 mila euro – risponde: “Pidocchi siete e pidocchi rimarrete”.

La discussione passa da Facebook a WhatsApp, in una chat alla quale avrebbero preso parte Aru, l’autore del post e gli amici comuni. Il dialogo da virtuale si trasforma in reale, quando il giovane decide di incontrare l’avversario che lo avrebbe insultato sui social. Si presenta in via Pertusola 4 con la fidanzata per il chiarimento, ma la discussione degenera in aggressione a cui partecipano l’autore del messaggio, il fratello e altri ragazzi del quartiere.

Aru fugge con la fidanzata e, rientrato a casa, decide di vendicarsi. Torna dopo pochi minuti nella stessa via Pertusola insieme al padre: lui nella cintola dei pantaloni nasconde una pistola calibro 7.65 illegale, il padre è armato di frusta. Nel cortile, però, ad attenderli non trovano più l’autore del post, ma il fratello e Alessandro Picci. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, Picci aveva un appuntamento con i due fratelli.

Non è chiaro cosa sia accaduto a quel punto, se ci sia stato un ulteriore confronto. Aru comunque prende la pistola e preme il grilletto, mirando contro il fratello dell’autore del presunto messaggio infamante. Il giovane si getta a terra dal lato di Picci, che viene raggiunto dalla pistolettata in bocca e muore. Martin Aru fugge, lasciando il padre in zona, raggiunge la casa della fidanzata e qui racconta tutto. A quanto pare non sa di aver ucciso Picci e viene convinto a costituirsi.

Intanto la notizia del delitto fa il giro del quartiere e i parenti della vittima decidono di vendicarsi a loro volta andando a casa di Aru dove trovano il padre, lo aggrediscono e danneggiano la sua auto, fermandosi solo con l’intervento dei carabinieri.


CAGLIARI – Una discussione virtuale su Facebook degenera e ci scappa il morto. E’ avvenuto domenica pomeriggio nel quartiere Is Mirrionis, a Cagliari, dove un uomo di 47 anni, Alessandro Picci, è stato ammazzato con un colpo di pistola al volto sparato da distanza ravvicinata. L’omicidio è avvenuto poco dopo le 16 davanti casa della vittima, in via Pertusola.

A dare l’allarme i vicini che hanno assistito alla lite e al successivo omicidio. Inutili i soccorsi: l’uomo è morto poco dopo in ospedale dov’era stato trasportato dal 118 in condizioni disperate. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Squadra Volanti e gli investigatori della Squadra mobile, insieme agli uomini dell’Arma che hanno da subito avviato indagini congiunte, coordinate dalla Procura della Repubblica.

Nel giro di poche ore, le forze dell’Ordine, dopo le prime acquisizioni di elementi, hanno stretto il cerchio attorno al presunto autore del delitto individuando un 24enne, che probabilmente sentitosi “braccato”, avrebbe deciso di costituirsi. Sottoposto a interrogatorio, il giovane avrebbe confessato.

Il movente sembra essere legato a un litigio per un post su Facebook. Stato che il presunto killer non avrebbe accettato. I due, che probabilmente si conoscevano davvero – al contrario di molte amicizie “virtuali” sui social – si sarebbero incontrati sotto la casa della vittima Alessandro Picci. Dapprima un’accesa discussione, poi parole grosse e infine schiaffi, calci e pugni sotto lo sguardo impietrito dei vicini.

Secondo quanto parzialmente ricostruito, il 24enne, sarebbe andato di corsa a casa a prendere una pistola e sarebbe tornato in via Pertusola per risolvere definitivamente la “disputa”. Avrebbe puntato l’arma, centrando la vittima alla testa. Dopo il delitto l’uomo si è poi allontanato. Le indagini proseguono.


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