Avrebbero gonfiato i numeri delle copie “virtuali” vendute per portare il saldo di bilancio a positivo e poi spartirsi i soldi del “ricavato”.
E’ quanto viene contestato al gruppo del Sole 24 Ore, il quotidiano economico di Confindustria, dalla procura di Milano che ha indagato una decina di persone, tra cui il direttore Roberto Napoletano. Nel registro degli indagati ci sono anche l’ex direttore dell’area digitale del Sole 24 ore, Stefano Quintarelli, l’ex direttore del gruppo, Massimo Arioli e l’ex direttore dell’area vendite, Alberti Biella.
Secondo l’ipotesi degli inquirenti, la società inglese Di Source Limited avrebbe acquistato copie digitali dal Sole 24 Ore per poi rivenderle agli utenti su mandato dello stesso gruppo. Il Sole 24 Ore avrebbe venduto in modo fittizio a questa società tra il 2013 e il 2016 abbonamenti digitali per 15 milioni e mezzo di euro, pagandoli però 18,5 milioni. La differenza, di 3 milioni di euro (equivalente di 100 mila abbonamenti), sarebbe stata la “cresta” fatta dagli indagati da cui scaturisce la presunta appropriazione indebita.
Una cifra che, secondo l’accusa, si sarebbero spartiti gli indagati. Oltre all’accusa di false comunicazioni sociali (altra tranche dell’indagine), contestata agli ex vertici del gruppo e al direttore del quotidiano Roberto Napoletano, sui presunti dati falsi sulle copie.
Intanto stamane, la Guardia di finanza si è presentata nell’ufficio di Napoletano per una pequisizione, nel mentre il comitato di redazione del quotidiano è in rivolta e chiede ai vertici del gruppo provvedimenti esemplari. “Dopo un voto di oltre il 90% dell’assemblea”, il Cdr ha proclamato uno sciopero a oltranza sino al momento della rimozione del direttore. Un’iniziativa senza precedenti nella storia sindacale del Sole 24 Ore.