28 Marzo 2024

Roma, confiscati beni per 50 milioni di euro a persone dedite a usura

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Guardia di finanza

I finanzieri del comando provinciale della Guardia di finanza di Roma hanno sottoposto a confisca 3 società, 11 immobili e rapporti finanziari, per un valore complessivo di stima pari a circa 50 milioni di euro, riconducibili a due soggetti ritenuti socialmente pericolosi per condotte di estorsione e usura.

Le complesse indagini patrimoniali, avviate nell’aprile 2014 e dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, hanno consentito di confermare e rafforzare le evidenze investigative acquisite precedenza, in ordine alla abitualità della commissione di condotte illecite e, quindi, alla loro pericolosità per la sicurezza e la pubblica moralità.

F.G., colombiano (nato a Barranquilla, città nota come “Porta d’oro della Colombia”, di qui il nome dell’operazione), formalmente residente all’estero ma di fatto domiciliato – da diversi anni – in Italia, era già noto agli atti del Nucleo di polizia tributaria di Roma in quanto censito, unitamente al fratello, nella cosiddetta “Lista Falciani” – l’elenco di soggetti titolari di conti correnti presso la filiale ginevrina della banca HSBC – in qualità di mandatario del portafoglio mobiliare intestato ad una società con sede nelle British Virgin Islands.

Per quanto concerne la figura del D.A., lo stesso risulta gravato – a partire dalla fine degli anni ’70 – da numerosi pregiudizi di polizia, per fattispecie che vanno dall’estorsione, all’usura, alla ricettazione, alle lesioni personali, alla bancarotta fraudolenta, che ne denotano l’evidente propensione a delinquere.

Le complesse investigazioni svolte dagli specialisti del Gico hanno permesso di ricostruire compiutamente la rete degli interessi commerciali dei proposti e l’entità del patrimonio loro riconducibile, costituito in prevalenza da immobili ubicati a Roma, da società note come “esterovestite” – ovvero formalmente non residenti ma aventi la sede effettiva dell’amministrazione in Italia – e da un rapporto finanziario acceso in una banca svizzera.

In tale contesto, seguendo le direttive impartite dalla locale Dda le Fiamme Gialle capitoline hanno sviluppato approfonditi accertamenti economico-patrimoniali, riscontrando l’accumulazione di un ingente patrimonio, del tutto incongruente con i modesti redditi dichiarati.

Infatti, F.G., nel periodo 1997-2012, non risulta aver mai presentato alcuna dichiarazione ai fini reddituali, pur risultando a lui riconducibile, direttamente o per il tramite di terzi, un consistente patrimonio societario, immobiliare e mobiliare.

Allo stesso, inoltre, era stata già contestata dal Nucleo di Polizia Tributaria di Roma la gestione delle citate società “esterovestite”, dai cui conti correnti, come emerso nel corso delle indagini, venivano attinte somme da elargire a terzi a tassi usurari.

In merito, così scrive il Giudice della prevenzione nell’odierno provvedimento di confisca: “L’elargizione di prestiti a tasso di usura è risultata essere un’attività strutturata, caratterizzata dall’attingimento di provvista finanziaria da conti correnti di società estere, dall’utilizzo di contratti di finanziamento simulati, dal ricorso, se necessario, a minacce nei confronti delle vittime.”


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