19 Aprile 2024

Noemi, per i Pm è omicidio premeditato. Durini: “E’ stato il padre”

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Lucio Marzo all'uscita della caserma
Lucio al momento dell’uscita dalla caserma dei carabinieri di Specchia

La procura per i minorenni di Lecce contesta a Lucio, l’assassino reo confesso dell fidanzata Noemi Durini l’omicidio premeditato, aggravato dalla crudeltà dai futili motivi. Si evince dal decreto di fermo emesso nei suoi confronti dopo la confessione choc.

Secondo la procura non sarebbe stato un omicidio d’impeto, come sostenuto dal ragazzo, ma un atto pianificato e studiato. Non è ancora chiaro il ruolo del padre di Lucio, indagato per sequestro di persona e occultamento di cadavere. Ciro, è accusato da Umberto Durini, papà della sedicenne ammazzata, di essere stato lui a ucciderla, ha detto in alcune interviste tv.

Secondo Durini il padre di Lucio avrebbe avuto un ruolo fondamentale nell’omicidio della figlia. Il ragazzo “sta nascondendo suo padre, lo protegge, ma quello non si salverà, ha fatto tutto lui”. In sostanza, sarebbe il ragionamento del papà della vittima, Lucio si sarebbe accusato l’omicidio perché con tre Tso e il fatto che sia un minore è facile ottenere grossi sconti di pena dovuti alla infermità e semi infermità mentale sui cui con alta probabilità la difesa gioca le sue carte.

Tuttavia, oltre alla confessione del giovane vi sarebbero elementi concordanti al vaglio degli inquirenti che inchioderebbero il ragazzo alle sue responsabilità.

Nel decreto di fermo, in parte anticipato da alcuni quotidiani, il presunto assassino “cagionava la morte di Noemi prelevandola alle 4.51 dalla sua abitazione con la Fiat 500 di proprietà della sua famiglia e conducendola in aperta campagna colpendola con l’uso di corpi contundenti; con le aggravanti di aver commesso il fatto con premeditazione, per motivi abietti o futili e di aver agito con crudeltà”.

Nel decreto di fermo i pm ricostruiscono quello che accadde il 3 settembre, giorno della scomparsa di Noemi. Una ricostruzione che è stata fornita dalla stesso Lucio durante la sua confessione arrivata in seguito ad un episodio. “Nell’ambito delle ricerche di Noemi” scrive il pm – i carabinieri hanno trovato Lucio a Lucugnano, una frazione di Tricase.

“Il ragazzo veniva trovato in lacrime e affermava che era sua intenzione portarsi presso il comando dei carabinieri di Specchia, rappresentando il continuo stato di agitazione in cui viveva dal giorno della scomparsa di Noemi”. Una volta in caserma, Lucio ha parlato di uno “stato di malessere in cui vivevano lui è la sua famiglia” e poi ha ricostruito quel che sarebbe successo.

Nel provvedimento non si fa però cenno né al fatto che fosse stata Noemi a chiedere di uccidere i suoi genitori né che sia stata la ragazza a portare il coltello con cui poi sarebbe stato compiuto l’omicidio. Una volta prelevata Noemi da casa, dunque, i due sono passati per Alessano, poi sono andati a Novaglie e poi hanno percorso la litoranea fino a Santa Maria di Leuca. Da qui, scrive il pm, Lucio “dichiarava di essersi immesso lungo uno strada che lo conduceva verso il centro abitato di Castrignano del Capo ma prima di arrivarvi, svoltava a sinistra lungo una strada sterrata”.

“Qui dichiarava di essersi parcheggiato e, con la scusa che si sarebbero fumati una sigaretta, scendeva dall’auto insieme a Noemi con la quale si addentrava in un uliveto dove poi, approfittando di un momento propizio”, l’avrebbe uccisa. Nel decreto si afferma che Lucio ha confessato di aver ucciso Noemi “colpendola con un coltello al collo” e, dopo averla spinta a terra, di aver continuato “a colpirla con delle pietre alla testa”. Infine, si legge ancora, “si allontanava dal luogo dei fatti repentinamente con la propria autovettura disfacendosi del manico del coltello avvolto nella propria maglietta in un luogo che non ha saputo indicare”.

“Non sapevo nulla e mai avrei aiutato mio figlio a commettere un simile gesto. Lucio mi ha detto dell’omicidio la sera prima del ritrovamento del corpo di Noemi e mi ha comunicato anche la sua decisione di volersi costituire ai carabinieri. Io gli ho risposto: ‘Se hai le palle ci devi andare da solo'”, cosa che il minorenne ha fatto ieri. E’ quanto avrebbe detto il padre del 17enne ad alcuni famigliari commentando le indagini a suo carico.

“Quello che ho fatto è stato per l’amore che provo per voi. Noemi voleva che io vi uccidessi per potere avermi con sé. Sono un fallito e mi faccio schifo. Lucio. Ti voglio bene papà e mamma”. Questo il contenuto del biglietto che il diciassettenne avrebbe lasciato ai genitori. Il biglietto è stato letto dalla madre davanti alle telecamere de La Vita In Diretta, il programma di Rai 1.

Ieri sera a “Quarto Grado”, programma di cronaca su “Rete 4” condotto dal giornalista Gianluigi Nuzzi, è stata mostrata una lettera dello scorso anno che Lucio ha scritto alla fidanzata promettendole di volerla sposare.


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