28 Marzo 2024

Despar Italia, la strategia del calabrese Antonino Gatto per rilanciare i consumi in tempi di crisi

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Antonino Gatto
Antonino Gatto, Presidente Despar Italia

Stefano Carli per “Affari e Finanza” (La Repubblica

«Vediamo segnali di ripresa, ma sono ancora deboli: nei grandi centri commerciali, dove prima si faticava a non far vedere saracinesche abbassate, sta tornando un po’ di fermento di nuove aperture. Ma i consumi delle famiglie sono quello che sono e quindi il mercato resta difficile: ci saranno altre chiusure, consolidamento di posizioni. E noi di Despar pensiamo di poter giocare un molo attivo».

Antonino Gatto è presidente del consiglio direttivo di Despar Italia, branch del consorzio internazionale che opera nel mondo con il marchio Spar e presidente di Gam, una delle otto società che compongono Despar Italia. Sul mercato del Bel Paese il marchio dell’abete (è il significato della parola “spar” in olandese) ha fatturato nel 2013 3,47 miliardi di euro, in calo rispetto ai 3,65 miliardi dell’anno precedente, con una quota sul mercato della Gdo intorno al 5%.

Anche per Despar il 2013 è stato dunque un anno duro, tanto che ha visto il numero delle spa associate scendere da 10 alle attuali 8 per una chiusura e una fusione. Al netto di alcune nuove aperture e dell’acquisto di nuovi associati i punti vendita si sono ridotti in un anno di oltre 100 unità, da 1.477 a 1.363. La struttura distributiva che fa capo al consorzio è mista, tra punti vendita di diretta proprietà e affiliati in franchising. Questi ultimi sono in numero il doppio dei ” diretti” ma in termini di fatturato pesano solo per un terzo.

A tenere la marginalità su livelli stabili è però uno dei punti di forza del marchio: una politica di prodotto “private label” molto spinta, che nei punti vendita più piccoli, i “super”, in particolare arriva a produrre il 23% del fatturato e che da almeno un paio di anni cresce più veloce della media del mercato, migliorare ulteriormente i conti ci sono poi gli investimenti. «Ne abbiamo in corso per un cinquantina di milioni solo nel sud Italia – spiega ancora Gatto – E sono tutti volti non all’apertura di nuovi punti vendita, visto il clima di mercato, ma alla riistrutturazione degli attuali.

Despar ItaliaRinnoviamo le strutture con uno sguardo particolare ai consumi energetici: tra nuove luci a led e sistemi di condizionamento di ultima generazione contiamo di arrivare a risparmi nella bolletta energetica fino al 25%». Altri risparmi arrivano poi, volta per volta, dal calo dei contratti di locazione: tra nuove stipule, rinnovi e revisioni si arriva ad un risparmio medio del 30%. Sul fronte degli investimenti di prodotto invece l’obiettivo è di estendere ancora di più il raggio d’azione della marca privata.

«L’ultima novità – continua Gatto – dopo aver puntato su nostri marchi nei settori dell’infanzia, del biologico e persino dell’equo solidale, è nel vino. Abbiamo selezionato direttamente le uve in cantina per creare un primo portafoglio di vini in un segmento di media qualità». Una strategia, questa della “private label” che si fa anche forza del radicamento di un marchio che in Italia e presente dal 1959. Anzi, proprio a quegli anni di boom economico risale la circostanza che ha portato al fatto che solo in Italia il marchio Spar, oggi presente in 35 paesi, compresi Cina, Australia, Giappone, Sud Africa e Qatar, oltre a quasi tutti i paesi europei, abbia un nome diverso: si è trattato infatti di un contenzioso con la Star, il gruppo alimentare della famiglia Fossati ceduto nel 2006 agli spagnoli di Gallina Bianca.

Fatturato Despar ItaliaIl logo era completamente diverso, ma il nome era troppo simile, si accettòo di mutarlo in ” Despar” e cosi e rimasto. Nonostante la lunga presenza in Italia il gruppo ha però ancora oggi un deficit di presidio territoriale. Ci sono regioni dove è ancora assente: Abruzzo, Marche, Molise, Piemonte, Valle d’Aosta. E in generale, va detto che l’insegna Despar è forte soprattutto al nord. Delle nove società, la Aspiag, che copre tutto il nord est, fa da sola la metà del fatturato, e anzi, nel 2013 è riuscita anche a far crescere le vendite dell’1 %, a 1,67 miliardi e a tagliare il nastro di una ventina di nuovi punti vendita, tra i quali 7 super nelle provincie di Udine, Gorizia, Pordenone, Padova e Bolzano e un iper a Mestre.

Tagli ai costi, investimenti e strategia delle marche private dovrebbero sulla carta dare al marchio la possibilità di giocare da protagonista in questa fase di consolidamento del mercato. D’altra parte l’ultimo vantaggio che Despar può mettere in campo e quello di far parte di un gruppo di livello internazionale. Il gruppo Spar è a tutti gli effetti una enorme centrale cooperativa che associa singoli gruppi territoriali ai quali fornisce l’ombrello unico di un marchio e di una serie di servizi centralizzati per far emergere sinergie.

Gdo in italiaAnzi, il principio della cooperazione è spinto al punto che mentre Spar International funge da centro acquisti per prodotti internazionali, per avere migliori margini nelle trattative con le multinazionali dell’alimentare è del largo consumo, in Italia Despar aderisce a Centrale Italiana, una centrale di acquisti di cui fanno parte anche Coop e i gruppi Gigante e Sigma. Due settimane fa il gruppo Spar ha tenuto la sua convention annuale a Roma, ed erano nove anni che l’italia non era più il paese ospitante. E’ stata l’occasione per il managing director Gordon Campbell di presentare i conti generali del gruppo per il 2013 e lanciare le nuove strategie. Sui primi, i numeri dicono che le vendite totali sono arrivate a 32,1 miliardi di euro, con 12 mila punti vendita in 35 paesi e con l’obiettivo di arrivare a 40 entro questo 2014.

L’Italia è il terzo mercato per vendite dietro Austria e Sud Africa, e precede di mezzo miliardo la Gran Bretagna, pur avendo quasi la metà dei punti vendita inglesi. Quanto alle strategie, Campbell ha annunciato un’accelerazione degli investimenti in comunicazione: ha parlato di 300 milioni di budget globale da investire in pubblicità. Segno di una strategia di attacco del gruppo. E, quanto alle marche private, un nuovo capitolo che vedrà ancora di più protagonista la filiale italiana: Spar creerà in tutti i suoi punti vendita nel mondo angoli di specialità alimentari territoriali. E una di questa sarà italiana, con una selezione di paste e sughi pronti: marca privata ma rigorosamente “made in Italy”.


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