16 Aprile 2024

Il mercoledì nero in Borsa. Bruciati 233 miliardi in Ue

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Il mercoledì nero in Borsa. Bruciati 233 miliardi in Ue
La Borsa di Francoforte (Epa)

Mercoledì nero per le Borse europee che hanno bruciato in poche ore 233 miliardi di euro. L’intera seduta, è stata caratterizzata da forti cali nel settore petrolifero (indice Stoxx -5,14%), con il greggio sprofondato a 26,55 dollari a New York, dei metalli (-5,17%), con tutte le quotazioni in calo ad eccezione di oro e argento, e delle banche (-4,28%). In ribasso del 3,5% alcuni dei principali listini europei come Parigi, Madrid e Londra; Francoforte contiene il calo a -2,8%.

Nel settore bancario le vendite si sono concentrate sulle italiane Mps (-22,20%), Carige (-17,79%) e Banco Popolare (-10,88%). Sotto pressione Alpha Bank (-10%) nella Borsa di Atene.

Sui bancari in generale pesano i timori legati al destino dei non performing loans e che la polemica tra governo italiano e Unione europea renda più difficile la nascita della bad bank.

Seduta in forte ribasso per Piazza Affari, a Milano (Ftse Mib -4,83% a 18.880 punti), che però ha conosciuto momenti ben peggiori in passato, come l’8% lasciato sul campo nell’ottobre del 2008 o il -7,57% dell’11 settembre 2001. Brillanti gli scambi (3,56 miliardi di euro), in linea con altre recenti sedute. L’intero paniere dei grandi titoli ha chiuso in rosso, con Mps (-22,2%) fanalino di coda, Carige (-17,79%), preceduta da Banco Popolare (-10,88%) e Saipem (-10,44%).

Fra i petroliferi pesante Saipem, più volte in asta di volatilità durante la seduta, che chiude con un ribasso di oltre il 10%, sul prezzo del greggio e sul prossimo aumento di capitale.

Ferrari, Fiat Chrysler (Fca) e la controllante Exor perdono più del 7%. Fca ha perso appeal speculativo dopo lo scorporo di Ferrari e la quotazione alla borsa di Milano a inizio gennaio.

Italcementi (-0,49%), nessun titolo ha perso meno dell’1%, solo Tod’s (-1,83%) ed Stm (-1,17%) invece hanno ceduto meno di due punti percentuali. Difficile immaginare qualcosa di diverso quando a circa mezz’ora dalla fine le azioni congelate al ribasso erano ben 14 e l’indice Ftse Mib cedeva il 5,2%. Considerando però anche i titoli a media capitalizzazione non sono mancate le sorprese: Damiani (+3,97%), Pierrel (+2,05%), Ratti (+1,3%) e l’Aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna (+1,11%).

La chiusura per Piazza Affari è stata pesante ma è ben lontana dalle 10 peggiori sedute che si ricordino. In particolare l’indice delle blue chips milanesi non perdeva tanto dal 5 gennaio del 2015 (-4,92%), mentre nell’ottobre del 2008 era riuscito a cedere l’8% e l’11 settembre 2011 il 7,57%. Da inizio anno l’indice milanese è sotto del 16,11% e si è quindi mangiato il rialzo dell’intero 2015 (+13%).

S&P 500 brucia 2.000 mld dlr da inizio anno – Lo S&P 500 ha bruciato quasi 2.000 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato dall’inizio dell’anno. Lo riporta la Cnbc.

Petrolio affonda a New York – Il petrolio chiude in calo a New York, dove le quotazioni perdono il 6,71% a 26,55 dollari al barile. Dall’inizio dell’anno le quotazioni hanno perso quasi il 30%.

Crollano mercati Asia, è Orso in Giappone. Tokyo -3,7% – Tuffo in terreno negativo per le Borse asiatiche che crollano ai minimi degli ultimi tre anni. Con i prezzi delle materie prime che affondano cresce la domanda di beni rifugio e cala la fiducia degli investitori nell’economia globale. Tokyo perde il 3,71% ed entra in un cosiddetto mercato ‘orso’, Hong Kong perde il 3,5%, ai livelli più bassi della crisi finanziaria globale. Alla radice di questa ondata di vendite, commentano gli analisti, ci sono gli sbalzi nei prezzi del petrolio. La Borsa di Shanghai e Shenzen hanno chiuso in calo dell’1,03%, Seul del 2,34 per cento. Spread chiude in rialzo a 117 punti, ai massimi da settembre.

Crolla rublo, oltre 90 su euro – Il rublo ha superato quota 90 sull’euro e prosegue la sua caduta libera sullo sfondo del calo del prezzo del petrolio. La valuta russa perde terreno anche sul dollaro, scambiato alla borsa di Mosca a 82,14 rubli.


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