19 Marzo 2024

Omicidio Nemtsov, si stringe il cerchio attorno al killer

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La Ford del ministero delle finanze russo notata dalle telecamere di sicurezza
La Ford del ministero delle finanze russo notata dalle telecamere di sicurezza vicino al luogo dell’agguato

Il capo dei servizi di sicurezza russi (Fsb), Aleksandr Bortnikov, citato dall’agenzia Tass, ha riferito che sarebbero stati individuati i primi sospetti dell’omicidio di Boris Nemtsov, il leader anti-Putin assassinato venerdì sera davanti le mura di cinta del Cremlino.

Gli investigatori starebbero tenendo sotto osservazione due persone sospettate di avere molto a che fare con l’omicidio sul ponte Bolshoi Moskvoretski.

Secondo altri media, uno dei presunti responsabili potrebbe essere Aslan Alkhanov, militante del “Doku Umarov”, un gruppo fondamentalista ceceno, trovato morto “suicida” – in circostanze tutte da chiarire – in un appartamento di Mosca qualche ora dopo l’agguato a Nemtsov.

Alkhanov, riferiscono alcuni media, sarebbe arrivato da Kiev a Mosca qualche giorno prima del 28 febbraio proprio per uccidere Nemtsov. Sebbene non vi siano conferme, si parla di un “omicidio commissionato da una fazione paramilitare ucraina con l’obiettivo di far ricadere la colpa su Putin”. Nella stanza dov’è stato ritrovato Alkhanov vi sarebbe stato un computer che gli investigatori starebbero esaminando.

All’indomani del funerale di Nemtsov, gli investigatori puntano a chiudere il caso nel più breve tempo possibile. Al vaglio ci sono diverse telecamere di sicurezza sempre attive nel centro della capitale russa.

Oltre al primo video che riprende il killer e spiega la dinamica dell’omicidio, grazie all’ausilio di altre riprese è stato ricostruito il tracciato stradale fatto dall’auto che è sgommata subito dopo aver prelevato il killer.

In una clip trasmessa da LifeNews si vede un’auto di colore  chiaro che attraversa le strade del centro di Mosca per poi scomparire nel nulla.

Da altre telecamere è stata notata un’auto del ministero delle Finanze russo che è passata dal ponte Bolshoi almeno tre volte la sera dell’agguato. Si tratta di una Ford scura (foto in alto). L’uomo che aveva in carico la macchina ministeriale è stato già interrogato dalla Polizia e si sarebbe giustificato che proprio quell’auto (presumibilmente esterna al dicastero) veniva usata da lui come taxi abusivo per arrotondare lo stipendio.

Sempre secondo LifeNews, Nemtsov la mattina del 28 febbraio sarebbe tornato verso la capitale russa dall’aeroporto di Sheremetievo dove era andato a prendere la sua fidanzata Anna Duritskaia, proveniente dall’Ucraina. In questo percorso, l’auto del politico, una Range Rover, sarebbe stata pedinata all’inizio da una Chevrolet e poi da un’altra auto.

L’emittente russa riferisce che Boris sarebbe stato tenuto sotto stretto controllo durante l’arco dell’intera giornata e una volta arrivato ai Grandi Magazzini sulla Piazza Rossa, ha cenato con la compagna e detto al suo autista che sarebbe tornato a piedi.

Intuito questo, per il killer e i suoi complici è tornato tutto più facile. Alle 23.29 – ha riferito LifeNews – un’auto chiara avrebbe fatto un giro sotto l’inizio del ponte, (nella strada sottostante le mura del Cremlino) e un minuto dopo l’uomo sarebbe sceso dalla vettura per nascondersi sulle scale che portano al ponte in attesa del passaggio di Nemtsov, che ha colpito riparandosi dietro il mezzo della nettezza urbana.


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