28 Marzo 2024

Migranti, l'Ue si prepara alla guerra ai trafficanti. Ecco il piano

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Consiglio di sicurezza OnuRafforzare Triton, almeno raddoppiando le risorse economiche ed i mezzi a disposizione. Prevedere meccanismi di emergenza per la redistribuzione dei profughi. Lanciare un nuovo programma per il rimpatrio “dai paesi in prima linea” come l’Italia dei migranti irregolari che non hanno diritto all’asilo. Ma anche e soprattutto lanciare un “sistematico sforzo per sequestrare e distruggere le barche dei contrabbandieri” di esseri umani. Potrebbe essere l’inizio della guerra europea contro quelli che Matteo Renzi ha definito gli “schiavisti del 21/o secolo”.

Sono i punti principali dei dieci previsti dal piano d’azione europeo sull’immigrazione, presentato dalla Commissione ed approvato oggi a Lussemburgo dai ministri degli Esteri e degli Interni. Sarà la base di lavoro del vertice straordinario convocato per giovedì dal presidente Tusk dopo 24 ore di “consultazioni”. Per la caccia ai trafficanti viene evocato il modello della operazione Atalanta, con le navi militari della Ue in missione anti-pirateria nel Corno d’Africa. Per realizzarlo servirebbe un mandato del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, ma la Ue è pronta ad attivarsi. E c’è già chi, come il Belgio, si dice disposto a mettere a disposizione mezzi militari.

Nell’ambizioso piano d’azione preparato da Avramopoulos, il rafforzamento delle risorse per Frontex e l’operazione Triton appare però ancora limitato. Nell’ultima bozza circolata si parlava di raddoppio, una quantificazione lontana dal “cambio di ordine di grandezza” chiesto da Gentiloni che definisce gli appena “tre milioni al mese” attualmente a disposizione per Triton come “non all’altezza della maggiore potenza economica del pianeta”. Nel testo finale si parla genericamente di “aumento” e Avramopoulos indica che la cifra potrebbe essere rivista. Per Alfano è comunque “un primo passo”.

Nella guerra ai trafficanti sono previste anche operazioni di intelligence. Il punto “3” chiede “riunioni regolari” tra Europol, Frontex, l’agenzia europeo per l’asilo (Easo) e Eurojust per “raccogliere informazioni sul modus operandi” e “tracciare i finanziamenti”. E il punto 10 lancia l’idea di inviare nei paesi chiave ‘Ufficiali di collegamento per l’immigrazione”: degli 007 dei flussi migratori di stanza nelle delegazioni della Ue. L’Easo poi schiererà team in Italia e Grecia per dare assistenza nella valutazione delle domande di asilo. Ma gli Stati dovranno “assicurare” la raccolta delle impronte digitali, punto su cui l’Italia più volte è stata richiamata.

Inoltre il piano chiede di “considerare” opzioni per la redistribuzione dei profughi richiedenti asilo: da una parte un “meccanismo di emergenza”, dall’altra quello di avviare un “progetto pilota” per ridistribuire tra gli Stati membri “quote” di persone bisognose di protezione, sempre però su base volontaria vista l’opposizione di molti paesi dell’est. Infine, rilanciato impegno di collaborazione con i paesi attorno alla Libia, aumentando anche la presenza di personale civile per il controllo dell’immigrazione per rafforzare la missione già esistente.


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