28 Marzo 2024

Filippine, rapimento Rolando Del Torchio. Per procura di Roma è terrorismo islamico

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Filippine, rapito da gruppo islamico ex missionario italiano Rolando del Torchio
l’italiano rapito nelle Filippine Rolando del Torchio

La Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine in relazione al sequestro del ristoratore italiano, ex missionario, Rolando Del Torchio avvenuto mercoledì 7 ottobre nelle Filippine. Nel procedimento il procuratore aggiunto, Giancarlo Capaldo, ipotizza il reato di sequestro di persona a scopo di terrorismo.

Intanto, è stata lanciata una massiccia operazione di ricerca lungo le aree costiere vicino a Dipolog City, dove ieri sera è stato rapito da un commando armato Del Torchio. Elicotteri, navi della guardia costiera e membri delle forze armate partecipano alla ricerca, che si espande fino all’isola di Sulu, dove il gruppo islamico radicale Abu Sayyaf – tra i maggiori sospettati del sequestro – ha la sua base. Secondo la polizia, una telecamera di sorveglianza ha ripreso alcuni membri del commando, senza fornire però elementi sufficienti per la loro identificazione.

Il ristoratore italiano, Rolando Del Torchio, di 56 anni, è stato rapito da uomini armati nel suo caffè-pizzeria a Dipolog City, nel sud delle Filippine dove sono attivi diversi gruppi, tra ribelli e mercenari e separatisti islamici, alcuni dei quali fondamentalisti.

Il rapimento è stato confermato dal capo della polizia di Dapitan, Divin Ceriales e dalla Farnesina. L’uomo, che è stato missionario nelle Filippine, è stato prelevato dal gruppo di criminali nel suo locale dove i banditi erano entrati fingendosi per dei clienti. Il nucleo armato, insieme all’ostaggio, è salito poi su un motoscafo per lasciare la città via mare.

Circostanza, questa, confermata dal portavoce militare filippino, capitano Roy Trinidad: “I rapitori sono stati avvistati mentre lo trasferivano su una barca a motore diretta verso la citta’ di Manukan”. “Si ritiene – ha aggiunto – che viaggeranno verso Jolo passando per Sindangan, Siocon e Sirawai”, ha detto.

Rolando Del Torchio, che è arrivato per la prima volta nelle Filippine nel 1988 come missionario del Pime (Pontificio Istituto Missioni Estere), ha lasciato la tonaca nel 1996. Secondo il sito di informazione filippino Rappler.com, del Torchio aveva preso tale decisione scandalizzato dall’emergere del fenomeno pedofilia nella Chiesa.

Aveva comunque scelto di rimanere sull’isola di Mindanao, nel sud del paese, per lavorare con un’organizzazione non governativa che forniva assistenza agli agricoltori della zona. In seguito Rolando Del Torchio aveva aperto un suo ristorante, il “Ur Choice Cafè”. A Mindanao e nella stessa Dipolog City, capitale della provincia di Zamboanga del Norte, sono presenti diversi gruppi ribelli musulmani, parte di una guerriglia separatista per ricavare maggiore autonomia in un arcipelago a maggioranza cattolica. Alcuni di questi gruppi sono più che altro bande di criminali, che si finanziano anche con il rapimento di stranieri

Del Torchio era scampato a un attentato una quindicina di anni fa, quando alcune persone avevano sparato contro di lui mentre si trovava insieme al vescovo locale”. Lo ha raccontato all’Ansa il cugino dell’uomo, Andrea Del Torchio, titolare di una gastronomia ad Angera (Varese), paese dove Rolando è nato. “Erano riusciti a salvarsi rifugiandosi sotto i letti – ha proseguito – e Rolando era rimasto traumatizzato. Si tratta di posti pericolosi, che lui ama nonostante la situazione difficile”.

Per il rapimento di Rolando Del Torchio al momento pare non sia giunta al momento nessuna rivendicazione o richiesta di riscatto. Nessun contatto risulterebbe all’ambasciata italiana a Manila né ai collaboratori di Rolando Del Torchio nel suo locale. L’intellingence è al lavoro per capire da quale gruppo islamico sia stato rapito l’italiano.


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