19 Marzo 2024

Un rapporto segreto svela le bugie dell'Fmi sulla Grecia

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Eurotower di Francoforte sede della Bcedi Raúl Ilargi Meijer per The Automatic Earth (4 luglio 2015)
traduzione a cura di vocidallestero.it

Il rapporto del FMI sull’ Analisi di Sostenibilità del Debito Greco che è uscito questa settimana ha provocato un grande scalpore. Ora sappiamo che gli analisti del Fondo confermano quanto Syriza ha continuato a dire fin da quando è salita al potere 5 mesi fa: la Grecia ha bisogno di una riduzione del debito, molta, e in fretta.

Sappiamo anche che l’Europa ha cercato di mettere a tacere il rapporto. Ma ciò che è più interessante è che il tentativo è andato avanti per mesi, secondo la Reuters. Ergo, il FMI era a conoscenza dell’analisi – preliminare – da mesi, e ha taciuto, mentre allo stesso tempo ‘negoziava’ con la Grecia su austerità e salvataggi.

E se si scava ancora un po’ più a fondo, non c’è modo di evitare il fatto che il FMI non ne era a conoscenza  soltanto da pochi mesi, ma lo sapeva da anni. Il Comitato Parlamentare Greco sul Debito ha riferito tre settimane fa di essere in possesso di un documento del FMI del 2010 (!), il quale conferma che anche allora il Fondo già sapeva. [Nel 2010 l’Fmi era presieduto da Dominique Strauss-Kahn poi arrestato per scandali sessuali il 14 maggio 2011. Quattro giorni più tardi Strauss-Kahn si dimise e subentrò l’ex ministro dell’economia francese, Christine Lagarde, ndr].

Vale a dire, si sapeva già che il piano di salvataggio messo in atto nel 2010 avrebbe indebitato ancora di più la Grecia. Che è l’esatto contrario di ciò che che il piano di salvataggio si pretendeva dovesse fare.

Il piano di salvataggio del 2010 è stato quello che ha permesso alle banche private francesi, olandesi e tedesche di trasferire i loro debiti al settore pubblico greco, e indirettamente al settore pubblico dell’intera zona euro. Non c’è stata ristrutturazione del debito in questa operazione.

Reuters ieri ha riferito che “la pubblicazione della bozza dell’Analisi di Sostenibilità del Debito ha messo a nudo una disputa tra Bruxelles e [il FMI] che si è trascinata per mesi a porte chiuse.”

Ma non è tutta la storia. Evidentemente, c’è stata una disputa importante anche all’interno del FMI. La decisione di pubblicare la relazione è stata apparentemente presa senza neanche un voto, perché era evidente che i membri del consiglio del Fondo ne volevano la diffusione. Gli Stati Uniti hanno giocato un ruolo importante in questa decisione. Perché questa tempistica? Difficile a dirsi.

La grande domanda che sorge da tutto questo è: qual’è stato il ruolo di Christine Lagarde in questa farsa? Se lei è stata fondamentale nel mantenere nascosta l’analisi, ha fatto un bel danno alla reputazione del FMI, e diventa difficile capire come potrebbe rimanere a capo del FMI. Ha contribuito a far perdere al Fondo un’immensa quantità di fiducia agli occhi del mondo. E senza fiducia, il FMI è inutile.

E già che ci siamo, il capo della Bce Mario Draghi, che è anche un importante negoziatore della troika, ha fatto un errore enorme questa settimana facendo – quasi – chiudere il sistema bancario greco, una decisione che rimane difficile da credere ancora oggi. La funzione di una banca centrale è quella di assicurarsi che le banche siano liquide, non strangolarle consapevolmente e volontariamente.

Come Draghi, dopo questo, possa rimanere a capo della BCE è difficile da capire quanto lo è per la Lagarde. E dovremmo anche mettere in discussione le azioni e le motivazioni di persone come Jean-Claude Juncker [presidente della Commissione europea] e Jeroen Dijsselbloem [presidente dell’Eurogruppo]

Anche loro devono essere stati a conoscenza della valutazione del FMI, eppure hanno insistito perché non ci fosse nessuna riduzione del debito sul tavolo dei negoziati, anche se l’analisi dice che senza riduzione del debito non ci può essere un accordo sostenibile.

Si può solo immaginare la frustrazione di Varoufakis nel trovarsi la porta chiusa in faccia ogni volta che sollevava l’argomento. Perché davvero non c’è bisogno di un’analisi del FMI per vedere quel che è ovvio.

Che è esattamente il motivo per cui domani c’è un referendum: Alexis Tsipras ha rifiutato di firmare un accordo che non prevede la ristrutturazione del debito. Sarebbe comico se non fosse così tragico, soprattutto per il popolo greco. Da Reuters, ieri:

Gli europei hanno cercato di bloccare il Rapporto sul Debito della Grecia del FMI (traduzione da Reuters)

“I paesi della zona euro hanno cercato invano di fermare la pubblicazione da parte del Fondo Monetario Internazionale di un’analisi pessimista sull’onere del debito della Grecia, che secondo le dichiarazioni del governo di sinistra giustifica il suo appello agli elettori di respingere i termini del salvataggio, hanno detto venerdì fonti a conoscenza dei fatti. Il documento, diffuso a Washington giovedì, afferma che le finanze pubbliche della Grecia non saranno sostenibili senza una sostanziale riduzione del debito, che possibilmente includa anche lo stralcio da parte dei partner europei dei prestiti garantiti dai contribuenti. Afferma anche che la Grecia avrà bisogno di almeno 50 miliardi di euro di aiuti supplementari per i prossimi tre anni per mantenersi a galla. La pubblicazione della bozza dell’Analisi di Sostenibilità del Debito ha messo a nudo una disputa tra Bruxelles e il FMI che si è trascinata per mesi a porte chiuse.

Venerdì il primo ministro greco Alexis Tsipras ha citato il rapporto in un appello televisivo agli elettori per votare ‘No’ alle condizioni di austerità proposte, che sono comunque scadute poiché i colloqui si sono interrotti ed Atene ha fatto default su un prestito del FMI questa settimana. Non è chiaro se un arcano documento del FMI potrebbe essere in grado di influenzare una votazione mozzafiato in cui è in gioco il futuro della Grecia nella zona euro, con le banche chiuse, i prelievi di contanti razionati e il commercio bloccato. “Ieri è accaduto un evento di grande importanza politica”, ha detto Tsipras. “Il FMI ha pubblicato un rapporto sull’economia della Grecia, che è una grande rivincita per il governo greco perché conferma l’ovvio – che il debito greco non è sostenibile”.

Nel corso di una riunione del consiglio del FMI tenutasi mercoledì, i membri europei hanno messo in discussione la tempistica della relazione che la direzione del FMI proponeva di pubblicare a breve, tre giorni prima del cruciale referendum di domenica che può determinare il futuro del paese nella zona euro, hanno detto le fonti. Non c’è stata votazione, ma gli europei erano in pesante inferiorità numerica e gli Stati Uniti, la voce più forte in seno al FMI, erano a favore della pubblicazione, hanno detto le fonti”.

L'eurozona dell'EuropaIl motivo per cui tutti i negoziatori della Troika dovrebbero essere sottoposti a un’indagine molto seria è che hanno mantenuto volontariamente nascoste informazioni che avrebbero dovuto essere cruciali nella trattativa con la Grecia. La ragione è ovvia: sarebbe costato ai contribuenti europei molti miliardi di euro.

Ma questo non dovrebbe mai essere un motivo per barare e mentire. Perché una volta che lo si è fatto, si è macchiati per tutta la vita. Quindi, anche in un mondo non proprio ideale, dovrebbero dimettersi. Tutti quelli che sono stati a quel tavolo dal lato della Troika.

E non riesco a capire come anche Angela Merkel possa sfuggire al colpo di accetta. Anche lei doveva sapere ciò di cui gli analisti del FMI erano a conoscenza. E ha deciso di sottoporre a tortura la popolazione greca, piuttosto che essere costretta a spiegare a casa sua che le sue precedenti decisioni (2010) sono fallite così gravemente che i suoi elettori ora devono pagare per questo. No, Angela ama il potere. Più di quanto le piaccia il fatto che i greci abbiano un’assistenza sanitaria adeguata.

Comprensibile, forse, ma anche imperdonabile. Qualcuno dovrebbe portare in tribunale tutto questo circo di bugiardi, imbroglioni e intriganti. Sono andati molto vicini a uccidere l’intera Unione Europea con le loro macchinazioni. Non che mi dispiaccia, prima muore meglio è, ma le persone coinvolte devono comunque essere ritenute responsabili. Non è nemmeno la stessa Unione Europea ad essere sbagliata, o ad essere una cattiva idea; lo è questa gente.

VAROUFAKIS: LA TROIKA SAPEVA DAL 2010 DEL DEBITO INSOSTENIBILE, HANNO DATO SOLDI MA QUEI SOLDI NON SONO ANDATI AL POPOLO GRECO MA ALLE BANCHE FRANCESI E TEDESCHE

Ma non temete, non c’è dramma che non abbia anche un lato divertente. E con questo non intendo togliere nulla alla sofferenza del popolo greco.

Brett Arends su MarketWatch ha scritto per proprio conto una grande analisi, e arriva a questo, anche in base alle cifre fornite dal FMI. Risulta che il più grande errore per la Grecia e Syriza è quello di voler rimanere all’interno della zona euro. L’euro è stato un tale disastro finanziario ed economico, che è difficile capire come nessuno lo abbia fatto notare prima. Rimanete dentro, e non c’è modo di vincere.

Trovo questa una lettura esilarante di fronte a ciò che vedo accadere qui in Grecia. Rende il tutto ancora più tragico.

Smettete di mentire ai greci – la vita senza l’euro è bella (traduzione da Marketwatch)

“Gli euro-fanatici smetteranno di mentire al popolo della Grecia? E già che ci sono, potrebbero gentilmente smettere di mentire al resto di tutti quanti noi? Possono smettere di pretendere che la vita al di fuori dell’euro – per i greci o qualsiasi altro paese europeo – sarebbe un destino peggiore della morte? Possono smettere di affermare che se i Greci tornano alla dracma, saranno condannati ad una miserabile esistenza nella zona oscura della vita europea, un piccolo, dimenticato e isolato paese senza fabbriche, senza investimenti interni e senza nessuna speranza? Queste disoneste minacce  questa settimana sono state rivolte contro il popolo greco, mentre si prepara per il grande referendum del fine settimana su ancora più austerità.

I bulli di Bruxelles, Francoforte e altrove stanno minacciando il popolo greco che se non fa quello che gli viene detto, se non si sottomette ancora ad altri salassi economici, può finire fuori dall’euro… e a quel punto, naturalmente, la vita sarebbe finita. Bah”.

"Bugie, maledette bugie, e l'euro La crescita del PIL reale pro capite, 2000-2015; Grecia e paesi rivali no euro"
“Bugie, maledette bugie, e l’euro
La crescita del PIL reale pro capite, 2000-2015; Grecia e paesi rivali no euro”

“Date un’occhiata al grafico. Mette a confronto la performance economica della Grecia all’interno dell’euro con i concorrenti europei che non utilizzano l’euro. Gli altri paesi coprono una vasta gamma di posizioni, ovviamente – dalla ricca e stabile Danimarca, ai paesi dell’ex Unione Sovietica, al vicino di casa della Grecia, la Turchia, che non è nemmeno in Europa. Ma tutti hanno una cosa in comune.

“Nel corso degli ultimi 15 anni, mentre la Grecia stava godendo dei “benefici” di avere Bruxelles a gestire le sue politiche monetarie, quei poveri fessi sono stati tutti bloccati nei loro affari a dover gestire le proprie valute (se riuscite a immaginare). E come risultato si può vedere quanto sono andati male.

L’hanno schiacciata. Romania, Turchia, Polonia, Svezia, Croazia – quale sia il paese, hanno tutti registrato tassi di crescita di gran lunga migliori rispetto alla Grecia. I dati provengono dal FMI stesso. Misura la crescita del prodotto interno lordo, per persona, a prezzi costanti (in altre parole, senza l’inflazione). La Grecia ha adottato l’euro nel 2001.

E dopo 14 anni nella stessa squadra con i grandi, è tornata da dove è partita. La reale crescita economica per persona per tutto questo tempo: Zero. Nel frattempo la Romania, con il leu, ha soltanto … ehm … raddoppiato. Tutti gli altri sono cresciuti. Gli islandesi, che hanno sofferto la peggiore catastrofe finanziaria del pianeta, nel 2008, sono comunque riusciti a crescere.

Sì, tutti i dati hanno dei limiti. Ogni paese ha la sua storia e i suoi vantaggi e svantaggi. Ma il quadro generale è chiaro: l’euro o ha causato la disastrosa performance economica della Grecia, o almeno non è riuscito a impedirla.

Quello che trovo stupefacente degli euro-fanatici è che semplicemente non sembrano preoccuparsi per nulla dei fatti. Continuano a ripetere le stesse affermazioni sulla presunta cura miracolosa della loro moneta, qualsiasi cosa succeda. Possono essere colpiti in testa con l’ultimo World Economic Outlook dell’FMI e continuano a blaterare, impassibili.

Ero in Inghilterra nel corso degli anni ’90, quando queste persone mettevano in guardia sul fatto che se i britannici non avessero smesso la sterlina e non si fossero uniti all’euro, sarebbero stati condannati. Per farmi una risata, ho appena sfogliato gli archivi su Factiva e mi sono rinfrescato la memoria.

La Gran Bretagna senza l’euro sarebbe un “paese orfano,” coccolato, assecondato, ma ignorato, avvertiva una figura di primo piano. La Gran Bretagna perderebbe tutta la sua influenza e il suo status. Diventerebbe un paese marginale, al di fuori del mainstream europeo. Perderebbe “un milione di posti di lavoro.” Le fabbriche chiuderebbero. L’industria automobilistica crollerebbe. Gli investitori stranieri scapperebbero via a causa dell’isolamento della Gran Bretagna.

Le esportazioni precipiterebbero a causa delle fluttuazioni dei tassi di cambio. La città di Londra, quartiere finanziario della Gran Bretagna, perderebbe terreno nei confronti di Francoforte. La Borsa di Londra rimarrebbe isolata. Le erbacce crescerebbero per le strade. (OK, questa l’ho inventata io)

Ed eccoci qui oggi. Dal 1992, quando il progetto della moneta unica ha iniziato il rullaggio per il decollo, i paesi a bordo hanno visto una crescita economica complessiva del 40%, dice il Fondo monetario internazionale. Povera vecchia Gran Bretagna, rimasta indietro alla sala partenze con la sua miserabile sterlina? Ha fatto solo il 67%. Bah”.

Questa valuta per la quale la Grecia sta lottando così duramente per esserne parte infatti la sta strangolando. La ragione risiede nella struttura dell’Unione Monetaria Europea. Che rende impossibile ai singoli paesi adattarsi al mutare delle circostanze. E le circostanze cambiano sempre. Come paese, hai bisogno di flessibilità, è necessario essere in grado di adattarsi agli eventi mondiali.

È necessario essere in grado di svalutare, si ha bisogno di una banca centrale che sia prestatore di ultima istanza. Mario Draghi ha rifiutato di essere il prestatore di ultima istanza della Grecia. Non può essere, è impossibile. Non vi è alcuna ragione economica valida per un’azione del genere, è un comportamento criminale. Ma la struttura della zona euro consente tale comportamento.

Sprofonda la Grecia nei debitiNella “vita reale” in cui un paese ha una propria banca centrale, l’unica ragione per cui questa possa rifiutare di fare da prestatore di ultima istanza sarebbe politica. Ed è la stessa cosa qui. Si tratta di potere. È per questo che le nonne della Grecia non possono arrivare alle loro magre pensioni. Non vi è alcuna ragione economica per questo.

Nella zona euro, c’è una sola nazione che conta alla fine: la Germania. La zona euro ha di fatto reso possibile per Angela Merkel salvare le sue banche nazionali dalle perdite scaricandole sui greci. Questo non sarebbe stato possibile se la Grecia non fosse stata un membro della zona euro.

Che questo abbia portato, e porti, ad intrighi ed imbrogli, è ovvio. Ma è al tempo stesso il motivo per cui o tutti i negoziatori della troika devono essere sostituiti, e da persone che non scendono a questi livelli, oppure, e penso che sia una mossa molto più saggia, i paesi devono uscire dall’euro.

Guardate, è semplice, l’euro è finito. Non sopravviverà all’assoluto scandalo che è diventata la Grecia. La Grecia non è vittima dei propri sprechi, è vittima di una struttura che rende possibile scaricare le perdite dei sistemi finanziari in fallimento dei grandi paesi sulle spalle dei paesi più piccoli. Non c’è modo che la Grecia potesse vincere.

Le maledette bugie e i bugiardi e le statistiche che derivano da tutto questo sono solo la ciliegina sulla torta dell’euro. È fatta. Infilateci una forchetta.

I paesi più piccoli e poveri della zona euro hanno bisogno di uscire finché possono, e il più velocemente possibile, o si troveranno sempre più caricati delle perdite delle nazioni più ricche, mentre l’euro cade a pezzi. La struttura stessa dell’euro lo garantisce.


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