23 Aprile 2024

Bonus giovani, ecco come Renzi scippa fondi al Sud per darli al Nord. Denuncia di Arturo Scotto (Sel)

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Bonus lavoroE’ polemica sui fondi destinati ai giovani del Mezzogiorno. Un vortice di denaro di centinaia di milioni di euro dirottati al nord da una norma introdotta dal decreto Sblocca Italia. Uno scippo vero e proprio ai danni del Mezzogiorno come ai tempi dei Fas durante i governi Prodi e Berlusconi. Il Dl, che deve essere convertito entro novembre, entra in gazzetta ufficiale con la prerogativa di dirottare un  fondo di 220 milioni di euro indirizzato all’occupazione giovanile nelle aree depresse alle regioni del nord per sussidi e cassintegrati. La motivazione addotta sarebbe, secondo palazzo Chigi, la scarsa domanda per il bonus giovani. Giustificazione che fa acqua da tutte le parti.

Secondo “Il Mattino” di oggi, questi fondi “sono stati tolti ai giovani del Sud per finanziare (soprattutto) la cassa integrazione in Lombardia e Veneto” quanto invece era denaro garantito per il rilancio dell’occupazione giovanile nelle regioni del Sud.
La decisione del governo è di rilievo – scrive Marco Esposito sul quotidiano campano – perché i 220 milioni che cambiano destinazione per decreto erano vincolati legalmente e moralmente a un utilizzo esclusivo nel Mezzogiorno. Lo stesso vincolo che l’esecutivo vuole dare ai 12 miliardi di euro del minore cofinanziamento al Sud per il ciclo di fondi europei del 2014-2020. L’analisi va fatta con sangue freddo: siamo di fronte a un provvedimento (il Bonus Letta per l’assunzione dei giovani) che purtroppo non ha funzionato nella misura auspicata e che quindi era inevitabile definanziare .

Il Mattino ha già raccontato “del flop del bonus giovani e la relazione tecnica che accompagna il decreto legge Sblocca Italia fornisce i numeri aggiornati: le assunzioni di giovani entro i 29 anni sono state al 14 luglio scorso appena 22.652 confro le 200mila auspicate e, di queste, solo un terzo nel Mezzogiorno. I 220 milioni che il decreto sottrae, per quanto tutti del Sud, sono una fonte alla quale quasi nessuno beveva e non si può quindi gridare allo scandalo”. Non è però la prima volta che i governi che si sono succeduti abbiano fatto colpi di mano ai danni del Sud, vedi i Fondi Fas per centinaia di milioni di euro scippati al Sud per finanziare quelle più “virtuose” del nord. Fondi che avevano una destinazione specifica, e riallocati per altre esigenze.

L'ex premier Enrico Letta
L’ex premier Enrico Letta. Il Bonus giovani porta il suo nome

«La riduzione di stanziamento – si legge nella relazione tecnica dello Sblocca Italia – lascia i necessari margini di copertura delle domande già accolte e di quelle verosimilmente da accogliere nei prossimi anni». Quei 220 milioni vengono reindirizzati nel Fondo sodale per l’occupazione e la formazione, il quale storicamente finisce per due terzi al Centronord e per un terzo al Sud: sono somme destinate a pagare un sussidio a chi finisce in cassa integrazione guadagni o in mobilità e cioè a chi un lavoro lo aveva e lo ha perso.

“Ecco perché quei soldi finiscono di più al Nord: perché al Sud troppe persone non hanno la possibilità di perdere il lavoro perché non lo hanno mai avuto”, argomenta il Mattino. Si possono dirottare fondi del Mezzogiorno al Nord? La legge lo vieta. Però un decreto legge è una innovazione normativa peraltro urgente e, così, al comma 3 dell’articolo 40 si legge: «Le somme di cui all’articolo 1, comma 12, lettera a) e b), del decreto legge n. 76 del 2013 non sono ulteriormente suddivise tra le regioni» e in particolare «le parole “ripartite tra le Regioni sulla base dei criteri di riparto dei Fondi strutturali” sono abrogate». Il linguaggio giuridico è notoriamente ostico ma il senso è chiaro: quei 220 milioni transitando dal fondo giovani al fondo cassintegrati perdono per un codicillo normativo il vincolo territoriale. A evidenziare il trasferimento di risorse dal Bonus giovani del Sud ai cassintegrati è stato ieri l’ufficio legislativo a Montecitorio di Sinistra Ecologia e Libertà, secondo il quale sul Bonus Letta «si inverte nel 2015 il rapporto di dotazione originario, contravvenendo così anche ai criteri di riparto dei cosiddetti Fondi strutturali».

«E il problema è più generale rispetto al fondo per i giovani – puntualizza Arturo Scotto, capogruppo alla Camera di Sel – perché una parte consistente delle coperture dello Sblocca Italia è a carico del Mezzogiorno: ben 3 miliardi di euro dei 3,8 miliardi necessari per la riapertura dei cantieri arrivano dalle risorse della quota nazionale del Fondo per lo sviluppo e la coesione, programmazione 2014-2020, mediante riduzione dell’autorizzazione di spesa. In pratica il Mezzogiorno finanziai cantieri di tutta l’Italia. Questo è l’anticipo del taglio dei cofinanziamenti, tema sul quale abbiamo chiesto al sot tosegretario Delrio di riferire in aula».

Sblocca Italia pesca al SudE qui si apre la partita vera. Nel 2011, infatti, l’allora ministro Fabrizio Barca era intervenuto con una mossa disperata e intelligente per salvare il programma di spesa dei fondi europei 2007-2013: aveva ridotto il cofinanziamento nazionale ai fondi Ue in modo da limitare l’importo complessivo da spendere in base alle severe regole di Bruxelles, liberando una somma che era stata riassegnata alle Regioni del Sud nei cosiddetti Piani di Azione e Coesione.

Arturo Scotto deputato di Sel - bonus giovani
Arturo Scotto deputato di Sel

Uno di tali piani era appunto il bonus alle assunzioni dei giovani, sul quale il governo Letta puntava molto tanto che il bonus prese il nome del premier. La mossa di Barca è stata fatta propria dall’attuale governo, stavolta in misura preventiva e Graziano Delrio ha annunciato l’intenzione di ridurre il cofininanziamento per il 2014-2010 soltanto nel Mezzogiorno (anzi in particolare soltanto in Campania, Calabria, Sicilia e nei fondi nazionali indirizzati al Mezzogiorno).

Il cofinanziamento in Italia ha sempre seguito la regola del 50 e 50. Ovvero ogni euro in arrivo da Bruxelles, ovunque destinato, era raddoppiato da un euro a carico dell’Italia. Ora si vuole passare al 75-25 il che sembra in apparenza un dimezzamento, ma in realtà – scrive il quotidiano – è un taglio ancora più consistente visto che per ogni euro che arriva da Bruxelles l’Italia continuerà a mettere il suo euro se il progetto riguarda il Centronord e si limiterà a versare appena 33 centesimi se l’investimento è destinato al Mezzogiorno.

In tale modo l’Italia risparmierà ben 12 miliardi di euro per il periodo 2014-2020″. In un’intervista al Mattino il sottosegretario Delrio, aveva assicurato che “l’obiettivo dell’Italia non è risparmiare ai danni del Sud, visto che i 12 miliardi finiranno in un apposito fondo «parallelo» vincolato per legge a investimenti nel Mezzogiorno”. Ora però si vede, al primo decreto legge, che i fondi vincolati per legge vengono trasferiti a tappare le falle dei conti ovunque si crei il problema. Inoltre i fondi europei possono essere spesi senza vincoli per la finanza pubblica e tale beneficio potrebbe essere presto esteso al cofinanziamento nazionale, ovvero all’euro pieno dato al Nord e ai soli 33 centesimi dati al Sud. Per il Mezzogiorno sarebbe un disincentivo fortissimo e illogico: investire al Nord sarebbe esente dai vincoli del Patto di stabilità mentre investire i 12 miliardi di «fondo parallelo» nel Mezzogiorno diventerebbe una chance possibile solo negli anni di vacche grasse, con i conti pubblici in surplus. In altre parole: mai”.

Roberto Occhiuto deputato di Forza Italia
Roberto Occhiuto (FI)

Anche il deputato di Forza Italia Roberto Occhiuto, intervenuto stamane con una nota stampa, si chiede «se il governo fa il gioco delle tre carte ai danni dei giovani del Sud. È vero che il bonus, voluto precedentemente dal governo e sbandierato come una straordinaria occasione per il Sud, tanto da prendere il nome di bonus Letta, è stato un vero e proprio fiasco tant’è che a luglio erano stati assunti soltanto 22.000 giovani contro i 200.000 che avevano previsto. Ma dirottare queste risorse al di fuori del Mezzogiorno dimostra in quanta considerazione i governi di sinistra, Letta o Renzi che si chiamino, tengano il Sud».

Bisognerà capire adesso come si muoverà la delegazione calabrese in sede di conversione del Decreto, prevista per metà novembre. Il premier Renzi ha sempre annunciato di essere orientato ad aiutare il Mezzogiorno e in particolare la Calabria. Da questa norma si nota l’opposto…Roba da riformatorio.


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