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Una vera e propria task force si è presentata giovedì mattina presto presso i cancelli di una società di primaria importanza operante nel settore estrattivo e di conglomerati bituminosi. In particolare Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Trento, congiuntamente ad ispettori ambientali dell’APPA, con il supporto della polizia giudiziaria della Procura della Repubblica di Trento – Settore Ambiente, hanno accertato che nell’area produttiva – estrattiva dell’impianto di proprietà del Gruppo Adige Bitumi S.p.A., a Mezzocorona (Trento), era stata abusivamente realizzata una discarica di rifiuti decadenti dalla chiarificazione delle acque di lavaggio del materiale porfirico e calcareo proveniente da diversi siti estrattivi. Le complesse attività ispettive hanno permesso di accertare che a partire dagli inizi degli anni 2000 sono state accumulate circa 200.000 tonnellate (circa 130.000 mc) di rifiuti, sino a formare una collina di circa 23 mt di altezza, che ora dovranno essere gestiti al fine della rimessa in pristino dell’area.
Nel corso delle operazioni veniva, inoltre, sequestrato un impianto che consentiva, attraverso una rete di collettamento, di sversare l’esubero delle acque di processo in un’area boschiva attigua all’impianto che di fatto era stato trasformata in una acquitrino.
Le posizioni dei responsabili sono al vaglio della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Trento, coordinata dal Procuratore Distrettuale dott. Sandro Raimondi, poiché le ipotesi di reato riguardano le attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, reato recentemente introdotto nel codice penale.
La Guardia di Finanza di Vicenza sequestra 900 tonnellate di rifiuti tossici
Un altro sito con un ingente quantitativo di rifiuti tossici è stato scoperto dalla Guardia di Finanza di Vicenza nella provincia berica. Si tratta di un magazzino carico di rifiuti speciali gestiti quasi sicuramente dalla camorra.
In un capannone in disuso di 3 mila metri quadrati nell’area industriale di Asigliano Veneto, i militari delle Fiamme Gialle di Noventa Vicentina hanno trovato 600 balle rilegate da filo di ferro ammassate fino a completa saturazione della volumetria dello stabile, costituite, essenzialmente, da materiale plastico, tessile e da rifiuti solidi urbani per un peso complessivo stimato in circa 900 tonnellate.
I rilievi sono stati svolti anche con il supporto dell’Arpav di Vicenza ed è emerso che i rifiuti provenivano dalla Campania e più precisamente dalle zone di Napoli e Caserta. L’intero sito industriale è stato posto sotto sequestro. Il proprietario del capannone è un noto istituto bancario di livello nazionale.